Il Decamerone dei Morti! Un’anteprima della Novella Nona o di Silvana, anche detta de L’Arte del Buon Morire. Il Decamerone dei Morti è disponibile sul sito di Origami Edizioni!
Il principe Malatesta e tutta la brigata van pattugliando e sorvegliando le vie, quando si ode un lamento ed un grido.
Dama Margherita subisce le angherie di alcuni reietti e il principe con loro ragiona affinché smettano la condotta infame e si sottopongano correttamente al proprio destino.
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Estratto dalla Novella Nona o di Silvana
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Giungemmo quindi al portone di una gran casa, che era tenuto ben chiuso, e bussando con forza e spingendo, domandò il principe a voce alta chi fosse che gridasse e qual fosse del rumore la cagione. Ed ecco venir fuori un bravaccio di vecchia ribalderia, che noi cognoscevamo come Schienatorta, che era di quelli che bazzicavano con i Beccamorti, pur senza farne parte. E questo malacarne, vista che fuori dalla porta c’era tutta schierata la gran milizia, si fece presto alla risposta e deferente. Rispose che il rumore era roba di Morti e che in quella casa da donde era uscito lui e i suoi compari aveano scoperto uno degli Afflitti e stavan dandogli la buona morte con coltelli e torce.
Allora il buon principe Galeotto chiese di poter lui stesso vedere e di dare supporto nell’incombenza, eppure Schienatorta negò che ve ne fosse la necessità e che tutto era e restava sotto il suo controllo. Più per dimostrar chi comandasse che per vera volontà di soccorso, il nobile duce nostro si prese da solo il proprio assenso e scostò con grandi vezzi il ribaldo, pur dicendogli parole come d’amico, sicché entrammo dal portone nella casa e scoprimmo le grandi stanze dei servizi di un qualche palagio di mercanti ormai ridotto all’abbandono.
Pianti e grida provenivano da dietro una porta appena chiusa e ancora lo sbattere di terracotte e anfore. Quando ci facemmo largo, vedemmo innanzi a noi una gran cucina, adatta di certo a servire una famiglia numerosa e ad impiegare una buon quantità di serventi. In essa, perdonate quanto vi racconto, alcuni bravacci sfatti e lerci tenean prigioniera una povera donna, che altro non dirò che ella essere tutta nuda e ferita e piangente. Ed essa si era riuscita a rifugiare presso una scansia e a gettar giù piatti e anfore stipate, mentre i farabutti cercavan di tenerla ferma e tapparle la bocca, che essa, udito il nostro appressarci e domandare, di più provava a strepitare e richiamar la nostra attenzione.
Vista quella terribil immagine di angheria e sevizia e notando la gran bellezza deturpata della donna, ai laidi furfanti il principe subito comandò che immediatamente la rilasciassero e che essa venisse via con noi. Ma Schienatorta e gli altri disgraziati non si fecero intimidire e uno di loro, che mi pare chiamassero Gufo, rispose con sgarbo che le vicende della milizia riguardavano la milizia e quelle dei liberi cittadini riguardavano i liberi cittadini. Allora, Galeotto nobile signore, si avvicinò di tre passi e infilò il ferro diritto nel ventre di quell’uomo, lasciandolo a terra a contorcersi e sanguinare, e guatando gli altri manigoldi che circondavan la donna disse: «E le faccende che riguardano gli uomini, vanno risolte dagli uomini», con tono tale che niuno di quelli ebbe a rispondere parola.
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Il Decamerone dei Morti
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L’alba dei Trapassati Redivivi
Dieci storie di altrettanti sopravvissuti raccontano i terribili avvenimenti di un’epoca oscura in cui l’Europa cadde nella morsa della mortifera pestilenza in grado di far rialzare i morti. Tre donne e sette uomini narrano le vicende loro e della compagnia in cui militano, in modo da lasciare un ricordo di quei terribili giorni e perché la loro esperienza possa essere di aiuto alle generazioni future.
Seppure un futuro vi potrà essere.
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Decameron dei Morti – Tutte le librerie dove trovarlo!
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