La Città Perduta di Risa

 

Oltre al tempio del Dio Ignoto, al faro romano, ai mitici mostri della palude, alla dimora della ninfa Pelorias, alle grotte di Cariddi, ai segreti passaggi sottomarini e al mistero della sua fauna aberrante, è diffusa leggenda che Capo Peloro custodisca sotto le fangose acque dei suoi pantani una antica città sommersa.

Capo Peloro, cuspide di NordEst della Trinacria siciliana

La tradizione riporta elementi abbastanza comuni, presenti in leggende di tutto il mondo ma supportati in questo caso da fatti veramente osservabili. Nei giorni più tersi, infatti, sotto la superficie del Lago di Faro si vedono abbastanza distintamente allineamenti regolari e rettilinei, pieni di concrezioni e simili ad antiche mura sommerse.

Chi si volesse immergere nel “pantano” per indagare su questo mistero troverebbe tali strutture a circa 4 metri di profondità, ma avrebbe purtroppo la visuale impedita dal fango che si solleva dal fondale al primo sommovimento delle acque.

Sarebbero questi gli ultimi resti visibili della città di Risa, una antica città perduta che giacerebbe, per incantesimo o smottamento geologico, al di sotto della melma del pantano. Qualcuno dice addirittura che, nelle giornate di bassa marea, sia possibile sentire i rintocchi lontani delle sue campane, mosse dall’acqua ed echeggianti dalle torri più alte.

Un’immagine che mostra nitidamente la linea sommersa del lago. Resti di mura ciclopiche o semplice formazione rocciosa?

Una città chiamata “Risa”, compare ne La Canzone d’Aspromonte, un’opera poco conosciuta del ciclo carolingio. In questo poema cavalleresco, composto nella prima metà del XII secolo, si narra la giovinezza di Orlando tra Calabria e Sicilia, varie peripezie dei paladini di Re Carlo e la caduta della città di Risa.

Questa sarebbe stata inoltre patria del prode Ruggero e avrebbe custodito il favoloso tesoro di Annibale.

Sebbene alcuni studiosi sostengano che “Risa” si riferisca al nome medievale della città di Reggio, alcuni episodi della Canzone d’Aspromonte si verificano sulla riva siciliana dello Stretto e confermano la versione messinese dei fatti.

Una suggestiva immagine dei Laghi di Capo Peloro

In ogni caso, coloro che hanno cercato di fare luce su tale mistero ne hanno riportato resoconti inquietanti. Come una maledizione, un senso strisciante di disagio e timore colpisce tutti coloro che si immergono nel Pantano.

Alla ricerca della Città Perduta di Risa.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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