Sta ormai quasi per concludersi la fase di lettura, gioco e giudizio del Concorso “I Corti di Librogame’s Land 2013”!!! Correte a leggere, giocare, votare e commentare l’ottavo (e penultimo) dei racconti-game in concorso!
Il concorso de I Corti 2013 è dedicato a racconti-game ambientati nel mondo di Lupo Solitario, l’eroe inventato da Joe Dever che percorre in lungo e largo il Magnamund affrontando i Signori delle Tenebre e i loro sgherri.
Alla data di consegna sono arrivati i seguenti racconti-game qualificabili e da oggi è possibile leggerli, giocarli, commentarli e votarli al sostenibile ritmo di 1 per settimana, secondo il seguente calendario, modificato di recente per un problema tecnico sul sito:
1. Fuga infernale (27 maggio – 2 giugno)
2. KraanQuest (3 giugno – 9 giugno)
3. Fuga nella notte (10 giugno – 16 giugno)
4. L’unicorno dei ghiacci (17 giugno – 24 giugno)
5. Notte di indagini (25 giugno – 1 luglio)
6. Trappola nelle tenebre (2 luglio – 8 luglio)
7. Il primo volo del nibbio (9 luglio – 15 luglio)
8. Ultimo giorno di festa (16 luglio – 22 luglio)
9. La voragine della morte (23 luglio – 29 luglio)
Il Corto a disposizione questa settimana per la giuria popolare è Ultimo giorno di festa, scaricabile gratuitamente e liberamente commentabile nell’apposita discussione (una volta registrati al Forum di Librogame’s Land).
Voti e commenti su Ultimo giorno di festa sono aperti fino al 22 Luglio.
Ultimo giorno di festa
Prologo
La festa di Fendar era l’occasione in cui Tutori, Sapienti e Guardiani sospendevano le proprie missioni per fare ritorno al Monastero Ramas, nel Sommerlund occidentale. I festeggiamenti duravano per una settimana, concludendosi con la solenne cerimonia d’Iniziazione, nella quale fanciulli che avevano già trascorso metà della propria esistenza tra le mura del Monastero, ossia dall’età di sette anni, diventavano finalmente Cavalieri Ramas.
Eryn ovviamente non era uno di questi fanciulli. Anzi, non era proprio un ragazzo, come testimoniavano le sue forme che andavano ogni giorno arrotondandosi. La madre di Eryn, Tiska, di professione faceva la sarta, viveva e lavorava a Deerley per le migliori famiglie del paese e nel corso degli anni si era fatta una discreta nomea.
La festa di Fendar attirava presso il Monastero, oltre ai membri dell’Ordine Ramas, anche una gran quantità di persone e di professioni: cuochi, pasticcieri, fabbri, falegnami, prostitute, accattoni e semplici curiosi che, in quei giorni, andavano ad assieparsi fuori dalle mura del Monastero, dando vita a un piccolo villaggio di tende e carrozzoni.
Tiska era stata una delle prime ad arrivare. Aveva piantato i paletti della tenda poco lontano dalle porte di rovere del Monastero e aveva tirato fuori l’insegna di legno: una forbice e tre rocchetti. Da subito per lei e per Eryn erano arrivate le ordinazioni: i monaci Ramas, ma anche i servitori che lavoravano nel Monastero tutto l’anno, desideravano apparire al meglio per la festa. Così per Eryn e Tiska fu un susseguirsi di mantelli, corpetti, giustacuori, calzature, cappelli e biancheria intima.
Poi, il terzo giorno dal loro arrivo, entrò Lui.
La tenda era divisa a metà da un telo che separava la parte dove madre e figlia dormivano e si cambiavano, da quella dove lavoravano e accoglievano i clienti. In quel momento Tiska si trovava nella prima parte e si stava rinfrescando. Eryn invece era seduta sulla sedia pieghevole e stava terminando di fare l’orlo a un paio di pantaloni da caccia di un Novizio, cresciuto troppo nell’ultimo anno.
“Ha-Ump!”
Eryn sollevò il mento per vedere chi fosse stato a schiarirsi la gola. Non aveva percepito alcun movimento all’imboccatura della tenda. Un ragazzo della sua età, o forse appena più giovane, era in piedi davanti a lei, indossava il mantello verde dei Ramas, la forma della fibbia di ferro lo identificava come un Accolito, uno di coloro che, al termine della festa, sarebbero divenuti monaci Ramas a tutti gli effetti. I capelli del giovane erano chiari, di un colore simile a quello del miele e, pensò Eryn nell’osservarlo, ugualmente lucenti. Straordinariamente anche gli occhi avevano la stessa tonalità ambrata, anche se subito si distolsero da quelli della ragazza.
Il giovane Ramas se ne stava lì, torcendosi il lembo del mantello verde, senza spiccicare parola e guardando ovunque tranne che in direzione di Eryn. Lei aprì la bocca per dire qualcosa, ma solo per scoprirla tremendamente secca. I due tacevano, senza riuscire a guardarsi direttamente, eppure altrettanto incapaci di non farlo. Il momento si dilatò, come se avesse dovuto durare per sempre.
“Ma che fai?” la voce di Tiska spezzò l’incanto, il tempo tornò a fluire come aveva sempre fatto: con ottusa regolarità. “Abbiamo un cliente e tu non lo accogli con il dovuto riguardo?” aggiunse la madre di Eryn, lanciandole un’occhiata ammonitrice e subito concentrandosi sul giovane Ramas. Risultò che l’Accolito doveva semplicemente farsi allungare il mantello. Un lavoretto da poco, del quale si sarebbe potuta occupare Eryn.
Durante il breve (troppo breve) tempo che il ragazzo rimase nella tenda, i loro sguardi non smisero mai di rincorrersi.
“Torna domani e avrai il tuo mantello pronto” concluse la madre di Eryn, prendendo l’indumento. “Dimmi, quale nome devo segnare?”
“Volpe d’Argento, signora” balbettò il ragazzo. Quindi si prodigò in un inchino, davvero troppo profondo per una semplice sarta, e uscì dalla tenda.
“Tieni” Disse Tiska, lasciando cadere il mantello nella cesta dei lavori della figlia. Eryn si limitò ad annuire e continuò a rammendare. Solo quando la madre uscì, un’ora dopo, poté prendere il mantello dalla cesta. Vi affondò il viso, ispirando profondamente. “Volpe d’Argento” mormorò, la voce soffocata dalla lana pesante. “Volpe d’Argento”.