Morgana “le Fay”, è una figura delle leggende bretoni e arturiane che assume molteplici ruoli e aspetti, come tanti altri personaggi del mito. Ecco quali!
Morgana – Morgana “le Fay” (le fée o “the fairy” e cioè… la “fata” o ancor meglio “la fatata”), la Regina Morgana, la Fata Morgana, Morgan, Morgen, Morgaine, Morgain, Morganna, Morgant, Morgane, Morgne, Morge, Morgue e altri nomi similari – è un personaggio noto principalmente grazie ai cicli delle leggende arturiane. Come tanti personaggi del mito e delle leggende, la sua figura nasce da un insieme di suggestioni e fonti disparate, si unisce in un corpus più o meno coerente e infine si disperde nuovamente in tanti rivoli di derivazioni e suggestioni diverse.
Partendo dalla fine, dai giorni nostri, Morgana è uno dei personaggi più in vista dei brand e delle storie che trattano o riprendono le suggestioni arturiane e le leggende medievali. Dopo il Mago Merlino in persona, Morgana è considerata l’incantatrice più abile e potente del ciclo arturiano, una vera e propria testa di serie che scavalca personaggi femminili analoghi come Viviana, Nimue, Morgause, Elaine e la Dama del Lago…
A parte film e serie tv più recenti, basti dire che Morgan le Fay è oggi anche un personaggio dell’universo Marvel (e dunque Disney).
Morgana è nota essenzialmente come “Fata” nonché malvagia avversaria di Re Artù e Merlino, nonostante il personaggio abbia avuto molte sfaccettature, prima di arrivare ai cicli del Graal e a quelli post-Vulgata.
Per alcuni, il nome e l’origine del personaggio potrebbero derivare da quelli della Dea Modron, una figura divina del Galles, a sua volta derivata dalla Dea Matrona latina, divinità simbolo della maternità e della donna, ma anche del destino (Parche, Moire, Norne). Se questo fosse vero, Morgana, con una serie di rimpalli tipici della mitologia e della narrazioni leggendarie, parte dal Mediterraneo come Dea Madre e “Moira”, rimbalza nel mondo bretone e gallese come Modron/Morgan e ritorna indietro nel mondo franco-italico come “Fata Morgana”.
In realtà, l’origine del nome e della figura appare più certa seguendo un altro percorso etimologico. La prima apparizione del nome arriva infatti dalla Vita Merlini di Goffredo di Monmouth ed è Morgen, che secondo altri studiosi è una parola in gallese antico o nella lingua bretone, che significa “Nata dal Mare” Mori-gena, la cui forma maschile “Mori-genos” sopravvisse nel medio gallese come Morien. Un nome collegato a questo è quello medio-irlandese di Muirgien, il nome dato alla sirena Li Ban, quando questa rinunciò all’immortalità e al suo retaggio fatato per divenire una donna cristiana. Anche in questo caso il nome significa “donna del mare”, “marina”.
Le Morgen, Morgan o Mari-Morgan sono dunque esseri leggendari delle acque gallesi e bretoni, che facevano affogare gli uomini. Potevano attirare gli uomini con la loro bellezza o con scorci di edifici con giardini d’oro o di cristallo nascosti sott’acqua, erano eternamente giovani e sedevano in acqua pettinandosi i capelli, in attesa di un incauto passante… Ed erano responsabili, nella cultura popolare, delle più gravi alluvioni e inondazioni, quelle che distruggevano le colture e i villaggi. Nella leggenda dell’inabissarsi della città bretone di Ys, Dahut, la figlia del re, dopo il cataclisma diventa proprio una “morgen”.
La citazione di Goffredo di Monmouth è proprio relativa a una di queste creature: (una) Morgen che governava Avalon, La cosa più interessante è che in questo primo accenno, la Morgen in questione (ormai divenuta nome proprio) è una figura benevola e positiva, una guaritrice e una maga bianca.
Le connotazioni negative, assieme alla qualifica di Morganda Fatata, “the Fairy” “le Fay” (la Fata, l’essere fatato), arriveranno solo nelle versioni successive, specialmente di ambiente francese.
La Morgana delle origini non è dunque sorellastra di Artù, bensì un personaggio del tutto separato (per lo meno dinasticamente), la maggiore di nove sorelle che abitano l’Isola di Avalon (Insula Pomorum – l’Isola dei Meli), dove viene accolto e custodito Re Artù dopo la sua ultima fatale battaglia. Le nove sorelle citate da Goffredo di Monmouth (le altre si chiamerebbero Moronoe, Mazoe, Gliten, Glitonea, Gliton, Tyronoe, Thiten e Thiton), sarebbero un gruppo di esseri leggendari, figlie del Re di Avallach (Avalon) o ancora sacerdotesse di una tradizione cultuale ancestrale di cui sappiamo invero molto poco. “A conclave of nine virgin priestesses believed to hold magical powers, who might be approached by those who sailed to consult them” secondo Robert Graves.
Una possibile mitica localizzazione di Avalon, l’Insula Avalonia, è un’isola conosciuta in qualche modo ai Greci e ai Romani, essendo stata menzionata da Artemidoro di Efeso e da Pomponio Mela. Oggi questa isola è identificata infatti con Île de Sein, l’Isola di Sena, un isoletta brulla (senza alberi di melo, perlomeno oggi), al largo delle coste bretoni di Finisterre. Sarebbe stata una sede eccezionale del druidismo e “l’ultimo luogo d’Europa ad essere cristianizzato”, nel XVII secolo. Fino a tale data infatti, quest’isola era la dimora di un culto druidico di vergini chiamate Gallisenae, o di quello che ne rimaneva.
Ecco cosa ne dice Pomponio Mela:
A questo punto va ricordato che “Avalon” non è detto sia con certezza identificabile con Sena. Altri commentatori la immaginano su altre isole, nel remoto occidente oltre il mare, sulla terraferma (a Glastonbury) e perfino in Sicilia: anzi, questa è addirittura l’interpretazione più diffusa secondo la maggior parte delle fonti!
Morgana in Sicilia: ricordiamo a questo proposito ad esempio le leggende della Fata Morgana nello Stretto di Messina e di Re Artù sepolto nell’Etna!
Ci sarebbero quindi queste maghe-sacerdotesse dei mari e dei venti, guaritrici, che avrebbero preso in carico Artù morente, per custodirlo (e guarirlo?), e Morgana (Morgen, “la sirena, la fata del mare, la maga marina”) sarebbe una di esse. Sena era un luogo magico, situato nei mari ad occidente del mondo conosciuto, un’Isola Sacra, un’Isola dei Beati, con presenze megalitiche e culti druidici (due elementi che uniscono bretagna e isole britanniche).
Potrebbe quadrare.
Morgana dunque come strega del mare, sirena bella e ammaliante, maga guaritrice e seduttrice, esperta di incantesimi del vento e delle onde, essere a metà tra il sovrannaturale, il sacerdotale e il magico, tra l’inquietante e il vivificante.
Ci piace pensarla così.