Excalibur, la leggendaria spada di Re Artù, ha avuto una parte importante nella storia siciliana.
Riferiscono gli storici che, prima di partire per la Terza Crociata, Riccardo “Cuor di Leone” avesse mostrato ai suoi uomini un grande prodigio: Excalibur, la spada appartenuta al suo antico predecessore Artù di Britannia, era giunta in suo possesso e lo avrebbe aiutato a sconfiggere il potente Saladino!
In viaggio verso la Terra Santa con al fianco la celebre reliquia, Riccardo decise di fare tappa a Messina per liberare sua sorella Giovanna, prigioniera di Re Tancredi di Sicilia.
Poiché Tancredi non voleva restituirgli la sorella (e i suoi ricchi beni), il 4 Ottobre 1190 Riccardo fece mettere a ferro e fuoco Messina, una città abitata secondo i normanni solo da “musulmani e greci”. Fu allora che venne fondato il bastione di Matagrifone, ovvero degli “ammazza-greci”, come inquietante monito ai cittadini.
Tuttavia, nonostante Tancredi seppe resistere a 6 mesi di occupazione di Re Riccardo, un altro pericolo incombeva su di lui: l’Imperatore di Germania, suo parente, minacciava i confini del regno e pretendeva la sovranità della Sicilia.
Per superare lo stallo e ripartire ciascuno verso la propria guerra, i due Re strinsero infine un accordo.
Tancredi consegnò Giovanna e una ricchissima contropartita, che comprendeva una tavola d’oro lunga due metri e mezzo, una immensa tenda da campo in seta, 40.000 once d’oro e quattro navi. In cambio tuttavia ricevette da Riccardo l’unica arma che lo avrebbe aiutato contro l’Imperatore.
Fu così che Excalibur rimase in Sicilia nelle mani di Tancredi, mentre Riccardo riprendeva il mare verso oriente, privo però della celebre arma.
Aver ceduto la Spada portò grande sventura a Riccardo. Appena ripartita, la sua flotta venne colpita da una terribile tempesta, mentre le navi che portavano Giovanna e l’oro di Tancredi caddero in mano al despota di Cipro.
La fortuna passò invece in mano a Tancredi. Nelle battaglie successive, forse grazie alla soprannaturale reliquia ora in suo possesso, giunse a vincere e scacciare le soverchianti forze dell’Imperatore e mantenere la propria sovranità.
Non invano Excalibur viene brandita.
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