Come sa bene chi in questi giorni boccheggia per il caldo, alla fine di Luglio si entra astrologicamente nel periodo della Canicola, il più torrido dell’anno. Il nome stesso della “canicola” dipende dalla costellazione del Cane Maggiore (Canis Major), che verso la metà del I millennio a.C., quando si sono formate le nostre attuali convenzioni astrologiche, segnava questo periodo di afa con la sua “levata eliaca”.
La stella più luminosa del Cane Maggiore è Sirio, che è anche la più brillante in assoluto del firmamento, tanto da proiettare in alcuni casi perfino delle ombre. Esiodo di essa diceva “Sirio testa e ginocchia prosciuga e secca la pelle per la calura” e il suo nome deriva dal greco Seirios, che significa (saggezza!) “sono ardente, brucio”. In epoca classica e fino al X secolo d.C., Sirio era impressionante anche per il suo colore rosso fuoco, un fenomeno astronomico reale ma oggi scomparso e di cui non conosciamo la causa.
Già gli astronomi egizi le davano grandissima importanza, e la associavano alla dea Iside, così come la vicina costellazione di “Orione” era per loro il suo compagno, il dio Osiride.
Tra la fine del quinto e il terzo millennio a. C., gli Egizi registravano il sorgere della costellazione del Cane Maggiore prima del Solstizio d’Estate (circa il 21 giugno) e con esso facevano cominciare l’anno solare, tanto che nella Grande Piramide di Giza, il condotto meridionale della Camera del Re era orientato su Orione-Osiride, mentre quello della Camera della Regina su Sirio-Iside, per come queste due costellazioni sorgevano al Solstizio d’Estate di cinquemila anni fa.
Nonostante il fenomeno della Precessione degli Equinozi continui a “far slittare” il firmamento e oggi tutte queste date risultino spostate, la costellazione del Cane Maggiore e quella del Leone, sono da sempre considerate connesse al caldo soffocante della fine di Luglio e degli inizi di Agosto.
Secondo alcune leggende greche, il cane Sirio rappresenta invece il fedele compagno di caccia del Gigante Orione.
A Messina, esso è rappresentato in questo aspetto proprio sulla celebre Fontana di Orione, a cacciare forse con l’acqua la canicola dell’estate messinese.
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