Michelangelo Merisi e la Camera dei Segreti

Il regista Paolo Benvenuti sta realizzando un film sulla figura del pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio. La pellicola sarebbe girata anche in Sicilia (se il progetto dovesse andare in porto), con la collaborazione di molti giovani della regione. Avrà come tema il periodo in cui il pittore visse in segreto nelle Latomie di Siracusa e porta avanti una tesi sconvolgente.

Secondo diversi studiosi infatti, Caravaggio avrebbe conosciuto Galilei e avrebbe mutuato dallo scenziato un incredibile marchingegno. Nonostante il principio della camera oscura fosse conosciuto fin dal medioevo, gli studi di ottica del Rinascimento permisero a diversi scienziati di realizzare strumenti di questo tipo che funzionassero perfettamente (come anche Athanasius Kircher).

Caravaggio avrebbe appreso tale tecnica e avrebbe trasformato segretamente i suoi laboratori in camere oscure, grazie a luci, specchi, lenti e tendaggi, letteralmente “fotografando” i propri modelli sulle tele bianche, per poi dipingere al di sopra di esse i soggetti da raffigurare.

Già lo stesso pittore cercò di tenere segreta questa sua tecnica, ma molti indizi ne dimostrano ormai l’esistenza, spiegando finalmente la straordinaria e unica tecnica pittorica dell’autore, fatta di intensi chiaroscuri e ritratti estremamente realistici.

Secondo i teorici della camera oscura nelle opere di Caravaggio, il quadrato luminoso nello specchio è uno dei numerosi indizi a favore della tesi.

Innanzitutto, Caravaggio veniva accusato dai suoi contemporanei di “non saper dipingere senza modelli”, non si conoscono suoi disegni a mano e sulle sue tele non ci sono schizzi preparatori.

Inoltre, sui suoi quadri sono stati rinvenuti sali di mercurio, argento, magnesio e altre sostanze fluorescenti, tutti elementi utilizzati per fissare le fotografie sulle tele.

Infine, le figure dipinte mostrano diversi difetti di prospettiva, posizione e messa a fuoco. La camera oscura rudimentale che Caravaggio utilizzava lo costringeva infatti a spostare molte volte le lenti sui diversi soggetti, fotografarli a spezzoni e “rimontare le immagini” direttamente sulla tela, cosa che creava alcuni piccoli errori tecnici.

 

Pertanto, all’interno della propria “camera dei segreti” Caravaggio disponeva i propri modelli come attori su un set, ne proiettava l’immagine su tela e infine dipingeva la loro fotografia prima che l’immagine sparisse.

Caravaggio, insomma, ricalcava…

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Mauro Longo
Mauro Longo
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2 commenti

  1. […] Un celebre utilizzo pratico di questi “trucchi ottici” era quello della pittura, con la storia dei quadri di Caravaggio che sarebbero stati “ricalcati” dal famosissimo pitto… dopo averli impressionati con immagini fotografiche ante […]

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