“Spaghetti Fantasy” è la nostra risposta al fantasy più comune che gira oggi per le librerie: un fantasy declinato “all’italiana”. Di cosa si tratta?
Non vi sarà sfuggito, o almeno così spero, che la settimana scorsa abbiamo lanciato l’antologia “Zappa e Spada” e il concorso ad essa collegato sul sito di Acheron Books!
In allegato al bando del concorso, c’è anche quello che abbiamo chiamato “Il Manuale del Narratore”, che tra le altre cose spiega cosa intendiamo per Spaghetti Fantasy.
L’amico (ma soprattutto bravissimo autore) Davide Mana riporta che un’etichetta “Spaghetti Fantasy” è usata in Francia per indicare i peplum e i cloni di Conan e di Mad Max usciti negli anni ’80…
Da parte nostra, siamo partiti da molto più indietro nel creare questo slogan e, magari un giorno, questo possibile sottogenere del fantasy.
Ecco dunque il nostro “Manuale del Narratore” e la nostra idea di “Fantasy all’italiana”.
Spaghetti Fantasy – Lo “Sword & Sorcery rurale all’italiana”
Spada e Sortilegio
Per prima cosa, il nostro Spaghetti Fantasy è correlato all’immaginario e alla tradizione dello Sword & Sorcery, dell’Heroic Fantasy e del Grimdark Fantasy: racconti dove il soprannaturale è inquietante, inconoscibile e privo di regole; dove non sono dei, paladini e draghi a farla da padroni ma tagliagole, banditi, barbari e stregoni, pronti a uccidere e morire per un sacchetto di monete di rame o l’amore di una schiava.
In particolare vedo molto appropriate storie con una ridotta componente soprannaturale (low magic), vicende grette e terrene piuttosto che epiche, e personaggi chiaroscurali. Niente High Fantasy, Epic Fantasy e similari, in questi territori… gli universi rutilanti di prodigi e magie apocalittiche alla Magic o D&D sono un po’ troppo sopra le righe per quello che abbiamo in mente.
Spaghetti Fantasy
Se conoscete il genere “Spaghetti Western” sarà facile declinare il Fantasy allo stesso modo in cui i registi italiani degli anni ’70 hanno reinventato il Western americano. Basterà (quasi) sostituire il “Pistolero Senza Nome” protagonista di tante storie dei nostri western con un più opportuno “Spadaccino Senza Nome” e il gioco sarà (quasi) fatto…
Come gli antieroi e le canaglie degli Spaghetti Western, i protagonisti del Fantasy all’italiana non saranno “eroi” con motivazioni idealistiche, ma piuttosto cacciatori di taglie, mercenari e banditi mossi da interesse, necessità o fatalità.
Il “nostro” Fantasy non sarà ottimista né tantomeno moralista e presenterà probabilmente il denaro come unico vero interesse dei personaggi. Rispetto all’High Fantasy o all’Epic Fantasy, in genere le storie e le scene sono più cruente, i personaggi più cinici e dalla caratterizzazione più semplice. Le nobili imprese e le grandi gesta sono lontane, e i nostri sono probabilmente eroi popolani, avventurieri di terza scelta o canaglie.
La distinzione fra buoni e cattivi tenderà a scomparire e tutti i personaggi, anche quelli “positivi”, appariranno in genere cinici, trasandati, sporchi, ma in fondo verosimili. Ambientazioni e scenari saranno inospitali, i villaggi appariranno desolati e polverosi, le strade pericolose e deserte. Non saremo quasi mai “nel cuore dell’impero” o nelle grandi città, ma in sconosciuti villaggi di frontiera, province selvagge e contrade del tutto dimenticabili. La vita è dura e ci sarà probabilmente tantissima violenza e azione prima che la storia finisca, a volte spinta ai livelli più estremi.
Rurale e “all’Italiana”
Fermi restando i punti precedenti, il “nostro” Spaghetti Fantasy conterrà degli elementi “rurali” o “all’italiana”: popolani affamati, villani divenuti avventurieri loro malgrado, contadini a cui è stata strappata la terra da orrendi mostri, canaglie in cerca d’ingaggio, tagliagole di campagna, laidi tavernieri che allungano il vino col veleno, fattucchieri che sbarcano il lunario curando i vitelli, problemi legati alle contrade più dimenticate, mostri di “provincia” e quant’altro…
Immaginate “un Fantasy ambientato in Molise”, nell’Italia pecoreccia di Brancaleone da Norcia, di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, o nella Laitia di Kata Kumbas…
Qualcosa che ricordi il Margutte, i Cantari medievali, le storie di Paladini e il fantasy rinascimentale dell’Orlando Furioso, ma senza l’epica… lasciando solo il fascino del paesaggio italico pieno di castelli e rovine, di vecchie strade imperiali ricoperte di erbacce, di boschi e monti selvaggi, di coste soleggiate e mari solcati da velieri e galee. Qualcosa di più vicino alle storiacce del Decamerone che alle vicende di Re Artù.
Eppure proprio lì, proprio allora, squisitamente all’italiana!
Mondi Fantastici
Ma allora questo Spaghetti Fantasy è un “Fantasy Storico ambientato nell’Italia Medievale”? Direi di no. Sicuramente non solo e non principalmente.
Non è necessario infatti che i territori dello Spaghetti Fantasy siano riconoscibili, purché il contesto ricordi le soleggiate e perdute lande italiche, i suoi castelli, le sue leggende, i suoi zotici e i suoi mostri. Dopotutto, dove sono ambientate le storie degli Spaghetti Western? “Da qualche parte vicino al confine col Messico” è più che abbastanza, in un west mitico e irreale, dove è davvero raro trovare riferimenti chiari a storia e geografia concrete.
E così vorremmo che sia lo Spaghetti Fantasy: mondi fantastici senza nome, da qualche parte a metà tra geografia reale e immaginaria, tra storia e leggenda.
In particolare, come diceva qualcuno, ci piacciono quei Mondi Secondari fantastici “dove tutti gli uomini sono forti, tutte le donne sono bellissime, la vita è sempre avventurosa, ogni problema ha una soluzione semplice, e nessuno parla mai delle imposte sul reddito, del disadattamento o delle assicurazioni”.
Ironia sì o no?
Lo Spaghetti Western passava da toni da grande tragedia a quelli ironici di Bud Spencer e Terence Hill, senza contare le sue parodie. E lo Spaghetti Fantasy? Vorremmo che il tono generale fosse leggero, appassionante, emozionante e divertente.
Ci piacerebbe leggere racconti che citino o ammicchino ai capisaldi del genere, smaliziati e ironici, senza però arrivare nei territori del surreale, dell’umoristico o del demenziale, né perdere di vista combattimenti, avventure, colpi di scena e trame emozionanti. Insomma, più Ettore Fieramosca che Attila, Flagello di Dio…
Azione, stile, maniera, intrattenimento: questo è quello che lo Spaghetti Fantasy può essere.
Sapessi scrivere vi racconterei del Sergente Orecchio e di bambini rapiti nelle losche faccende dei Regni di Mezzogiorno o come amichevolmente chiamati dai gretti abitanti “Rei de la Merda”… Ma voi siete sicuro più bravi 🙂 forza!
Buongiorno.
Probabilmente e per vie del tutto traverse io scrivo Spaghetti Fantasy, e sto realizzando una collana tutta mia ambientata in un mondo fantastico ispirato all’Europa. Ci sono repubbliche mercantili, imperi militari, feudi vasti come uno stato e stati grandi quanto una vallata, magia in varie forme, creature fantastiche e tutto il bestiario.
Nel primo libro c’è l’antefatto che apre la serie e mette in moto il “destino” provocando il furto di una torta e l’accusa di “terribile ladro di torte” ad un ragazzino di nome Conrad Musìn. Quest’ultimo (protagonista della serie) si ritrova a rischiare la vita per scoprire il colpevole. Hai letto bene: una torta.
Nota: il nome è derivato dal dialetto veneto.
Nel secondo (la collana è incentrata sullo stesso protagonista) una ragazza per sfuggire ad un matrimonio obbligato ricorrerà ad ogni mezzo, tipo distruggere la propria famiglia, la fattoria dove vive e tutte quelle del circondario. Il protagonista del libro precedente che si trovava a passare di là perché il lavoro di suo padre ce lo porta ogni anno dovrà vedersela con quaranta banditi armati fino ai denti e organizzati come un piccolo esercito.
Nota: i razziatori parlano una lingua immaginaria, ma con le regole fonetiche del romanesco.
Nel terzo, in lavorazione, abbiamo una indagine in piena regola: Conrad, un po’ più cresciuto e responsabile, viene inviato in città per ritirare i rifornimenti per la fattoria e lasciare l’ordinativo per la settimana successiva. Un ladro e la sua banda decidono che i suoi carri e i loro giovani conduttori sono una preda facile.
Nel quarto: qualcosa ha preso di mira le carovane lungo la pista che collega le città di Cupial e Lain-Crugòn attraverso il territorio più pericoloso di tutte le terre di Adra, Le Brulle. I pochi superstiti parlano di un’ombra color del sangue. Conrad si ritroverà, suo malgrado, a dover risolvere il mistero, salvare se stesso e scoprire in quali pericoli s’è cacciato lui e ha precipitato suo padre e tutti i suoi amici.
Ce ne sono altri due in preparazione, dove il tiro della storia è un po’ più elevato, ma non troppo. A muovere le fila ci sono sempre motivazioni ben lontane dai temi classici del fantasy: la lotta del bene contro il male non avviene a livello “epico”, ma dentro ognuno dei personaggi. Le azioni di essi si riflettono poi nella storia che invece parla di volta in volta di temi molto più terreni. In uno ci sono una serie di morti apparentemente legate all’uso della magia, ad errori mortali. Solo che sono un po’ troppi e in un luogo dove da sempre gli errori non causano colpi di ritorno mortali. Nell’altro invece abbiamo il tema del torto (il libro che apre la serie) ovvero l’accusa verso un innocente, solo su scala molto più vasta con un padre ricco, potente e furioso, quattro ragazzi in fuga e una “bella addormentata” sui generis.
Nel mio blog un po’ di informazioni al riguardo.
I trailer dei libri pubblicati e di un audiolibro sul mio canale youtube
https://www.youtube.com/channel/UCtVzf3T6KxRYdEayMpHoBoQ
Su Amazon “Il Torto” e “I Razziatori di Etsiqaar”
https://www.amazon.it/dp/154989403X/
https://www.amazon.it/dp/B00SUDILZK/
https://www.amazon.it/dp/B00E69HY1E/
Su Wattpad estratti e racconti vari
https://www.wattpad.com/user/AndrewNext3
Ottimo: sembra davvero interessante!
Largo allo Spaghetti Fantasy allora!!
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