Twin Peaks è tornato. E tutti gli altri muti.

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Twin Peaks, il capolavoro televisivo di David Lynch, torna sugli schermi con incredibile magnificenza. E improvvisamente tutto il resto impallidisce.

La buttiamo subito in storytelling, che dice che fa tanto bene al blogging e quest’anno va un casino:

Twin-PeaksStoriella numero 1. Era l’estate del 1991 (o del 1992, chi lo sa?), le notti erano torride come è ovvio che sia in Sicilia, condizionatori niente, ma anzi serrande alzate e genitori che prendevano il fresco in balcone fino a mezzanotte. Il martedì sera alle 22:30 (o era il giovedì?) andavano in onda le repliche di Twin Peaks su chissà quale canale mediaset. Avevo 13-14 anni e aspettavo quel momento in una stanza tranquilla, sudando come un mandriano dentro casa mentre tutti erano in balcone, per spararmi quello che ancora non mi rendevo conto essere un trip televisivo colossale. Ogni benedetto martedì notte (o giovedì) di quella benedetta estate.

CYeOZueUsAAtoz0Storiella numero 2. Da qualche parte a metà degli anni 2000, riuscii a mettere le mani su un dvd masterizzato con tutte le 30 puntate di Twin Peaks. All’epoca vivevo in provincia di Roma, in un paese dimenticato dagli uomini e dagli dei, lavoravo troppo e avevo vita sociale zero. Ogni tanto ci si beccava con la mia vecchia amica Angela, che viveva anche lei da qualche parte nel Lazio ed era messa peggio di me, e per il fine settimana ci si faceva un po’ di compagnia. Quella volta che ci chiudemmo in casa e ci sparammo la maratona di Twin Peaks fu penso uno dei weekend più psichedelici delle nostre rispettive esistenze.

DAlzj8fXoAA4I_sStoriella numero 3. Oggi ho trascorso un’ora a chiacchierare con due amici, e i nostri discorsi erano più o meno su questo tono: “No, capito perchè lui ti mette una scatola vuota in una stanza e c’è un ragazzo che la deve guardare continuamente, ma quella scatola è in realtà Twin Peaks, è la televisione, e tu sei lì che guardi la scatola vuota e non succede nulla, come quel ragazzo, e continui a guardare la scatola vuota per una puntata intera, come quel ragazzo, e non succede nulla, perchè quello che succede è che ci sei te che guardi la scatola vuota. E lui lo sa. Lui lo saaaaa. Lui lo sa che se mette una scatola vuota, poi la gente guarda lì dentro e aspetta che succeda qualcosa!

David Lynch è il genio, David Lynch è la follia, David Lynch è il più grande, spietato, assurdo paraculo della nostra era televisiva.

1493397933307_filler-twin-peaks-web_videostill_1Un uomo che, così, tanto perchè sono gli esordi, ti regala Eraserhead e Elephant Man, che ti sciorina come se niente fosse Velluto Blu e Strade Perdute, che ti rovescia completamente la televisione americana con Twin Peaks, che prosegue la sua corsa verso la follia con quella roba dei conigli, con Mulholland Drive e con quel mostro inconoscibile di Inland Empire (Billieeeeeee!), ma che anche, BADA BENE, ti dimostra che se vuole fare dei film normali come gli altri comuni mortali può gettarti in faccia The Straight Story e ciao, tanti saluti, piglia e porta a casa… e poi dopo 25 anni torna a Twin Peaks e ti piazza il capolavoro cerebrale finale, ebbene quell’uomo merita davvero uno scrosciare di applausi interminabile.

7-1Il nuovo Twin Peaks sarebbe potuto essere una zozzeria in mille modi diversi, invece Lynch sceneggia, dirige e monta personalmente un reprise che omaggia gli appassionati delle due stagioni originali (sì pure di quelle robe sottotono emerse nella 2a stagione) e di Fuoco cammina con me, riprende lo stile e l’atmosfera del suo lavoro originale con la pervicace precisione di un gesuita amanuense del Seicento, omaggiandolo così tanto che la nuova stagione sembra girata il giorno dopo con attori misteriosamente invecchiati di 25 anni nel corso della notte, ma anche ci mette in mezzo tantissima altra carne al fuoco.

E se in origine il prodotto era fortemente vincolato dalle necessità televisive e dalla produzione, adesso, dopo 25 anni di trionfi e incontestabile successo, qualcuno ha dato a Lynch la totale, incondizionata potestà sul proprio lavoro, permettendogli di realizzare quello che voleva, e cioè quello che i suoi fan desideravano da tempo: DODICI ORE CONSECUTIVE DI TENDE ROSSE, TRIP MENTALI, RECITAZIONI DISCUTIBILI, ATMOSFERE SURREALI E KITSCH, SCENE PRIVE DI SENSO E STORIE IMPLAUSIBILI RACCONTATE IN DISTORSIONE CON LA REALTA’…

170430-allen-david-duchovny-twin-peaks-embed-2_salsgvLynch ha avuto 11 anni per rimuginare su questa roba, dal tempo di Inland Empire, ha messo in campo tutti i vecchi attori della serie (quelli sopravvissuti perlomeno), più una roba come 180 guest star, ha richiamato indietro Angelo Badalamenti e la vecchia “Laura Palmer”, ha arruolato una messe di star e vecchie conoscenze e si è messo di nuovo dentro la storia, con il suo classico ruolo di Gordon Cole.

Mai interessato a compiacere o scendere a compromessi con il pubblico o le produzioni, questo vecchiaccio maledetto di oltre 70 anni, teoricamente ritiratosi dieci anni fa dal cinema, ci sta regalando ora un capolavoro di dodici ore di follie, surrealtà ed estetica improponibile.

E tutti gli altri muti.

Gli chiedono: “Ma qual è il significato di questa serie? Che cosa vuole trasmettere?”

Risponde: “Ognuno vedrà nella serie ciò che vuole”

A uno così, che gli dici?

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Mauro Longo
Mauro Longo
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