Serie tv, fiction, sceneggiati, show televisivi, tv serial o più semplicemente telefilm. L’elenco dei prodotti televisivi di genere fantascientifico, horror, thriller e fantasy che meritano una visione è molto consistente. Ecco qualche consiglio sulle novità di questa annata 2013-2014.
Da Vinci’s Demons è una storia ambientata nella Firenze dei Medici (Medìcci, come li chiamano nella serie), con protagonista Leonardo da Vinci in persona, in qualità di genio folle e visionario, e di una piccola corte di suoi amici e compari. I “demons” a cui allude il titolo non appaiono in maniera concreta e non vi sono elementi fantastici nella serie, se non qualche elemento soprannaturale accennato e piuttosto declinato nello “straordinario” (visioni mistiche, oggetti tecnologici un po’ sopra le righe, sapienze esoteriche segrete). Ovviamente si pesca molto nell’immaginario che circonda il geniale pittore/inventore rinascimentale, con macchine volanti e capacità di analisi deduttive incommensurabili, aggiungendo società segrete, misteri occulti e trame politiche rinascimentali, sulla falsariga dei Borgia. Interessante e abbastanza ben fatto, merita una visione anche solo per ripassare un po’ di storia italiana, seppure ripresentata molto alla buona. Voto: 7.
Hemlock Grove è una serie fantastica davvero ben fatta, dove l’elemento soprannaturale è declinato in molte forme diverse: ci sono i lupi mannari e i “vampiri” ma anche gli esperimenti misteriosi e i poteri mentali (anche gli angeli forse? non aggiungo altro per non spoilerare il finale di stagione) e i cacciatori di mostri e qualcos’altro ancora. Sopra tutti gli altri elementi positivi (trama di fondo, cast, effetti speciali) sono alcuni elementi a farne un prodotto davvero eccellente, che si stacca di qualche metro sopra tutte le produzioni similari: regia azzeccata, atmosfere sospese, languide e orribili, attenzione ai dettagli, fotografia stupenda, ritmi lenti ma in crescendo, un approccio maturo, gotico e ricercato a quello che poteva essere semplicemente un teen drama con i mostri, con un senso generale che riesce a ricordare Twin Peaks e (le migliori puntate di American Gothic). Bello, da gustarsi con calma e concentrazione. Voto: 8.
Sleepy Hollow parte dalle basi lanciate dal noto racconto americano La leggenda di Sleepy Hollow, da cui è stato tratto anche il film con Johnny Depp. Ambientato ai giorni nostri, il serial racconta di come il “soldato speciale” Ichabod Crane, inviato da George Washington in giro a massacrare mostri, abbia sconfitto un Cavaliere senza Testa durante una battaglia senza nome della guerra di indipendenza americana e sia finito in una tomba nascosta per oltre due secoli, risvegliandosi infine ai giorni d’oggi. Il problema è che anche il mostro si è risvegliato e con lui cominciano a venire fuori Cavalieri dell’Apocalisse, demoni, streghe e profezie. Nella migliore tradizione delle produzioni televisive americane, il soldato emerso dalla tomba duecento anni dopo non desta molto scalpore e finisce subito a fare il compagno di pattuglia della poliziotta locale, che a sua volta è ovviamente coinvolta nel giro delle maledizioni che stanno per scatenarsi sul paese. I misteri si rivelano poco a poco e la serie farà man mano luce sul male oscuro che sta dietro l’intera vicenda. Abbastanza dozzinale ma guardabile. Voto: 6.5
Vikings è la versione televisiva della Saga di Ragnarr Lothbrok (Raniero Calzoni di Pelo, ad essere impietosi), una splendida saga norrena di gesta straordinarie, attribuite a un celebre eroe vichingo al confine tra storia e leggenda. Ambientato nell’Alto Medioevo, la vicenda ha come protagonista proprio Ragnarr, la sua famiglia e i suoi compari di scorrerie, oltre ovviamente a donne guerriero, monaci cristiani, re barbari, valchirie, sacerdoti del nord e un campionario realistico e credibile dei personaggi dell’epoca. Realizzato dal canale History, Vikings è un piccolo gioiello, assolutamente attendibile dal punto di vista storico e sociale ma anche pieno di azione, riferimenti all’epica norrena e alla mitologia dei “vichinghi”. Uno degli elementi più interessanti è l’assoluto realismo delle ricostruzioni e dei modi di vita dei predoni del nord, visto che i “buoni” della storia vengono veristicamente rappresentati mentre bivaccano come bestie nei propri accampamenti, saccheggiano e uccidono senza pietà popolazioni inermi, grufolano in condizioni igieniche inesistenti. In ogni caso non si tratta di una serie con il gusto per l’efferato e la violenza, ma molto spazio è lasciato anche a temi come l’onore, il senso della famiglia, la giustizia, la voglia di scoprire e conoscere. Un prodotto eccelso, forse la migliore novità di questa stagione televisiva. Voto: 9.
Under the Dome è una serie tratta dal romanzo omonimo di Stephen King, abbastanza paradossale e improponibile se mi si volesse dare ascolto e già abbondantemente preso in giro nel film dei Simpson. Nella serie tv, una cupola trasparente (o meglio: un misterioso e invisibile campo di forza sferico) appare dal nulla attorno a una cittadina del Maine (ma dai!) e imprigiona la popolazione al suo interno. Il succo del romanzo è che dei “bambini alieni” stanno giocando con questi campi di forza da chissà dove per vedere cosa succede, non credendo che quelle che stanno imprigionando siano persone reali. Quando se ne avvedono, liberano tutti. SIC! Non so se nella serie tv le cose evolveranno in questo modo (visto che si va verso la seconda stagione con molti misteri da svelare), ma la trama è diventata la scusa per mettere in scena conflitti tra personaggi abbastanza inutili, situazioni e scene di panico improponibili, ritorni alla barbarie e cose di questo genere, assolutamente noiose, banali e perfino meno credibili di una cospirazione di bambini alieni. La prima stagione ha un pilota molto ben realizzato ma uno svolgimento in caduta libera nelle 12 puntate successive, fino a ricordare i fallimenti narrativi di Threshold e Invasion. Svolgimento banale e fastidioso, merita appena una sufficienza. Voto: 6.
Banshee, nonostante il titolo che mi ha incuriosito e attirato, non è una serie fantastica e non parla di spiriti della morte irlandesi. Banshee è infatti semplicemente il nome di un villaggio (inventato) della Pennsylvania che sarà l’ambientazione della serie, uno show di azione comunque molto ben fatto, basato su sparatorie, scontri tra criminali di varia entità e pericolosità, cacce al tesoro con diamanti inclusi, battute brillanti e facce da duro da prendere a pugni. Ricalcando la storia di Bambino in Lo chiamavano Trinità, il protagonista appena uscito dal carcere nella puntata pilota e già inseguito da sicari (bellissime scene iniziali, quasi da capolavoro) incontra il nuovo sceriffo che stava per arrivare in città e assiste alla sua morte per rissa, seccando i rissaioli. A quel punto poi, visto che in USA queste cose si possono fare, assumerà come niente l’identità dello sceriffo morto e diventerà il nuovo tutore della legge di Banshee, scontrandosi da allora in poi con gaglioffi locali e vecchi nemici, nonché con il cattivone del villaggio: il terribile macellaio mormone Kai Proctor. Serie di azione abbastanza ben realizzata, con momenti molto buoni ma qualche caduta di stile qua e là. Voto: 7.5
Witches of East End è ispirato a un romanzo urban fantasy per young adults o ragazzine, primo di una serie chiamata Beauchamp Family. Il concetto è quello di sfruttare il genere teen monster drama già visto coi vampiri in alcuni titoli che non nomineremo e rigirarlo attorno al conetto di streghe, stregoni e stregonerie. Protagoniste sono le donne di casa Beauchamp, due sorelle e la loro madre (+ la zia), le prime due maledette da secoli a morire e rinascere, mentre le altre due immortali, tutte dotate di poteri femminili-stregoneschi derivati da antiche divinità norrene. L’elemento soprannaturale è completamente stemperato da quello di amorini e chiacchiere, che sembrano essere il succo della storia. Non è certamente il mio (sotto)genere, ma forse potrebbe essere il vostro. magari dategli un’occhiata… Troppo teen e troppo drama per piacere ai duri e agli amanti del vero fantastico. Voto: 5.
The Bridge è una serie investigativa e thriller ambientata tra Messico e Texas “il ponte” metaforico tra due realtà molto diverse a livello politico, sociale e criminale: El Paso e Ciudad Juarez. In realtà l’intera idea è un riciclaggio della serie “Brom” ambientata invece attorno al vero ponte che unisce Danimarca e Svezia. Uno a zero per l’Europa. La storia coinvolge serial killer, tratta di prostitute, cartelli criminali, trafficanti, assassini, poliziotti deviati e ogni sorta di malaffare, ma soprattutto il divario evidente tra gli opulenti Stati Uniti e il miserabile Messico, nonostante buoni e cattivi siano equamente distribuiti tra le due parti. Un buon thriller, rovinato forse da molti cliché e dalla volontà di caratterizzare la protagonista femminile come “geniale pazzoide“, quando bastava una persona normale. Discreto, forse un po’ troppo esagerato, non certo un capolavoro. Voto: 7.
Once Upon a Time in Wonderland è lo spin off (discutibile) della serie tv Once Upon a Time (già abbastanza inutile nella seconda stagione). Lasciati da parte i protagonisti dell’altro serial, qui si seguono le vicende di Alice, Bianconiglio e Fante di Cuori più altri personaggi, alcuni dei quali presi a pie’ pari da “fiabe” che non c’entrano nulla tra loro o con le vicende narrate da Lewis Carroll: Jafar, il genio e Will Scarlet di Robin Hood per esempio. La volontà di mescolare tutto in un fantasy un po’ allucinatorio a volte funziona, ma secondo me la struttura in generale scricchiola abbastanza. Come nel caso della serie matrice, tutti i personaggi di riferimento derivano dalle versioni Disney delle varie favole e leggende narrate, visto che la ABC che trasmette lo show è appunto proprietà della Walt Disney. Comunque, tra terza stagione di Once upon a time (ambientata sull’Isola che non c’è) e questa versione in Wonderland si fa un continuo ripasso di personaggi assurdi calati in vicende intrecciate all’inverosimile e il pregio maggiore delle due serie è proprio quello di aver creato un interregno implausuibile ma almeno “originale” in cui tutti i personaggi delle fiabe coesistono e combattono tra loro. Simpatico, ma impossibile sospendere l’incredulità di fronte alle ondate di assurdità e gli intrecci tra favole. Voto: 6.5
tanta carne al fuoco (o sul video)!
non conoscevo vikings, mi incuriosisce assai e penso proprio che la vedrò nonostante non sia propriamente il mio periodo storico preferito.
ci si avvicina di più da vinci’s demons, anche questa da guardare
di under the dome ho visto alcuni episodi, non mi sono piaciuti, li ho trovati in effetti un po’ dei fallimenti narrativi, per riprendere la tua espressione
di once upon a time ho visto la prima stagione che non era poi da buttare (mi piaceva un sacco cappuccetto rosso-lupa mannara) il livello generale della seconda stagione mi è parso scendere.
the bridge sembrerebbe un poliziesco niente male
Vikings consigliatissima. E’ bella, è culturalmente attendibile e molto ispirante, permette di conoscere una figura leggendaria eccezionale e una bellissima saga nordica. Inoltre è ben fatta e ci sono belle scene di combattimento, davvero realistiche…
Sleepy Hollow all’inizio non sembrava neanche male. Sicuramente trash ma promettente. Purtroppo dopo qualche puntata è scaduto tantissimo e non ce l’ho più fatta a seguirlo.
Vikings invece sembra figo!
Mi faceva morire il concetto di “uomo del Settecento risorto cacciatore di demoni che fa coppia con agente locale”. Ma se vado io negli USA mi mettono di pattuglia con un agente che ha appeno perso un compagno?
Ciao Mauro,
complimenti per il blog, davvero.
Concordo in pieno sul 9 a Vikings, è proprio ben fatta.
Da Vinci’s Demons io non riesco a reggerlo… sarà proprio per la storia “alla buona”, sopratutto se narrata in stile e lingua (e occhio culturale) anglosassone.
Hai per caso visto “Copper”? Iniziata nel 2012, seconda stagione quest’anno. Prodotta da BBC America. Si riconosce il tocco BBC-British di Sherlock Holmes, ma il tutto ambientato a New York nel 1864, un setting pari pari quello di “Gangs of New York” di Scorsese. Davvero un bel poliziesco, la prima stagione merita.
P.S. Immagino Sons of Anarchy non rientrasse nel genere fantastico “da paura” 😉 ( SAMCRO m/ )
Copper mi manca… devo recuperarla senz’altro! Grazie per la dritta! 🙂 SOA invece la conosco ma non sono riuscito a farmela piacere, anche se ho letto che le ultime stagioni migliorano molto. Comunque potrebbe finire nello speciale “I classici” se mi dovessi decidere a scriverlo finalmente…
Onestamente sleepy Hollow non mi sta piacendo e alla seconda puntata l’ho abbandonato. Capisco l’essere una serie fantastica, ma non c’è alcuna reale motivazione per cui Icabod Crane dovrebbe essere accettato dalla polizzia e la parte George Washington cacciaotre di streghe e la guerra di indipendenza americana come scontro fra bene e male è molto trita.
Dracula di cui non hai parlato invece mi ha piacevolmente sorpreso. Non sono un fan dell’idea delle lampade aliumentate ad etere ma credo che prederà gli appassionati di steampunk e tardo periodo vittoriano protando ad una conferma per la seconda stagione.
Per Under the Dome temo la traduzione in italiano dei life motives “pink stars are falling” ma soprattutto “a new monarc will be crown” anche perchè è nella mancanza di genere dell’inglese che la frase ha il suo senso.
Per Banshee aspetto con ansia la seconda stagione.
Davinci Daemon’s l’ho droppato per mancanza di tempo e per una certa non condivisione del punto di vista da cui si guarda la storia.
Tristemente ho mancato Vikings e dovrò rimediare.