Con le serie “pilota” di Fighting Fantasy, Lupo Solitario e AD&D già avviate e ben distribuite, il mondo dei Gamebook si espande per qualche anno a dismisura, con una sfilza di collane caratteristiche e dalla grande diffusione che nascono quasi tutte in Inghilterra da una temperie di scrittori che collaborano spesso tra loro e firmano assieme o singolarmente decine di serie: l’ironica e scanzonata Grailquest (Alla corte di Re Artù) che inizia nel 1984 e si sviluppa in 8 numeri, la fantascientifica Star Challenge (Avventure Stellari) che avrà 10 uscite e sarà forse la serie principale dedicata alla space opera (ma si tratta piuttosto di “racconto a bivi”); BloodSword, Legends of Skyfall, Fatemaster (Unicorno), Golden Dragon e Sagas of Demonspawn (FireWolf), di nuovo incentrate sul fantasy, la bellissima Cretan Chronicles (Grecia Antica) ambientata nelle terre del mito greco, Freeway Warrior (Guerrieri della Strada) ambientata in un’America postapocalittica e creata dall’autore di Lone Wolf Joe Dever, alcune miniserie horror discretamente riuscite, The Way of the Tiger (Ninja) dedicata ad un personaggio “ninja” ma ambientata in un mondo fantasy abbastanza classico già apparso in un volume di Fighting Fantasy, la tutta femminile Starlight Adventures (Realtà&Fantasia), diverse serie investigative e una straordinaria infinità di altri prodotti correlati, legati ad un personaggio più o meno conosciuto o a generi minori.
Mentre in Italia ci sono diversi esperimenti molto interessanti ma difficilmente inquadrabili nel genere, la Francia e gli USA producono altre serie di grande mercato: si va dalle ottime collane statunitensi dedicate a Sherlock Holmes, alla Terra di Mezzo e a Narnia a quelle francesi incentrate su personaggi come il Prete Gianni o Simbad il marinaio o su temi supereoistici. Diventano Gamebook (o meglio “Solo Adventure”) i temi di Call of Chtulhu, Runequest e Stormbringer, tutti editi dalla Chaosium, GURPS, Paranoia, Star Wars RPG e di molti altri sistemi di giochi di ruolo più o meno famosi.
Il mercato italiano viene ben presto coperto dalla E ELLE di Trieste, che acquisisce i diritti di oltre 30 serie inglesi, americane e francesi (quelle citate fino ad ora e molte altre) erigendosi come il soggetto di riferimento imprescindibile per il settore. È proprio questa casa editrice a creare e utilizzare il termine Librogame, che connota tecnicamente tutte le proprie collane (anche se in alcuni casi si tratta di semplici avventure a bivi) e in Italia si è diffuso a comprendere colloquialmente anche altre serie di taglio diverso come Librigioco a punteggi, storie a bivi ed esperimenti vari. Altre case editrici cercano di competere con la E ELLE, come nel caso della Mondadori che edita tra gli altri Scegli la tua Avventura, Tunnel&Troll e Falcon, ma il predominio delle edizioni triestine sarà incontrastato fino alla decadenza complessiva del genere.
Questo sembra avvenire in maniera generalizzata nei primi anni ‘90, a circa un decennio da Warlock of the Firetop Mountain. Sostituiti dai più eccitanti videogame, ormai diffusi in maniera capillare in tutte le case, i Gamebook sembra abbiano perso la ragione di esistere e sopravvivono solo in collane minori e sistemi di gioco diversi dal modello inaugurato da Fighting Fantasy. Esperimenti eccellenti come i Compact Adventure Gamebooks (in Italia Compact) e soprattutto Fabled Lands (mai importato in Italia) non riescono a rivitalizzare il genere e rimangono incompiuti.
Solo molto di recente, in Gran Bretagna come in Italia, pare si possa assistere ad una leggera ripresa di interesse verso il settore.
In UK, in particolare, l’attenzione ritorna su Fabled Lands, Fighting Fantasy e Lone Wolf (ma anche su produzioni vicine come Dragon Warriors e alcuni altri Gamebook di nuova concezione).