Gli amanti del gioco di ruolo, del fantastico e dell’avventura avvertono anche meglio di tutti gli altri lo scollamento che esiste tra le avventure immaginarie della narrativa e le comuni situazioni della noiosa realtà. Imprese mozzafiato, misteri della scienza, sfide atletiche, rischi fisici, cacce al tesoro, sparatorie e inseguimenti in macchina sono cose relegate nei film e nei libri e non ci capitano mai davvero nel mondo di tutti i giorni. Non potrebbe essere altrimenti, data la differenza che esiste appunto tra “realtà” e finzione.
Eppure a volte può capitare di riflettere sul fatto che, forse, la differenza tra quotidianità ed emozionante avventura non sia un fatto oggettivo ma di attitudine. Se andassimo nel peggiore quartiere della nostre città e cominciassimo a fare ronde o agire da vigilanti sciroccati, sicuramente vivremmo delle “eccitanti avventure” che ricorderebbero molto le storie di Cyberpunk 2020 (e il suo alto livello di mortalità). Se ci aggirassimo per le campagne più abbandonate delle nostre regioni in cerca di chiese e cripte in cui infilarci, ne troveremmo a bizzeffe: tombaroli attivi e ben esperti di “tesori sepolti” agiscono sicuramente in Sicilia, Sardegna, Toscana e, con tutta verosimiglianza, in ogni provincia italiana. Le loro azioni sono esecrabili e non affrontano certo trappole e lame rotanti, ma tuttavia essi esistono e le loro avventure ce le hanno (con la legge, soprattutto).
Quanti di noi, amanti dell’avventura immaginata, nella vita reale fanno speleologia, speleologia urbana, immersioni, arti marziali, paracadutismo, trekking, guida sportiva, alpinismo, orienteering e altre attività simili? O ancora meglio, hanno un lavoro o una professione davvero avventurosi?
Quanti di noi, che coltiviamo e amiamo personaggi pieni di abilità, talenti e punti esperienza, passiamo il tempo libero a migliorare i punteggi delle nostre vere abilità personali, studiando archeologia, astronomia, antiquaria, medicina, lingue straniere o morte, pronto soccorso e altre scienze e arti simili?
Conosciamo davvero tutte le “case infestate” dei nostri centri storici? Ci siamo mai infilati dentro per trascorrerci la notte? Abbiamo mai fatto campeggio sulle Alpi sulle tracce dei Camuni? Abbiamo mai esplorato i nuraghe “non visitabili” calandoci dall’alto, nelle campagne sarde infestate di rovi e cani inselvatichiti? Abbiamo mai cercato il Tesoro di Alarico nascosto in Calabria? Abbiamo mai esplorato un relitto al largo delle nostre coste? Abbiamo mai raccolto prove contro le bande criminali della nostra zona? Abbiamo mai allestito in cantina un “laboratorio” per coltivarvi le nostre passioni “occulte”?
Ci sono cose che faremmo normalmente in un gioco di ruolo, che un personaggio farebbe senza battere ciglio nelle storie d’avventura, ma che a molti neanche passa per la mente di osare nella “realtà”. Leggiamo libri d’avventura, guardiamo film d’azione e giochiamo imprese mozzafiato come fossero una catarsi, per non doverle vivere davvero. E in genere è anche giusto così.
Eppure, rimanendo aggrappati a obiettivi semplici e concreti, è forse possibile davvero portare l’avventura nelle nostre realtà quotidiane? Possiamo cambiare la nostra attitudine e vivere davvero il fantastico e l’immaginario?
Certamente, volendolo. Si tratta solo di una questione di attitudine!