La serie di librogame di Fighting Fantasy propone certo numerosi titoli di pregio, mai arrivati alle traduzioni italiane. Nell’ultimo numero di LGL Magazine, ecco una rassegna dei migliori volumi poco noti al pubblico non-anglofono ad opera di un esperto del settore, Federico “Kingfede” Righi.
Una panoramica appassionata e puntuale che può servire a rintracciare qualche gioiello perduto della serie (alcuni si trovano a 1 centesimo di sterlina su Amazon.co.uk).
Ecco un estratto:
“Quando i pirati del Troll attaccano la tua nave, sai già che sei spacciato. La tua ciurma cade nella battaglia, solo tu sopravvivi. Il Capitano Bloodaxe ha però in serbo un destino ben più crudele di una morte veloce e indolore: vuole donarti la “libertà” ma dovrai guadagnartela, con le mani legate dietro la schiena, nuotando fino a casa! Morte sicura ti attende al di sotto delle onde dei sette mari… o forse no? È così che ha inizio uno dei numeri più sorprendenti della gioventù di Fighting Fantasy, Demons of the Deep (FF 19), secondo contributo alla serie dello Steve Jackson statunitense dopo il non ben riuscito Scorpion Swamp (FF 8).
Il volume riesce a sorprendere da ogni punto di vista, a cominciare proprio da un inizio assolutamente imprevedibile. La narrazione non è mai banale, i percorsi sono molto vari, senza la benché minima traccia di true path o di morti improvvise e immotivate; l’esplorazione del fondale oceanico scorre in un crescendo di pathos e originalità che raramente si riscontra soprattutto nei Fighting Fantasy degli anni ‘80. Anche i duelli sono sempre ben calibrati, salvo qualche eccesso di Resistenza (che se in un Kraken è prevedibile, lo è un po’ meno in un Pesce Diavolo), ma non si tratta che di un piccolo neo in un volume assolutamente soddisfacente. Anche la fase finale è caratterizzata da vari possibili percorsi, tutti soddisfacenti e piacevoli. Insomma, per chi non è un sadico seguace dei true path micidiali e devastanti, nonché dei boss finali imbattibili onestamente, c’è di che divertirsi.”