A Tenerife si trova il Drago più grande e longevo del mondo. Non è fantasy ma botanica, anche se molte sono le leggende e i miti intrecciati al Drago. Si tratta della Dracaena Drago di Icod de los Vinos, il cosiddetto “Drago Millenario”.
Gli Alberi del Drago e il Sangue del Drago
I “Dragos”, le Dracaena Draco, vivono soprattutto in Macaronesia “le Isole dei Beati“, quella regione insulare all’estremo occidente del Vecchio Mondo, oltre le Colonne d’Ercole costituita da Canarie, Azzorre, Madeira e altre isole meno conosciute dell’Atlantico. Questi Alberi del Drago sono molto noti dalle fonti antiche, così come la preziosa linfa che veniva estratta dai loro tronchi e venduta come “Sangue del Drago“.
Il sangue del drago viene nominato da alcuni testi naturalistici, come il Periplus maris erythraei, scritto probabilmente in greco da un mercante egiziano del I sec. d.C., il De Materia Medica del medico, farmacista e botanico Dioscoride Pedanio e la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Proprio quest’ultimo ne racconta anche l’origine, narrando lo scontro letale tra un elefante e un drago e il mescolarsi del sangue dei due animali (N. H. XXXIII, 38):
[box]Milton vocant Graeci miniumque cinnabarim. unde natus error inscitia nominum.
Sic enim appellant illi saniem draconis elisi elephantorum morientium pondere permixto utriusque animalis sanguine, ut diximus, neque est alius colos, qui in pictura proprie sanguinem reddat. illa cinnabaris antidotis medicamentisque utilissima est at, Hercules, medici, quia cinnabarim vocant, utuntur hoc minio, quod venenum esse paulo mox docebimus.[/box]
“I Greci chiamano questo minerale rosso “Miltos” e danno al Minio il nome di Cinabro e da questi due significati della stessa parola nasce l’errore. E così infatti quelli chiamano la materia generata dai draghi schiacciati sotto il peso di elefanti morenti e mescolata del sangue dei due animali, come già detto (la storia delle lotte tra Draghi ed Elefanti è raccontata da Plinio in un’altra parte della Naturalis Historia). Invero, questo (il Minio, chiamato Cinabro dai Greci) è l’unico colore che nella pittura può davvero restituire la tonalità del sangue. Questo Cinabro è inoltre un ingrediente estremamente utile in antidoti contro il veleno e vari medicamenti. E tuttavia, per Hercole!, i nostri medici confondendo il minio vegetale e quello minerale danno quest’ultimo ai loro pazienti e in questo modo li avvelenano.”
Tra i tanti prodotti “chimici” del mondo antico, quello che mercanti, carovanieri e speziali vendevano nelle grandi città del bacino mediterraneo come sangue del drago (o Minio o Cinabro) erano sostanze di diversa origine e natura. C’era per esempio sicuramente il cinabro vero e proprio, ovvero il minerale da cui si estraeva il mercurio attraverso la forma cristallina del solfuro di mercurio. Una mistura contraffatta che vendeva smerciata poi ai clienti meno accorti o a quelli che volevano risparmiare era composta da sangue di bue, sorbo secco e polvere di terracotta.
La maggior parte dei carichi di sangue di drago “originale” (in questi casi chiamati anche “vero sangue di drago” o “cinabro vegetale”) erano invece composti dalle resine essiccate o semiliquide estratte dalle differenti specie di quattro distinti generi botanici: Pterocarpus, Croton, Daemonorops e, appunto la Dracaena. Tra tutte queste modalità, l’incisione del tronco della Dracaena Draco delle isole Canarie e della Dracaena Cinnabari di Socotra (isola a sud dello Yemen) era senz’altro la più celebrata e diffusa fonte di sangue del drago dell’antichità.
Il Drago Millenario di Icod de los Vinos
Oggi, la Dracaena più grande e antica del mondo è il cosiddetto “Drago Millenario” di Icod de los Vinos (un comune di Tenerife), un esemplare colossale dichiarato “Monumento Nazionale” spagnolo quasi cento anni fa, nel 1917. Misura 18 metri di altezza e la circonferenza alla base è di 20 metri, mentre oltre 300 sono i rami principali.
La protezione di questo esemplare è stata negli scorsi decenni al centro dell’attenzione delle amministrazioni comunali di Icod de los Vinos e oggi questo esemplare è perfettamente in salute, circondato da ettari di parco tematico, nonché pubblicizzato come una delle attrazioni principali di Tenerife. Ed effettivamente vale la pena di fare un salto in questo paese molto caratteristico e fermarsi un po’ attorno a questa pianta colossale.
L’età del Drago di Icod è stata calcolata tempo addietro in più di tremila anni, una stima che faceva il paio con quella dell’altro famoso Drago di Tenerife, quello di Orotava, considerato dallo studioso Alexander von Humboldt vecchio di seimila anni. Entrambe le stime sono state poi confutate. Il Drago di Orotava era comunque più vecchio di quello di Icod ma fu strappato via dal vento oltre cento anni fa, lasciando il primato di Dracaena più grande, antica e importante del mondo al “Drago Millenario” di Icod, la cui età sarebbe comunque di 800-1000 anni.
Quando fiorisce pienamente, il Drago di Icod è ancora in grado di produrre oltre 1500 fiori e da tanti suoi semi sono stati ricavate numerose altre Dracaene, che sono poi state piantate tutto attorno nel parco e in giro per le Canarie. Da questo Drago non viene però più estratto il Sangue, che probabilmente, data l’estrema longevità della pianta, avrebbe oggi degli effetti sconcertanti rispetto a quelli classici del cinabro vegetale degli alchimisti.
Se venite a Tenerife fate senz’altro una tappa a Icod de los Vinos e andate a visitare il Drago. Oltre alla gradevolissima scampagnata potrete portarvi a casa una bustina di semi del Drago più antico e grande del mondo e provare a allevare coltivare la sua progenie a casa vostra.
Vale veramente la pena di farsi questa scampagnata… bel giretto e buon vino e ron miel in vendita a due passi dal “drago”…;-)
Il ron miel è eccellente…