Colony, la Resistenza e il Collaborazionismo

Colony

Colony è una serie tv che parla di Resistenza, Collaborazionismo, Obbedienza, Repressione. E in cui gli Alieni sono solo un pretesto. 

Ieri sono successe due cose particolari, che mi hanno portato a scrivere questo articolo di getto, stamattina tipo alle 5.

La prima, la più importante, è che ieri era il 25 Aprile, l’Anniversario della Liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista. Come sapete, la giornata è anche considerata a buona ragione un momento di ricordo e celebrazione della Lotta Partigiana, della Resistenza, della cacciata dei Fascisti e della Fine della Guerra. Più o meno come concentrare in un solo giorno la Primavera dei Popoli e la Pace conquistata contro l’Esercito del Male, con gli Ewok che ammazzano il vitello grasso e l’Inno alla gioia trasmesso a reti unificate per tutta la Galassia.

Partigiani-Firenze

Il proclama diramato il 25 Aprile in Italia era:

Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire!

Niente di più, niente di meno.

tumblr_n2cpjiMMZH1s7e5k5o1_500Lontano dall’Italia, ho trascorso un paio d’ore della mia giornata feriale vedendo filmati e leggendo poesie e testi sulla Resistenza e sull’Occupazione, tutti straordinariamente concentrati su un unico tema: quelli che non hanno parlato, quelli che non hanno ceduto, quelli che hanno alzato la testa e sono morti pur di combattere armate naziste, armate fasciste e collaborazionisti.

Come “Sicilia”:

“Di Sicilia non sa il nome nessuno.
Taceva sempre, per non far ridere della parlata.
Con la faccia spaccata non volle dire dov’era il Comando.
– E pazienza – disse, quando lo misero al muro.”

O come Luigina Comotto, fucilata a 70 anni anche lei per non aver parlato di fronte all’Autorità. “Sono vecchia” pare abbia detto alla fine. “E non servo più a niente. Invece i giovani che cercate servono a qualcosa, e non sarò io a darveli. Fate quel che volete.”

Parole forse un po’ romanzate, ma che vedo bene uscire dalle labbra di una donna umile, anziana, che sa dimostrare di fronte all’Autorità una dignità d’acciaio, di fronte alla quale la propria stessa vita non è nulla.

Bene, cambiando argomento, la seconda cosa accaduta ieri è che ho terminato una maratona notturna di Colony, una serie tv di fantascienza che mi ha tenuto proverbialmente incollato allo schermo fino alla fine della seconda stagione.

E adesso vi parlo un po’ di Colony, ma lasciate che i discorsi storici e bellici del 25 Aprile vi ronzino ancora in testa, mentre disquisiamo di fantascienza.

Colony – la serie tv

Colony-season-1-2Taglio rapidamente la testa al toro: secondo me Colony è una delle migliori serie tv di fantascienza degli ultimi anni, forse un gradino sotto a Westworld per la messa in scena (eh, ma quelli schierano Anthony Hopkins ed effetti speciali milionari), ma un gradino sopra alla stessa per trama e scrittura. Se prendiamo serie con un tema simile, tipo Falling Skies di Spielberg, il paragone è impietoso e Colony vince a tavolino.

Colony ha buoni attori, una buona idea di fondo e un intreccio pieno di colpi di scena, dinamico, frenetico. Ci sono intrighi politici, complotti, ideali, suspence, azioni militari, sabotaggi, doppi giochi. Le scene sono rapide, succedono un sacco di cose in pochi minuti e non ci si annoia mai, pur se il tema di fondo rimane molto profondo. La serie, al contrario di altre (quasi tutte), resiste perfettamente anche al binge watching: se guardate tutte le puntate di seguito come ho fatto io, il senso di essere presi in giro e che ci siano continui cambi di casacca dei personaggi o di direzione tanto per fare minutaggio non c’è: la trama evolve continuamente in maniera frenetica e in continua escalation, come da manuale della perfetta serie tv.

COLONY -- "Pilot" Episode 101 -- Pictured: (l-r) -- (Photo by: Isabella Vosmikova/USA Network)

C’è molto spazio dato all’azione (che per me è un must, altrimenti mi annoio, vedi The man in the high castle) e le scene di commando, battaglia, ammazzamenti vari sono perfette: muore un sacco di gente, e muore malissimo. Anche personaggi che lo sceneggiatore e il regista fingono sapientemente di volersi portare dietro per intere stagioni, vengono accoltellati o fatti saltare in aria nel giro di 2-3 puntate.

Il terribile agente degli Affari Interni che ha scoperto che il protagonista è un traditore? Muore ammazzato in 4 secondi con una bottiglia di crodino nello stomaco. Il capo della Resistenza che bisogna catturare viva? Una raffica di mitra scaricata per sbaglio durante un’operazione di estrazione e ce la siamo giocata senza manco la battuta finale. Brutale, feroce, realistico.

Ma dove Colony supera tutti gli altri avversari è nel tema trattato e nel come lo tratta. Colony parla di alieni che arrivano dallo spazio e prendono il controllo del pianeta.

MA GLI ALIENI NON SI VEDONO MAI.

O quasi mai. Qualche drone, una nave spaziale ogni tanto, sullo sfondo, uno scorcio di colonia lunare, uno scafandro inquadrato male e così via… mai al centro della storia.

colony-poster-2E non è, badate, una questione di effetti speciali, perché le rarissime volte che si vede uno di loro l’impatto visivo è efficace. Il fatto è che il vero tema della serie è quello che gli uomini si fanno gli uni gli altri durante l’Occupazione.

Gli alieni arrivano sulla Terra e semplicemente si accordano con i potenti, organizzando un’Autorità mondiale, che deve gestire l'”Occupazione temporanea” del pianeta. Sono così intelligenti, mi viene da dire, che capiscono perfettamente che possono demandare ogni sorta di lavoro sporco agli uomini stessi, e che questi porteranno a termine in maniera perfetta tutti i loro piani e protocolli di asservimento e sterminio.

Perché è questo che gli uomini si fanno l’un l’altro da millenni, giusto?

Insomma, arrivano gli “Ospiti” e il mondo viene diviso in Blocchi, le città diventano Colonie controllate e circondate da Mura. Un nuovo esercito sostituisce tutte le forme di potere militare precedenti e una nuova folle burocrazia prende il controllo del mondo: l’Autorità.

la-et-st-colony-review-20160114Gli uomini vengono tenuti segregati, soggetti a leggi marziali costanti, divisi dentro e fuori i Blocchi, in zone verdi, zone rosse, perimetri, confini, Mura. Protestare contro l’Occupazione porta alla Deportazione. Tutti quelli che non collaborano finiscono in prigione o eliminati sul momento. Si finisce alla “Factory”, la destinazione finale, da cui non c’è ritorno. A un certo punto si comincia a parlare di “Death Camp” ed Eliminazione controllata. E ogni volta che questa soluzione finale viene applicata, gli uomini si girano dall’altro lato.

“Se la sono cercata”

“Bisogna dare l’esempio”

“Meglio a loro che a noi”

“Il mio compito è proteggere la mia comunità”

“Obbedisco solamente a degli ordini”

“Dobbiamo resistere fin quando gli Ospiti non se ne andranno”

Ma lo sanno tutti, naturalmente. Sanno che gli Ospiti non se ne andranno. Sanno che l’Occupazione Temporanea è tutt’altro che Temporanea.

maxresdefaultPiccoli nuclei di Resistenza si formano in ogni dove, naturalmente, ma la repressione è durissima. Iniziano ad esserci delatori, collaborazionisti, traditori, la sorveglianza dei cittadini dei residenti delle colonie è al livello del peggior incubo distopico e ci sono controllori che controllano i controllori e si controllano l’uno con l’altro.

Anche i più grandi gerarchi dell’Autorità e i loro ministri, galoppini, segretari sono a rischio. Perchè, ovviamente, tutti in teoria hanno una coscienza e potrebbero accorgersi in qualsiasi momento che quello che fanno, obbedire a leggi assurde, imporre ad altri di obbedire e punire chi non lo fa, è fondamentalmente assurdo. Ma non è un problema: l’Autorità controlla tutti, ricatta le persone minacciando di deportare i loro figli e tramite la delazione continua e vicendevole. Dopotutto, la struttura è più grande persino dei suoi gerarchi e questi sono costretti a minacciarsi continuamente gli uni con gli altri per rimanere uniti.

reasonsblogE come sono stati scelti i gerarchi dell’Autorità e i suoi più elevati burocrati? Un bellissimo flashback ce lo mostra. Un corpo di HR selezionati e ben pagati dall’Autorità sceglie gli individui più disprezzati, i ricattabili, quelli moralmente compromessi e offre loro POTERE, offre loro di far parte dell’Autorità.

E quelli accettano, tutti.

E’ come quello che dicono dei “fascisti di paese” durante il ventennio: “prendevano tutti gli zeri del paese e proponevano loro di andare dietro a uno, per essere finalmente qualcuno, per essere finalmente temuti da tutti quelli che fino al giorno prima li disprezzavano.”

Insomma si scelgono le persone peggiori, quelle disposte a eseguire ordini senza chiedersi il perché, e le si fanno comandare su tutti gli altri. E per i soldati? I soldati hanno un posto nella Green Zone e vivono meglio di tutti gli altri. In un Blocco in cui il cibo viene razionato appositamente e il rango determina la tua qualità della vita, tutti accettano di essere soldato e far obbedire tutti gli altri a delle regole assurde.

Nel mondo dei ciechi, l’orbo è re.

colony-poster-1Ci sono poi molte altre sfumature nella serie: nessuno è davvero buono o cattivo, la “cattiva” Resistenza contro quella “buona”, il ruolo del condizionamento sui balilla bambini “Obbedienza, Rispetto, Fiducia nell’Autorità“, che vengono istruiti a fare da delatori. I collaborazionisti. Il ricatto. La nuova religione che sostituisce tutte le vecchie e lo fa in maniera quasi incontrovertibile.

“Le vecchie religioni dicevano tutte la stessa cosa!”

Le vecchie religioni avevano le astronavi? Noi non vi chiediamo di credere, vi chiediamo di accettare quello che avete visto!”

E così via.

Ma il punto rimane sempre quello: Autorità, Collaborazione, Resistenza, Delazione, Obbedienza, Dignità.

I dialoghisti americani sono dei geni nel sintetizzare i temi in poche battute. Una di queste linee di dialogo forse può essere rappresentativa di tutta la serie:

“Solo perchè ti hanno ordinato di fare la guardia a un muro, non vuol dire che tu la debba fare.”

colony_s2_castandinfo_cover_2880x900Il punto è tutto lì. Quando si comincia a ubbidire, non si sa mai dove si può arrivare. Deportazione, Repressione, Controllo.

Se ci sono delle leggi assurde, che vanno contro gli ovvi diritti umani di andare dove ci pare, poter dire quello che ci pare, rifiutare le imposizioni dall’alto, ribellarci, allora quelle leggi vanno comunque applicate?

colony_aspot_map_2880x1620Se sei un soldato, sei davvero tenuto a eseguire degli ordini? E le persone che ammazzi, quando TU premi il grilletto, a chi credi verranno conteggiate alla fine? A chi ti ha dato l’ordine o a te che hai sparato?

In Colony dunque, il nemico non sono gli alieni, gli “Ospiti”, ma l’uomo stesso, capace di infilarsi con piacere di propria spontanea volontà nella propria stessa prigione, pur di avere Autorità, pur di stare “un po’ meglio” in un mondo dove tutti stanno male, per colpa sua. Un paradosso logico, il paradosso del potere, che rende tutti coloro che gestiscono il potere sempre e solo niente altro che servi di servi di servi.

Da questo punto di vista, Colony parla anche della nostra Resistenza e del nostro 25 Aprile, come di quello di tutti i popoli che hanno subito un’Occupazione e hanno sperimentato una qualsiasi Autorità: la follia del potere, l’incredibile, assurda possibilità che un uomo possa erigere muri, imprigionare, deportare, uccidere solo perché c’è una legge che lo dice, una circolare amministrativa, un ordine diretto da eseguire.

“Solo perchè ti hanno ordinato di fare la guardia a un muro, non vuol dire che tu la debba fare.”

Guardate Colony. E’ una bellissima serie di fantascienza e fa riflettere sulla società, sul nostro presente. Perché è questo che fa la buona fantascienza.

Mauro Longo
Mauro Longo
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