Il Trionfo della Morte

La Peste Nera fu il peggiore evento pandemico mai registrato della storia dell’umanità.

Fu chiamata anche Grande Peste, Morte Atroce e Morte Nera.

Fu il Trionfo della Morte.

Un terzo della popolazione europea, circa 30 milioni di persone, ne entrò in contatto, la contrasse e morì.

E tutto questo ebbe origine e si diffuse da Messina.

Sembra che l’agente patogeno dovesse avere un’origine sconosciuta, probabilmente generato nei recessi misteriosi del Deserto del Gobi, in Mongolia. Dopo essere serpeggiato in Asia, attraverso alcuni marinai genovesi esso giunse però a Messina nel 1347 e questa città diede il via all’epidemia che distrusse l’intera Europa.

 

La forma virale che si sprigionò da Messina fu violentissima: bastava respirare il fiato o il fetore di un contagiato o sfiorare un oggetto precedentemente toccato da uno degli infetti, per riempirsi di disgustosi bubboni e spirare dopo tre giorni di atroci sofferenze. La preghiera, la penitenza, la persecuzione degli ebrei e le flagellazioni collettive stranamente non diedero alcun risultato.

Morivano intere famiglie, animali domestici, chiunque prestasse soccorso, chiunque si avvicinasse. Morirono i giudici, i notai, i governatori, i principi della città e i giurati. Morirono i nobili che non erano fuggiti e i soldati che cercavano di mantenere l’ordine. Per mesi cessò ogni legge o governo, attività sociale o civile. I cadaveri restavano abbandonati nelle case e nelle strade e le vie della città erano preda di ratti, immersi nel silenzio e olezzanti degli odori della decomposizione e della marciscenza.

Un cronista dell’epoca, Michele da Piazza, testimonia a Messina l’apparizione di cani infernali che straziavano per strada gli ammalati, che entravano nelle chiese con spade in pugno, distruggendo i paramenti sacri e schernendo i fedeli. Tutti quelli che poterono, cercarono di partire e allontanarsi dalla città, fuggendo verso le altre città siciliane e verso la Calabria.

La maggior parte di loro morì lungo le strade, nei campi, nelle selve, nei villaggi, sul mare.

 

Quelli che sopravvissero arrivarono a destinazione, diffondendo in ogni luogo il contagio che avrebbe devastato l’Europa.

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Mauro Longo
Mauro Longo
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