La genesi di Kata Kumbas raccontata da uno dei due autori del gioco originario. Un racconto esclusivo e inedito a un mese dall’uscita della nuova edizione!
Kata Kumbas sta per tornare! Il primo gioco di ruolo italiano è stato riadattato per il regolamento bestseller Savage Worlds da Umberto Pignatelli e vedrà la luce in una Edizione Selvaggia a Lucca Comics & Games 2015.
Massimo Senzacqua, uno dei due autori originari, è stato coinvolto nel rilancio del gioco fin dall’inizio e ci sta regalando settimana dopo settimana molte chicche e curiosità sulle prime due versioni del gioco.
Ed ecco quindi adesso un documento inedito e stupefacente: la cronaca della nascita di Kata Kumbas!
La genesi di Kata Kumbas (parte prima), di Massimo Senzacqua
In principio era la Fantasy MAM, un’associazione ufficiale (tessere, iscrizioni, libri contabili etc.) rivolta agli impallinati dei GDR. Correva, e solo Dio sa come filava veloce, la seconda metà degli anni ’70 e cominciavano a circolare le prime copie, spesso Xerox-riprodotte, di Dungeons & Dragons.
Il curioso e banalotto acronimo dell’associazione “MAM” era dato dal nome dei soci fondatori: Massimo L., Agostino C. e Massimo S. nonché dalle rispettive compagne Marilia, Antonella e Marina.
Il primo frutto maturato nell’associazione è stato una singolare sinossi in italiano di D&D, opera di Massimo L.
A quel tempo l’inglese non era masticato molto bene dalla generazione di giocatori nati negli anni ’50. Il prezioso opuscoletto (ricco di numerose licenze rispetto all’originale) era stato prodotto per uso interno all’associazione ma in breve tempo, senza volerlo, fece il giro d’Italia e contribuì non poco alla diffusione del gioco di ruolo.
Come in tutti i triangoli, i rapporti interpersonali tra i soci fondatori erano costantemente conflittuali: su qualunque pensiero, iniziativa e interpretazione delle regole si creava sempre una contrapposizione due contro uno che, alla lunga, corrose la Fantasy Mam e deteriorò irrimediabilmente anche l’amicizia.
Massimo L. era un integralista, conservativo per natura, autorevole e paludato come un membro del direttorio; Massimo S. era ed è un situazionista, un intellettuale un po’ snob, un insofferente alle regole e all’autorità sotto qualunque aspetto si palesi. Agostino era un geniale bipolare, eccessivo, generoso e caotico. Insomma, la coesistenza dei tre si rivelò da subito molto difficile.
A Dio piacendo fu partorito il numero zero de “La voce del drago”, organo ufficiale della Fantasy Mam e prima fanzine italiana dedicata ai giochi di ruolo.
Buono il contributo delle compagne dei soci fondatori al numero “0” : articoli, disegni, qualche idea, impaginazione. Dopo il primo entusiasmo, però, la fiamma cominciò a farsi sempre più fievole, fino allo spegnimento completo del fuoco… E così dal primo numero “ufficiale” subentrò via via un gran numero di giocatori incalliti e di inventori in potenza (Alegi, Angiolino, Lotronto) e la presenza femminile scomparve senza lasciare tracce.
Già a partire dal numero 2 la fanzine (ma anche la Fantasy Mam) passò dunque in mano ad un manipolo di ottimi esperti di GDR, mentre i soci fondatori si limitavano ad esercitare una sorta di supervisione o di patria potestas su articoli e contributi vari. Il loro tempo era fin troppo impegnato in pubbliche dimostrazioni e discussioni ideologiche senza fine. Ma il gioco che andavano proponendo non era più D&D nella sua forma integrale.
Agostino, manager Olivetti di alto livello, riuscì, forte delle sue conoscenze e della sua abilità comunicativa, a contattare Dave Arneson (uno dei creatori di D&D) di passaggio a Roma. All’incontro, in un bar di via dell’Orso, non partecipò Massimo L. che non fu mai contattato e non lo venne mai a sapere.
Ad Arneson, che stava ultimando un GDR chiamato Adventures in Fantasy, fu fatto omaggio dei primi numeri della fanzine e Agostino, in un inglese sfacciato e improbabile, raccontò che stavamo preparando un Role Playing tutto italiano (?), svincolato dalle logiche e dalle ambientazioni di Dungeons & Dragons.
Di quell’incontro un po’ carbonaro e senza seguito, dopo tanti anni, resta il ricordo di un uomo mite e generoso che ci riempì di aneddoti e si riempì la pancia di otto tramezzini e quattro cappuccini.
Non ci siamo mai vantati di aver conosciuto un mito anzi, ad essere sinceri, è la prima volta che ne parlo. Sono l’unico testimone vivente (Ago se n’è andato nel 2005, Arneson quattro anni dopo) e non potrò, per questo, essere sbugiardato da nessuno…
All’inizio degli ’80 la Fantasy Mam cominciò ad evaporare e con fatica uscì anche l’ultimo numero della fanzine. Le divisioni interne si facevano sempre più marcate con la gestazione di un gioco nuovo del quale, per il momento, esisteva solo il nome, trovato da Agostino: Kata Kumbas. KK come D&D, T&T (Tunnels and Trolls) V&V (Villains and Vigilantes)…
😀
Bello! Mi piacciono molto, questi “dietro le quinte” del gdr. 😀
Peccato, però, sentire dell’amicizia stropicciata durante il progetto…
Queste son cose che capitano spesso, anche se rimane un peccato…