Ad Averoigne la strega canta accompagnata da lire recuperate da antiche tombe e lascia caderele sue trecce attorcigliate davanti a un vetro negromantico.
Ella vede passare i suoi amanti nel sangue estratto dalla vena,
debolmente essi piangono verso di lei, e tutto il dolore che trovano, la beatitudine che cercano, è riverberato nelle corde consunte che narrano di antiche cose.
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L’Avernia (o Averoigne), delimitata dai Monti Alluvieri e dagli Adamanti a est e dal fiume Idra a sud, è una terra fredda e piovosa, costellata di manieri e fortezze. I Mistral governano con forza e onore questa terra di vigneti, boschi e greggi e un ampio seguito di vassalli e cavalieri si dividono i possedimenti attorno a Maia, la capitale.
Pellami, lana, tessuti colorati, falchi, cani e cavalli addestrati, legname e pesce affumicato sono i prodotti principali di questo principato, noto anche per la cortesia cavalleresca, il valore e il rigore dei nobili, i trovatori e le belle dame. I Cavalieri di Avernia amano gli archi e le spade e sono abili guerrieri e esperti cacciatori.
Purtroppo, nonostante l’orgoglio, la cortesia e la correttezza dei propri abitanti, l’Avernia è conosciuta anche come terra di grandi stregonerie e oscure malìe.
Molte sono le rovine provenienti da tempi dimenticati, le antiche cripte, i penetrali sepolti dalla vegetazione o i sotterranei chiusi da secoli e traboccanti di ossa e polvere. Anche molti manieri e cupi angoli di foresta sono abbandonati e deserti da generazioni e secondo le dicerie sono diventati la dimora di bestie mostruose, spettri e streghe.
Il clima nebbioso e tempestoso e l’aria spesso fosca e fredda contribuiscono a creare un’atmosfera spettrale e inquietante, mentre branchi di lupi provenienti dai monti infestano la regione e diffondono nella notte i propri lugubri richiami.
Maia e gli altri centri principali, Malneant, Amithaine, Istarelle e Brumal, sono costruite come delle vere e proprie fortezze, sprigionatesi attorno al maniero centrale e circondate da mura a spirale e alte torri di guardia. Le sale dei castelli sono tanto ampie e riscaldate da focolari e camini quanto fuori dalle mura e dalle finestre l’Avernia è cupa e fredda. Per questo, così tanto da fare hanno i cacciatori e cavalieri e così tanto malinconica e tragica è la poesia dei trovatori.
Oltre ai Mistral molte famiglie vantano quarti di nobiltà e grande influenza sulle proprie terre. I Sylaire di Ambreville, i decaduti e sparsi Klantyre e i Basseville del villaggio omonimo sono tra questi, tutti forieri di retaggi oscuri e inquietanti.
Le zone più pericolose e impervie di Averoigne sono sicuramente le terre di nordovest, scogliere selvagge a picco sul Mare delle Burrasche, circondate da intricate foreste e impenetrabili boschi di spine, che celano a loro volta vetuste torri diroccate sulle quali aleggia una inquietante fama di stregoneria.
L’Averoigne ospita una notevole componente di Sacerdoti della Vera Fede, Monaci dell’Ordine di Brandano e membri dell’Ordine di Galgano, tutti esuli sfuggiti da Alisha dopo la conquista del Principe Nero.
Nonostante la cattiva fama che circonda Averoigne (o forse proprio per questo), i Mistral furono ben lieti di acconsentire all’insediamento dei monaci e una grande Abbazia venne creata ai margini della Foresta Vecchia, oltre a diverse cappelle ben diffuse nei centri abitati e alla remota Abbazia di Spazzavento, su all’estremo nord.
Il viaggiatore che percorra le vie dell’Avernia, vi troverà solo sentieri sterrati e lugubri piste interne, mai lastricate. Pochi sono i centri abitati di un qualche rilievo, a parte le città fortificate già citate, e nessuna di queste supera i diecimila abitanti. Una piccola nobiltà locale, raccolta attorno alle grandi famiglie secondo strette e complesse relazioni di vassallaggio, abita Manieri sparsi in mezzo a terre selvagge e ne gestisce la rada popolazione e le risorse.
Pochi sono i contadini, che vivono in casali fortificati costituiti da 4-10 famiglie, ai confini di queste minuscole baronie, mentre più diffusi sono cacciatori solitari, taglialegna, carbonai, battitori, allevatori e, lungo fiumi e coste, pescatori.
Grande l’ospitalità, genuina, saporita e semplice la cucina, costituita soprattutto da cacciagione, salmone, anguille, cavoli e tuberi, spesso innaffiati da birre e vini e consumate al caldo nelle fumose locande.
Gli Averniani sono in genere chiari di carnagione ma scuri di chioma, dagli occhi neri, grigi o azzurri. Gli uomini sono soliti radersi quotidianamente e tutti prestano gran cura al proprio aspetto e all’igiene. Molte sono le pettinature utilizzate e le fogge dei vestiti impiegate. Le donne sono spesso spiriti liberi e forti e gli uomini possono essere gran sognatori, ma in generale la nobiltà, la famiglia e la cavalleria si basano su una netta preponderanza maschile, mentre la donna rimane quasi sempre protetta tra le pareti di abitazioni e castelli.
ottimo lavoro, oserei dire decadente ed oscuro, influenze bretoni e celtiche?
Le immagini sono di Alan Lee, dedicate alle leggende arturiane e celtiche. Averoigne è una regione immaginaria della Francia medievale pensata da Clark Ashton Smith e oggetto di alcuni romanzi, racconti e poemi, cui ho attinto a piene mani. Per il resto, si tratta di un immaginario tipicamente franco-medievale, trobadorico e gotico.