A scuola, ai miei tempi, insegnavano di come Cristoforo Colombo fosse partito da Porto Palo il 3 Agosto del 1492 e avesse affrontato l’Atlantico per oltre 2 mesi, fino a sbarcare il 12 Ottobre a San Salvador. Le tre caravelle, le navi cariche di galeotti perché nessun marinaio onesto voleva intraprendere il viaggio, tempeste e marosi, bonacce e rischio di ammutinamenti, cibo a bordo per un anno, le perline per gli indigeni, il bacio a terra non appena sbarcati, lo sceneggiato Rai…
Scopro a 35 che non è vero nulla…
Ricominciamo.
Cristoforo Colombo partì da Palos de la Frontera il 3 Agosto del 1492, discese lungo la costa europea e africana fino alle Canarie e raggiunse La Gomera l’11, dopo appena 8 giorni di viaggio scarsi. A quanto pare già nella prima settimana di viaggio c’erano stati diversi contrattempi, come la rottura del timone de La Pinta e il distanziamento delle tre navi (tra l’altro, la Santa Maria non era una “Caravella” ma una Caracca).
Insomma, arrivano alle Canarie l’11 Agosto 1492 e ripartono da lì il 6 Settembre.
27 giorni, quasi un mese, trascorsi alle Canarie. A fare rifornimenti, ad aspettarsi gli uni con gli altri, a gozzovigliare. Un mese alle Canarie! A spese degli armatori e della Corona di Spagna… Ecco il vero spirito dell’avventura italiana!
Non solo lo scenario di questa “piccola tappa” era quello di alcune delle isole più incantevoli del mondo, ma è anche probabile che Colombo avesse fissato quel “breve scalo” per ricongiungersi con tale Marchesa Beatriz de Bobadilla, che aveva un castello proprio a La Gomera ed era più o meno reggente dell’isola dalla morte del marito. La bella marchesa aveva, si diceva, una tresca con il re di Castiglia Ferdinando e con lo stesso Cristoforo Colombo e fu lei a consigliare il Re a concedere a Colombo il proprio beneplacito per l’impresa delle Indie.
Insomma, nel bel mezzo della scoperta geografica più importante della storia, Colombo fa una pausa di un mese alle Canarie e si gode l’ospitalità della sua bella marchesa. “Ciao cara, io vado alle Indie… E’ una missione importante, che ti credi?” E poi via dalla Beatriz…
Le tre navi ripartiranno da La Gomera il 6 Settembre. Il navigatore genovese contava di raggiungere allora il Cipango (Giappone) in meno di un mese, sbagliando i suoi calcoli in maniera impressionante. Raggiunse invece i Caraibi in 36 giorni e la storia futura ci insegna che i regnanti di Spagna e i conquistadores del nuovo mondo se lo fecero bastare. Gli annali ricordano tra l’altro che Colombo affermò di aver visto di notte la costa a 30 miglia di distanza e si aggiudicò così il premio di diecimila maravedí che il re Fernando aveva promesso. I genovesi, si sa, in queste cose hanno gli occhi buoni…
Insomma, il primo viaggio di Colombo nelle Indie Occidentali (bel modo di salvare la faccia, quello di chiamarle così, vero?) durò più o meno la metà di quello che si impara a scuola, vista questa piccola “deviazione segreta” delle Canarie, durata complessivamente quasi la metà dei giorni effettivi di viaggio.
Anche il secondo viaggio per le Americhe passò dalle Canarie. Questa volta, l’impresa fu finanziata meglio: le navi erano ora 17 e l’equipaggio più che decuplicato. Stavolta la sosta a La Gomera fu di una decina di giorni e da lì la traversata dell’Atlantico ne durò solo 21 fino all’attuale Dominica.
Perfino nei due viaggi seguenti le rotte passarono ancora per le Canarie, di nuovo La Gomera nella terza spedizione e Gran Canaria nella quarta, ormai morta neanche quarantenne la bella Marchesa Beatriz. Pace all’anima sua, che probabilmente fu l’artefice segreto di tutta questa baraonda delle Indie. Tira di più una marchesa che tutto l’oro degli indios…
A quanto pare, l’evento cambiò anche le prospettive del navigatore genovese, per cui la quarta spedizione fu anche l’ultima.
A ricordo di questa predilizione per le belle isole alla fine del Vecchio Mondo e questi “incontri segreti” alle Canarie, oggi La Gomera ha dei veri e propri itinerari dedicati al navigatore e ricorda in edifici vecchi e nuovi il luogo dove questi ha dormito, mangiato e pregato, prima di salpare verso l’infinito Occidente.
Se non erro, anche il primo ritorno fu abbastanza burrascoso e strano, con continue soste, pur di non andare in Spagna ad annunciare la “scoperta”.
Strano vero? Ma quando c’è di mezzo Colombo le cose non sono mai nitide, né semplici
La Gomera e’ un bel posto e anche interessante da visitare (soprattutto per motivi naturalistici), ma con una visita in giornata (si trova tutto organizzato, incluso traghetto).
Passare piu’ di una giornata su un’ isola dove l’unico paesino sorge tra due stradine (e quindi immaginatevi il numero di abitanti in proporzione) puo’ essere un filino noioso per chi non ci e’ nato.
Mah, prima o poi mi ci trasferisco per sempre… Le foreste di laurisilva mi affascinano veramente molto…
@Massimo, sì i viaggi di Colombo e dei Conquistadores sono pieni di zone grigie, ma questo apre anche molti spiragli all’immaginazione, il che è sempre divertente!
Le foreste sono molto affascinanti, ma per il momento non sento un grande richiamo alla vita in isolamento…;-)