Sogniamo vanamente di trovare la mistica rosa
Che germogliò tanto tempo fa nella grigia Atlantide,
o in remote estati in reami di neve
la cui essenza fu trasportata dal vento polare (…)
Su isole orientali o sulle isole delle Esperidi,
attraversando il mortale tempo primigenio
fiorì sopra una schiuma sempre in movimento…
Il piccolo Principato di Astorea si trova a occidente di Austrasia, verso la costa, ed è retto dal casato Sagres e da un fervente ordine militare detto dei Cavalieri Filosofali. Astorea è stato per molti anni un unico dominio assieme alle attuali Austrasia e Leonessa e alcuni tratti culturali e sociali degli Astoreani sono molto simili a quelli dei vicini. Astorea è tuttavia nota per la pervasiva onnipresenza dei Cavalieri Filosofali in ogni luogo e in ogni aspetto della vita comune, tanto che molti considerano l’intero principato come una sorta di caserma dove si affiancano Cavalieri, Scudieri, Attendenti, Serventi e infine civili, che sostengono tutti gli armati con le proprie attività ordinarie.
In realtà, l’Ordine Filosofale della Rosa e della Spada è una milizia dedita allo stesso tempo al funzionamento del principato, all’impeccabile addestramento marziale dei suoi membri e perfino all’approfondimento delle discipline interiori e delle scienze filosofali.
I Cavalieri Filosofali si addestrano per anni come paladini serventi di Astorea e contemporaneamente alla ricerca e al perfezionamento di verità interiori basate su profondi segreti di alchimia, scienze sapienziali e mistiche. Il loro numero è molto elevato ed essi sono talmente diffusi in ogni angolo del Principato da assumere in sé anche le comuni funzioni di guardie, avvocati, messaggeri, inviati, inquisitori e giudici.
Le donne sono ammesse comunemente all’Ordine e non vi è all’interno di esso differenza di dignità tra maschi e femmine, sebbene in genere nella società astoreana, le donne svolgano compiti più leggeri, delicati e subordinati. Al di fuori dell’Ordine, gli uomini sono in genere agricoltori, pescatori, allevatori e artigiani e sfruttano le risorse agricole del territorio, mentre le donne si occupano degli orti e dei giardini, delle spezie e delle essenze, della cura degli infermi, della scolarizzazione dei più piccoli, della tessitura e del trattamento degli alimenti.
Nonostante la pervasiva distribuzione dei Cavalieri in ogni angolo del dominio e la loro presenza in moltissimi aspetti della vita civile, Astorea è una terra che appare connotata da grande libertà, pace e serenità generale. Non vi è traccia della pianificazione assoluta o delle restrizioni delle vite dei cittadini che si respirano in Austrasia e gli abitanti conducono vite semplici ma lontane da troppe afflizioni. Culti, credi, ambasciate e corporazioni di altri Principati sono ammessi ma tenuti d’occhio e vi è proibizione di stanziamento delle Compagnie armate. Una eccezionale architettura in pietra bianca connota lo stile ingegneristico del Principato, mutuata in parte dalle conoscenze dei vicini Austrasiani e in parte dalla passione dei Leonessiani per castelli e roccaforti.
Splendidamente adornata di marmi e opere pubbliche, fontane e terme, Corona è il giardino dei Sagres, il luogo dove questi principi mecenati, amanti delle arti e della cultura, tengono la loro corte. La loro dinastia risale ad un’epoca precedente alla fondazione dell’Ordine, ma essi hanno saputo sapientemente sfruttare questa fedelissima gerarchia di paladini dall’anima mistica per consolidare e rendere amabile il loro principato. Resti di passata magnificenza si sposano oggi perfettamente con palazzi, torri e porticati innalzati in pietra bianca, avvolti di rose rampicanti e colorati di stendardi e gonfaloni che pendono dalle alte balconate.
A parte tre cittadelle di discreta antichità (Speculara, Falconara ed Esperide) e la stessa capitale Corona, non vi sono altri centri abitati di rilievo e tutto il territorio è diviso in “mansioni”. Le mansioni sono stazioni fortificate di sosta e di posta, simili a piccoli villaggi o grandi casali, costruiti attorno ad un cortile centrale con funzioni di accoglienza e di ristoro per viaggiatori. Comprendono ambienti di vario genere, come porticati prospicienti la strada, ampi cortili e aie, orti e giardini, taverne, locande, bagni, negozi e banchi di scambio valutario, magazzini, frantoi, palmenti, mulini, ma anche scuole e archivi, laboratori e saloni. Poche e strette le finestre verso l’esterno, mentre il muro è solido e ben fatto, sormontato da piani terrazzati, torri di guardia e camminamenti in ricordo di antichi assedi. Vi è sempre una guarnigione controllata da un Mansionario, un dormitorio, una stalla, un refettorio, cappelle, laboratori e un sanatorio.
I roseti astoreani sono celebri in tutta Antilia, così come i giardini floreali, le straordinarie erbe medicinali, gli orti balsamici curati nel cuore delle mansioni e tutte le essenze floreali che speziali, profumieri ed erboristi realizzano ogni giorno. Al pari di questi tesori della terra, la regione produce agrumi ed essenze varie, frutti zuccherini e profumati, armenti di grande qualità e formaggi densi di grasso. Altra grande tradizione astoreana è quella della lavorazione dei metalli, in grado di produrre un acciaio temperato straordinario e rinomato al pari di quello crescentino. Gli altri settori comuni di agricoltura, allevamento ed estrazione mineraria non vanno oltre le necessità del principato e non riescono a generare esportazioni significative.
La costa è frastagliata e presenta molte spiagge, scogliere, piccole baie e caverne marine naturali, fortemente influenzate dalle maree. I centri portuali si occupano di pescare, di commerciare con il sud e di inviare velieri verso La Costa d’Oro o le isole, ma la marineria astoreana si trova spesso a scontrarsi con i rivali di Alisea e con gli scorridori di Ibrasia e del nord.
I Cavalieri Filosofali e l’intero popolo di Astorea hanno una comune devozione per la Dama Bianca, patrona dell’Ordine, del casato Sagres e del Principato. Ogni mansione ha la sua cappella, situata spesso nel cuore dell’edificio principale, diversi monasteri di addestramento speciale sono costruiti nei punti più sperduti del territorio e le città hanno vere cattedrali che svettano al cielo e si estendono sottoterra in cripte senza fine. Tutti gli offici religiosi sono tenuti dai Cavalieri stessi e le loro funzioni sono un incrocio tra afflato spirituale e simbologia mistico-alchemica.
La lunga storia dell’Ordine ha generato diversi scismi e ramificazioni secondarie. I Cavalieri della Rosa Rossa sono una fazione minore fuori dalle gerarchie ufficiali, costituito da cavalieri dediti solamente al perfezionamento alchemico e alla ricerca dell’Acqua di Vita e alla Pietra dei Sapienti. I Cavalieri della Rosa Nera invece perseguono ideologie più politiche e il perfezionamento marziale. Patroni di questi due Ordini sono quindi rispettivamente la Dama Rossa e la Dama Nera, due concezioni religiose nate proprio in questo principato.
Un viaggiatore che percorra il paese scoprirà che le strade sono sterrate e solo l’interno delle città e delle mansioni è lastricato e dotato di canali di scolo, fontane e altre opere edilizie. Sarà tuttavia ammaliato dagli splendori di Corona e dalla monumentale imponenza delle città, dei monasteri e delle cattedrali, ma anche dai giardini floreali e dai mercati che profumano di rose, essenze, saponi, tinture balsamiche ed effluvi medicinali.
Se le strade, le città e le mansioni sono dei luoghi sicuri, è pur vero che la maggior parte del territorio è coperto da foresta e territori scoscesi, perigliosi e poco frequentati. Diverse specie di animali selvaggi si trovano qui e abbondano piante nocive, terreni insidiosi, animali velenosi e bizzarre bestiacce.
Gli Astoreani hanno in genere pelle abbronzata dal sole e capelli bruni o scuri, con occhi color nocciola, nero o verde e temperamento caldo, accogliente e gioioso. L’Ordine Filosofale ha attirato molti volontari da ogni parte dell’isola e oggi si può trovare ad Astorea qualsiasi tratto estetico.
Il confine con Austrasia è sempre fonte di problemi, per via dei fuggitivi che spesso chiedono di essere accolti ad Astorea per scampare alle rigide leggi delle Terre Fortunate, e delle stesse autorità austrasiane, che criticano l’accoglienza indiscriminata che gli astoreani offrono ai rifugiati. Anche la costa causa spesso dei problemi, per via delle incursioni dei Cavalieri Neri di Ibrasia.
Disseminati per il territorio vi sono alcuni vecchi castelli abbandonati dopo la fine delle guerre, sepolcri e circoli di pietre di ancestrale antichità e le rovine di una città abbandonata conosciuta come Belgardia.
Si dice che i sotterranei e le torri di queste strutture pericolanti, così come le più arcaiche sepolture preistoriche, siano spesso occupate dai Cavalieri della Rosa Rossa, che vi compiono in disparte i propri studi e lavori, cercando di raggiungere risultati mistici e alchemici sempre più avanzati e proibiti nei laboratori dell’Ordine. Non è raro sentire di effetti pericolosi di questi studi che sfuggono al controllo e finiscano per rendere questi antichi luoghi ancor più insidiosi.