Mala Spina è una delle più interessanti penne italiane del fantasy di menare che piace da queste parti. Intervista a una delle autrici di Zappa e Spada!
“Kafra digrignava i denti come un grasso animale messo all’angolo. Nelle mani teneva due pugnali ricurvi. Indietreggiò e mise un piede sulle assi fradice di salmastro del pontile, il legno scricchiolò e l’acqua prese a ribollire attorno alle piccole colonne in pietra che lo sorreggevano.
Jelicho il Moro sentiva lo stridere dei denti delle sanguisughe di mare mentre grattavano il granito. Quelle bestie maledette erano grosse come la gamba di un uomo adulto e divoravano qualsiasi cosa fatta di carne e sangue. Infestavano tutto il perimetro della banchina del porto ed erano attirate dal rumore o dal movimento in superficie. Il piccolo e stretto pontile sembrò ancor più traballante e marcito di quanto fosse in realtà.
Il fuggitivo lanciò i pugnali uno dopo l’altro.
Il Moro torse il busto e schivò il primo. Il secondo lo colpì di striscio alla spalla e la lama incise pelle e carne come un rasoio. Doveva accorciare le distanze tra lui e il grassone. Fece un balzo verso Kafra e gli assestò un colpo di taglio ai polpacci. Non lo avrebbe ucciso finché non avesse detto dove si trovavano i gioielli della vecchia. Il piede di Jelicho, atterrato pesantemente sulle assi del pontile, affondò in un buco di legno marcito.
Intanto Kafra si era accasciato sulle ginocchia e premeva una mano sulla ferita, maledicendo gli dèi uno dopo l’altro con la perizia di un assiduo frequentatore di taverne.
Il cacciatore di taglie divincolò la gamba nel tentativo di liberarsi, ma lo stivale era incastrato contro le punte affilate del legname all’altezza della caviglia.
Davanti a lui, il grassone riuscì a mettersi in piedi ed estrasse un terzo pugnale dalla fusciacca dell’enorme vestito giallo.
«Quando si saprà che ho ucciso il Moro…».”
Ancora una intervista legata a Zappa e Spada, la raccolta di racconti Spaghetti Fantasy di Acheron Books, a cui anche voi potete partecipare!
Voglio infatti correre e riuscire a presentarvi tutti i sette autori professionisti scelti finora per questa antologia che abbiamo in mente, prima che i termini del concorso scadano (a fine giugno) e altri 1-3 autori verranno aggiunti alla raccolta in pubblicazione nei prossimi mesi.
E così, dopo Alessandro Vincenzi, Jari Lanzoni e Federica Leonardi è il momento di conoscere la seconda delle due autrici dell’antologia: Mala Spina, scrittrice, grafica, disegnatrice e titolare tra le altre cose del blog AltroEvo.
Ecco dunque la vostra…
Intervista a Mala Spina!
Un saluto a “Mala Spina”, autrice italiana di narrativa fantastica. Ti va di presentarti e parlarci un po’ di te e dei tuoi scritti?
Grazie dell’invito su Caponata Meccanica! Mi fa davvero piacere perché questo è uno dei primi blog che ho letto quando mi sono affacciata al mondo Indie degli scrittori.
Ho iniziato a scrivere sul serio attorno al 2000, quando ancora si frequentavano Newsgroup e Mailing List per avere una lettura incrociata. Scrivevo racconti brevi, di fantasy o fantascienza e perfino qualche fan-fiction con grande abbondanza di puntini di sospensione e ingenuità.
Poi i casi della vita e un po’ di disincanto mi hanno allontanato e così ho in parte mollato.
Sono tornata alla scrittura solo da quattro anni spulciando i miei vecchi racconti. Alcuni erano terribili mentre altri… no, erano terribili anche quelli ma almeno l’idea di base si salvava e mi convinceva ancora. Ho ripreso i concetti che ancora mi piacevano a distanza di tutto quel tempo e così ho ricominciato a scrivere con molta più determinazione.
Il raccontino di fantascienza truculenta che distribuisco gratis sul mio sito, “Sulla luna senza sigarette”, è nato proprio in quel periodo, l’ho ripescato due anni fa e rielaborato da capo a piedi per renderlo presentabile.
La forma del racconto, breve o lungo, è sempre stata la più congeniale per me, perché in specie agli inizi avevo bisogno di vedere la fine di un mio scritto. Volevo scrivere una storia che mi soddisfacesse ma anche riuscire a concluderla in tempi ridotti per poi andare avanti verso altri lidi. Solo di recente ho scritto avventure di più ampio respiro che potrebbero essere addirittura un romanzo o un romanzo breve.
In generale, credo di essere stata influenzata in particolar modo da alcuni autori e di aver ricevuto una specie di imprinting da gente come Lyon Sprague de Camp e Terry Pratchett, per dire i più famosi. Per cui, tutte le mie storie hanno un sottofondo di ironia o umorismo e gli eroi non sono ma così eroici come ci si potrebbe aspettare.
Al momento ho alcuni progetti di scrittura che sto portando avanti ambientati in universi differenti.
Il primo in ordine cronologico è la serie delle “Storie da un Altro Evo”, racconti che scrivo da quando ho cominciato e a cui sono molto affezionata.
Siamo nel campo del Fantasy Sword and Sorcery, quindi il mio primo amore.
Un secondo progetto che m’impegna molto riguarda invece “Victorian Horror Story”, una serie horror romantica sul genere Penny Dreadful, ambientata nella Londra vittoriana.
Gli episodi (a differenza di quelli di Altro Evo che invece sono autoconclusivi) sono strettamente collegati tra loro per formare una storia che a breve arriverà alla fine con la quarta e ultima uscita.
Di tutte le cose che scrivo mi piace curare anche l’aspetto grafico e questo è un lavoro che faccio personalmente, senza avvalermi di altre persone come succede con l’Editing e il Beta-reading.
A dire la verità, per tutti i miei scritti ho sempre pensato a “sottoprodotti grafici” di vario genere ma il tempo è quello che è e molte cose sono passate in secondo piano.
Per esempio per Victorian Horror Story avevo pensato a piccole graphic novel di poche pagine sui personaggi o sui mostri secondari della serie, mentre per Altro Evo covo da tempo l’idea di fare un gioco di carte.
I tuoi racconti del ciclo Storie di un Altro Evo mi hanno colpito molto: una divertente Sword & Sorcery ambientata in una decadente città portuale. Ma soprattutto, un ciclo di storie completamente concatenate, che si svolgono tutte nell’arco della stessa giornata. Raccontaci un po’ di questo progetto!
Mi piace molto giocare con la trama e in tutte le cose che scrivo c’è sempre una piccola componente ludica. Fin dall’inizio avevo l’intenzione di scrivere racconti autoconclusivi ambientati nello stesso mondo, ma non riuscivo a trovare qualcosa che li legasse tutti insieme.
Poi un giorno ho visto Pulp Fiction e mi è venuta l’idea su come incastrarli a dovere.
Così le “Storie da un Altro Evo” sono diventate un’unica storia lunga lo stesso giorno, portata avanti da ogni singolo episodio, in cui i protagonisti sono sempre diversi ma le cui trame si incrociano e a volte si influenzano. I misteri che rimangono inspiegati in un episodio diventano il fulcro della trama di un altro. Un’altra cosa carina della serie è che, dato che si svolge nello stesso arco temporale, può essere letta in qualsiasi ordine.
Quindi sono nati questi racconti incastrati in stile Tetris che si svolgono tutti dall’alba all’alba successiva nella classica cittadina di Spada e Stregoneria.
Alcuni episodi puntano più l’attenzione sul mistero da svelare, come “Il Giorno del Drago”, altri più sull’aspetto dell’azione concitata come “Kafra il Magnifico”, mentre “Brutta come la morte” è il più surreale e il più fantasy della serie.
Nell’ultimo, “Effetto Collaterale”, ho calcato sull’aspetto della commedia umoristica. La prossima storia che ho previsto, “Questo è il piano”, svelerà un punto rimasto oscuro di “Kafra il magnifico” e parlerà di una cosa bizzarra successa nelle fogne durante “Brutta come la Morte”, il protagonista sarà Topo, il piccolo ex criminale posato con la protagonista di “Effetto Collaterale”.
Essendo tutti episodi autoconclusivi, Altro Evo mi permette di cambiare registro a ogni nuovo episodio senza snaturare il tipo di ambientazione che sto costruendo.
Avevo previsto un totale di sei episodi ma potenzialmente il numero di storie che possono venire fuori è infinito. Infatti, nel frattempo mi sono venute in mente altre due avventure, una sulla giornata delle due prostitute che compaiono in “Kafra il Magnifico” e in “Effetto Collaterale” e una sul cadetto della guardia cittadina che compare brevemente in “Brutta come la Morte” e “Il Giorno del Drago”.
Di questo universo alternativo pieno di avventurieri, magia alchemica non del tutto sotto controllo e creature fantastiche che vivono nell’ombra, ho ancora molto da dire e da esplorare.
Uno dei progetti paralleli sarebbe anche una miniserie futura che avevo iniziato con il piccolo raccontino “Fate e Folletti, istruzioni per l’uso”, anche questo gratuito su www.AltroEvo.com, e che avrebbe virato più sul fantastico dato che mi sono mantenuta abbastanza Low Fantasy per la serie regolare.
Un’ultima cosa su Altro Evo e boi basta: all’inizio lo avevo pensato come un progetto combinato di scrittura e illustrazione. Infatti il primo volume che ho pubblicato, “Il Giorno del Drago”, era corredato da cinque illustrazioni digitali che avevo fatto appositamente. Avrebbe dovuto essere un romanzo grafico ma poi è rimasto così e le illustrazioni le ho usate solo per la versione cartacea e materiale pubblicitario. Lo stesso avrebbero dovuto avere anche gli altri volumi e magari un giorno riuscirò a dotarli ognuno di almeno 6-7 immagini.
Se non sbaglio sei partita come autrice “ninja”, ovvero indipendente da case editrici e autoprodotta. Adesso però stai anche pubblicando con case editrici. Cosa ci dici di questa esperienza da indie? Quali sono gli alti e bassi? Pensi adesso di diventare “samurai”, scrivendo solo per editori regolari, oppure farai la “ronin”, destreggiandoti tra le due cose?
In realtà non sono mai stata contraria a pubblicare con una casa editrice, invece sono contrarissima ai contratti capestro o comunque a quelli che non mi soddisfano in pieno.
Fino a ora, la mia incursione nel mondo degli Editori si è limitata a piccoli progetti “a chiamata”, nel senso che mi hanno tirata nel mezzo ad Antologie su temi che mi divertivano molto e l’impegno si è risolto con racconti brevi.
“Quattro regole di sopravvivenza agli zombie” è un racconto di 6.500 parole che ho scritto per “Zomb!”, una raccolta di storie brevi e saggi a tema post-apocalissi zombie pubblicata da Dunwich Edizioni. Volevo dire la mia in merito agli zombie ed è venuta fuori l’avventura del viscido e incapace Carlo Fumagalli, mandato allo sbaraglio dai suoi tostissimi compagni a recuperare della batterie in una Milano in macerie.
“Testa di Santo” è più lungo, sono circa 12.300 parole e ha inaugurato una mia personale versione della Toscana rinascimentale fantastica e horror. L’ho scritto per l’antologia “Eroica” pubblicata da Watson Edizioni. Due briganti scalcinati, Mezzocorvo e Lupa, dovranno rubare una santa reliquia e, come si può immaginare, le cose andranno malissimo.
In particolare per loro avevo scritto anche un breve prequel gratuito sul mio sito, perché i due personaggi mi piacevano molto. Si chiama “L’eretico e il rifrullo del diavolo” ed è quasi più lungo il titolo del racconto in sé.
Direi che l’esperienza è stata simile in tutti e due i casi. Il lavoro di editing è stato accurato e ho avuto a che fare con professionisti molto disponibili. Le copertine di entrambe le antologie mi piacciono molto e tu sai che ci tengo a questo aspetto. Anche gli editori sono stati bravi a rispettare i tempi.
Rimangono però gli stessi problemi comuni un po’ a tutti: la promozione e i guadagni. Per chi è un po’ addentro alle problematiche dell’editoria non sarà una sorpresa sapere che non conto di ricavarci soldi.
Ho partecipato per altri motivi, tra cui gli argomenti che erano nelle mie corde, il fatto di avere già un’idea di cosa scrivere, l’impegno non gravoso trattandosi di racconti brevi, l’opportunità di far girare il mio nome, in più gli editori coinvolti erano validi.
Adesso c’è Zappa e Spada che va proprio a rimestare nel genere che più mi piace, quindi non potevo non partecipare!
Confesso che da diversi mesi ho provato a mandare in giro un romanzo più lungo, una commedia nera alla Lovecraft, ma nonostante abbia ricevuto alcune risposte positive mi sono trovata a dover rinunciare.
Il self publishing ti abitua davvero male e, dopo tanto tempo a gestire da sola tutto quello che riguarda un libro, lasciare il timone a qualcun altro è difficile. Le condizioni spesso sono dure da accettare o non soddisfacenti secondo i miei parametri. Per fartela breve, lo pubblicherò da indipendente come ho fatto con gli altri.
Per quanto riguarda invece la serie di Altro Evo è continuata e continuerà come progetto indie (che poi è il modo fico per dire self publishing).
Perché ti piace tanto la narrativa fantastica e avventurosa? Quali sono secondo te i suoi pregi maggiori? E quali progetti hai in futuro?
La ragione è banale: scrivo quello che mi piace leggere e il cosiddetto mainstream mi annoia. Potrei rinunciare all’elemento fantastico ma non saprei davvero imbastire una storia che non preveda un’avventura movimentata o un mistero, tantomeno leggerla a meno che non si tratti di un manuale o un saggio.
Per quanto riguarda il futuro invece, dopo la storia per Zappa e Spada, voglio portare a termine tutte le cose che ho a mezzo, per cui prima di tutto concluderò Victorian Horror Story, il libro illustrato per bambini che ho in mente da troppo tempo e due racconti steampunk per cui ho previsto anche una serie di illustrazioni.
Dopo di questo, la To-Do-List è lunghissima e un’altra cosa sarà pubblicare il romanzo lungo horror/commedia di cui parlavo prima e continuare Altro Evo.
Farò una deviazione dal genere fantastico il prossimo anno con un giallo-thriller-romantico che mi frulla in testa da un bel po’. Chissà, magari potrei pure riprovare a proporlo a qualche editore e vedere cosa succede.
Parlaci un po’ del racconto che apparirà nell’antologia Zappa e Spada di Acheron Books!
Sappi che non ho ancora capito come lo devo intitolare, probabilmente si chiamerà “L’oro dell’Uomo Nero”. Comunque parlerà proprio del tipo di protagonisti che prediligo: quelli sporchi, un po’ cattivi, affatto eroici che magari nascondono qualche lato insospettabile. In due parole: i perdenti.
Ho pensato a una banda di scalzi-gnudi, gente raccattata in fretta e furia da una prostituta che pensa di avere tra le mani il colpo della vita, quello che te la cambia per davvero. Le cose però non vanno per il verso giusto e prendono una piega inaspettata. Come si capisce dal titolo, ho tirato in ballo mostri del folclore popolare che in quanto a orrori non scherza.
È una piccola storia non di “Spade e Stregoneria” ma di “Coltellacci rugginosi e Diavoli”.
Cercherò di metterci la solita dose di humor e, questa volta, anche un filo di romanticismo perché anche i tagliagole hanno un cuore.