Messina è città di mille leggende.
Tra di esse c’è quella dei Giganti che la fondarono.
Uno, maschio, scuro, straniero, cannibale e feroce, potente guerriero a capo di un’armata di predoni, venne dal mare per conquistare ogni cosa.
L’altra, femmina, principessa o abitante del luogo, si concede al guerriero per salvare la sua gente e permettere l’unione dei due gruppi, invasori e residenti.
La vicenda è antica e, quando è stata codificata, ricordava eventi ancora più ancestrali. La base della sua verità storica non ha nulla di strano.
Siamo a Messina, la Città dei Due Mari, la Città dello Stretto, passaggio fondamentale delle due metà del Mediterraneo. Quanti stranieri, drappelli di guerrieri, predoni, sono arrivati dal mare e hanno preteso le donne dei villaggi delle colline, insediandosi tra le genti indigene, mescolandosi a loro? Di quanti incroci i messinesi sono figli? Chi era il Gigante, il cui nome viene ricordato come Zanklo, Saturno, Cam? Un Siculo, un Fenicio, un Greco, un Arabo? Una sintesi di tutti loro, personificazione degli stranieri che si insediarono nella zona falcata e controllavano le vie del mare? Quante delle donne locali saranno state la “Gigantessa” di Camaro, Rea, Cibele, Opis, simbolo degli indigeni dell’entroterra conquistati e assoggettati?
È una storia di mille nomi, di mille leggende ma di una sola verità di fondo.
Ultimo nome dei Giganti, il più originale, il più recente, è quello di Mata e Grifone. Il nome è entrato nella testa dei messinesi per la Rocca Guelfonia di Riccardo Cuordileone d’Inghilterra. Egli sbarcò a Messina durante la Terza Crociata ed edificò un castello “guelfonio” (“dei Guelfi”) sul colle di Montalto chiamandolo “Mategrifoni” ovvero “Ammazza-greci”.
Successivamente, nei secoli a venire, il Castello di Mategrifoni, degli ammazza-greci, divenne nelle fiabe “il Castello di Mata e Grifone”, dove vivevano il Gigante e la Gigantessa di Messina, dopo essersi riconciliati, innamorati e sposati secondo il rito cristiano.
Un lieto fine che, ovviamente, non è mai esistito.
Ma Messina, si sa, è città di mille leggende.
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