Morgana.
Morgana la Bella.
Morgana la Fata.
E’ lei il personaggio misterioso che i siciliani ritennero causa del miracoloso Teatro Catottrico dello Stretto, quell’Iride Mamertina, quel miraggio marino unico al mondo che oggi chiamiamo solamente e semplicemente col suo nome: “Fata Morgana”.
Questo portento è ricordato fin dall’antichità, con testi che ne riportano incredibili e inquietanti apparizioni.
In età moderna, nel 1643, il gesuita Padre Angelucci studiò il prodigio e scrisse di tale “arcana apparizione” parlando di un vapore che si alzava dal mare, che creava il miraggio di “una fila di più di diecimila pilastri… castelli reali… teatri di colonnati… lunghissime facciate di finestre”. Anche nel “Viaggio in Sicilia” di Jean Houel, del 1787, si parla di “un vapore”, che “si sollevava al di sopra della grande corrente marina, ispessendosi fino a raggiungere una certa densità, in modo da formare nell’atmosfera dei prismi orizzontali”.
Houel indaga a lungo sull’origine del prodigio, finché si convince che esso nasce “dalle parti più sottili di quel bitume che si deposita sulle spiagge, proveniente da chissà quale abisso marino”; questo “bitume”, stendendosi sulla superficie marina “diventa più leggero, si combina, si volatilizza ed evapora assieme alle particelle di acqua che l’aria porta su nell’atmosfera” creando delle vere e proprie distorsioni ottiche.
Anche il poeta D’Annunzio cita il portento di Messina, parlando di alti palazzi, torri immense, scale e aule concatenate in file innumerevoli, di una “Città dalle mille scale d’oro”.
È questa la “Fata Morgana”: una sostanza oleosa che emerge dalle profondità dello Stretto, che si depone sulla superficie del mare ed evaporando distorce l’aria, mostrando un mondo illusorio, una città misteriosa fatta di scale infinite, architetture distorte, strutture pendenti e prospettive non euclidee?
Non sappiamo cosa sia la sostanza che produce l’immagine della Città delle Mille Scale, ma il suo segreto si trova nel luogo da cui si promanano tutti i misteri di Messina.
Nelle profondità dello Stretto, sotto il mare, sotto la terra, negli abissi oscuri su cui poggia la Città.
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Bell’articolo!
Grazie! Questo fu uno dei primi della rubrica 🙂