Lessico sboccacciato, situazioni volgari,
narrazione disagevole, contenuti espliciti.
Vorrai non aver mai letto questo libro…
Lascia che lo Squilibrio ti prenda!
Il mondo dei librogame è ricco di avventure che spaziano in ogni genere narrativo, dall’horror al gotico, dalla fantascienza al fantasy in tutte le sue declinazioni, dalle avventure mitologiche alle storie legate a grandi personaggi e marchi più o meno riconoscibili, da storie surreali e immaginifiche a quelle realistiche o esotiche e perfino al giallo, all’avventura tout court e alle passioni adolescenziali per ragazze.
La serie Squilibrio cerca di colmare il vuoto lasciato nel genere “volgarità assolute-situazioni pecorecce-avventure disgustose infarcite di comicità demenziale, brutale ed escrementizia“.
Dalle recensioni presenti su Librogame’s Land:
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“La serie Squilibrio nasce dalla fervida e malata mente degli stimati leader della community di Librogame’s Land, i quali portano in scena un opera volutamente grottesca, sboccata e demenziale che nonostante le situazioni spesso surreali ha il pregio di fotografare in maniera accurata e puntuale certi tipi di ambienti e le situazioni ad essi correlati.
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In Squilibrio siamo dei disperati senza prospettive nella vita, con una macchina fabbricata all’epoca dell’invenzione della ruota ed in tasca mediamente l’ammontare bastante per un panino con la porchetta ed un gazzosino. Chiaro che con queste premesse l’ unico contatto che abbiamo avuto con una donna risale a quando nostra madre ci allattava al seno…
Ma non importa! Spinti dall’astinenza e armati di ingiustificata fiducia, abbiamo deciso di tentare il tutto per tutto e di lanciarci in un assalto all’arma bianca contro le sculettanti avventrici di una discoteca. Bardati di tutto punto, con un abbigliamento rigorosamento tarocco, varchiamo quindi l’ingresso ed è quì che inizia la prima avventura “El Cucador“.
Un volta dentro, ci muoviamo goffi in un ambiente che, pur non essendo descritto minutamente, con facilità ci rimanda a qualcuna delle chiassose e sordide discoteche in cui qualche sabato sera tutti ci siamo ritrovati. Il ghigno ironico dei narratori ci accompagna nei nostri infruttuosi tentativi di rimorchio tra il bar e la pista da ballo, dove diamo prova di quello che siamo: Tony Manero reincarnato nel corpo di Luca Giurato!
Tutto questo finchè qualcuno non viene in nostro aiuto suggerendoci la mossa risolutiva per la serata: pare che esista un cocktail, dall’ esplicativo nome “El cucador”, che dona a chi lo beve la capacità di calamitare qualsiasi forma di vita femminile nelle vicinanze, insomma un filtro magico dei tempi nostri.
Per confezionarlo però è necessario possedere degli improbabili ingredienti e una certa quantità di moneta. Ecco quindi che la nostra serata si trasforma in una affannosa ricerca, per altro non scevra di pericoli. Se difatti tutto ciò che serve a preparare la nostra bevanda è rinvenibile nel locale, impossessarcene non sarà cosa facile, dovremo fare i conti con una galleria di personaggi che racchiude l’intera scala dell’assurdità e della perversione umana, ci sono tutti, dal nano sodomita con l’ enigmatico nome di Jimmy La Troia, al mastodontico buttafuori detto Eclisse, passando per ragazzine pasticcare, perversi sfruttatori di animali, vecchie bagasce sadomaso, misteriosi cyborg orientali e chi più ne ha più ne metta.
Alcuni custodiranno uno dei preziosi ingredienti, altri saranno solo fonte di guai, in entrambi i casi nessuno è da prendere sottogamba, infatti come scopriremo presto, a trattare con questi figuri si rischia di fare la fine di certi musicisti che andarono per suonare la tromba e invece vennero “trombati”! Occhio quindi e giocare d’astuzia.
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E pensate, avendo letto El Cucador di aver toccato l’abisso massimo della cafoneria, del surreale, del grottesco, delle morti insensate della scurrilità, e di quant’altro di scorretto e sgradevole possa venirvi in mente? Pensate di essere diventati una sorta di John Rambo dell’assurdo? Bene, i due seguiti Love Boat e Las Vegas vi insegneranno perfettamente, oltre ogni ragionevole dubbio, quanto la massima filosofica del “non c’è limite al peggio” sia assolutamente vera.”
Ed ecco infine un assaggio della serie. Per evitare denunce di volgarità e oltraggio al pudore, dobbiamo limitarci semplicemente all’Introduzione:
“Bella zio! Sei entrato nel contrastato mondo di Squilibrio, la serie di librigioco che manderà a puttane gli ultimi, pochi neuroni che ti popolano il cervello, ottimisticamente.
In questi libri il protagonista sei tu. Si dice così, ed in effetti è vero: dalle botte di culo o di sfiga che ti succedono nella vita reale dipenderà molto del destino del tuo alter ego (ma manco poi tanto secondo me…) cartaceo.
Non ti serve molto per giocare a questa squinternata serie: due mani (sempre tu non le abbia consunte a suon di rasponi), la capacità di leggere e la conoscenza della lingua italiana. Se occorrerà qualche altro oggetto non temere, il testo te lo richiederà puntualmente. Quanto al sistema di gioco, foglio del personaggio, perfezionamento delle arti superiori, non stare là a farti troppe seghe mentali. Gioca, semplicemente.
Una considerazione tuttavia va fatta sui contenuti. Per scelta precisa del team di stimati autori professionisti che l’hanno plasmata a loro immagine e somiglianza, l’inviolabile e sacrale regola etica della serie Squilibrio è quella di non avere regole etiche. Potresti trovare (e probabilmente troverai) decine, anzi centinaia, anzi migliaia di citazioni politicamente talmente non corrette che farebbero piangere anche Vittorio Sgarbi, insulti razziali degni del peggior Borghezio, discriminazioni sessuali tendenti al nazismo, volgarità da orrida bettola e contenuti sessualmente espliciti che manco il maestro Mario Salieri.
Se ritieni che il solo nominare la parola “cazzo” in un librogame sia un’offesa al bon ton ed altre stronzate di siffatta concezione, allora Squilibrio non fa per te. Noi ce ne stiamo in mezzo, perciò: alla larga. Fuori dai coglioni e vatti a leggere il Corrierino. Se sei invece pronto a tollerare tutto questo senza frignare come una donnicciola, ed anzi aneli a raggiungere picchi mai tentati di cafoneria e pessimo gusto, allora sei capitato nel posto giusto e puoi iniziare la tua avventura, andando (a calci nel culo, tanto per cominciare) al PROLOGO.”