Scrittore professionista, sceneggiatore, autore Bonelli e tanto altro: intervista a Diego “Diegozilla” Cajelli, uno degli autori di Zappa e Spada!
A scatenare l’incendio che distrusse l’osteria della Scrofa Lanuta, fu una piccola lampada a olio, tenuta accesa da un viandante che temeva di essere derubato durante la notte. Il lume cadde a terra mentre tutti dormivano, rotolò sul pavimento sudicio della camerata, e il fuoco aggredì subito i legni e la paglia.
Molti ospiti della bettola erano troppo ubriachi per accorgersi di quanto stava accadendo, li abbracciava un sonno reso invincibile dal vinaccio servito ai tavoli. Un vino rosso sangue, che macchiava le labbra e i calici.
Altri si svegliarono troppo tardi per riuscire a scappare. Altri ancora rimasero intrappolati sotto il tetto che crollò, trascinando con sé i due piani dell’edificio in una nuvola di brace. Il rogo devastò la costruzione principale e poi si estese alla rimessa degli animali, facendo strage di cavalli e galline.
All’alba, della locanda della Scrofa Lanuta rimaneva soltanto un cumulo di macerie riarse, avvolte dal tanfo tremendo della carne bruciata.
Nei fumi di quel paesaggio infernale, tra le rovine ancora bollenti e gli ultimi focolai, si muoveva un ragazzo. Era esile nella figura, con il collo lungo e la testa minuta. Il suo aspetto ricordava quello un Furetto, ed era simile all’animale anche nelle movenze. Per quel motivo si era guadagnato negli anni il soprannome di Nottolo.
Ormai abituato a farsi chiamare così, si era dimenticato il suo vero nome.
Manca ormai una sola settimana secca alla scadenza dei termini per l’invio dei racconti per l’antologia Zappa e Spada di Acheron Books, la prima raccolta di racconti Spaghetti Fantasy del mondo, della storia e della letteratura di tutti i tempi (o giù di lì).
Fate ancora in tempo a scrivere e inviarci il vostro racconto, visto che la lunghezza designata è tra le 5 e le 15 cartelle editoriali, una grandezza tutto sommato possibile da affrontare, anche in così breve tempo.
E a questo punto, così come abbiamo fatto con gli altri autori già nominati dell’antologia, Alessandro Vincenzi, Jari Lanzoni, Federica Leonardi, Mala Spina e Davide Mana, è il momento di fare due chiacchiere con uno dei più importanti professionisti italiani della scrittura d’avventura e del fantastico.
Ecco dunque la vostra…
Intervista a Diego Cajelli
Un benvenuto a Diego Cajelli su Caponata Meccanica. Oltre alla tua più celebre attività di sceneggiatore di fumetti, so che ti occupi di televisione, curi un blog, scrivi saggi e narrativa, e insegni sceneggiatura. E di tutto questo… qual è la cosa che più ti piace fare, quella in cui ti ritieni più bravo?
Mi piace scrivere. Tutto quello che faccio, compreso il salire su un palco a fare il comedian, parte dalla scrittura.
Scrivo e mi mantengo scrivendo più o meno dal 1993, ho deciso di applicare un approccio orizzontale alla scrittura, specializzandomi nel non essere specializzato in un genere solo o in un contesto solo.
Quello che mi piace di più è variabile, oggi è una cosa, domani potrebbe essere un’altra cosa. Di base, la cosa che mi piace di più scrivere è quella che sto scrivendo in questo momento.
Sulla bravura, il discorso è complesso. Credo di avere uno standard qualitativo per così dire: “certificato”. Non tiro mai via niente, non vado al risparmio quando scrivo e sono in grado di consegnare del materiale decente e pubblicabile. Poi ci sono delle cose che mi vengono meglio rispetto ad altre. Ecco, in questi termini, quello che mi viene meglio sono storie dall’alto tasso di tamarria, pop e se ci sono pistole che sparano è meglio.
Parliamo di fumetto e del tuo stile personale: azione, adrenalina, avventura. Che cosa ritrova un lettore in tutti i fumetti di Diego Cajelli?
Qual è la tua “cifra stilistica”, come dicono quelli bravi?
Credo sia una commistione tra regia delle scene e cura dei dialoghi.
Sono parecchio pignolo sui dialoghi, e credo, spero, mi auguro che questa pignoleria traspaia e venga percepita dai lettori.
Il tema della presenza sui social media di autori e scrittori è molto attuale e ci hai scritto a riguardo un saggio di recente.
I Social Media sono una piazza democratica, un pulpito, un tavolo di amici in allegria o un balcone da cui arringare il popolo?
Ho un rapporto conflittuale con il web e con i social network.
Hanno modificato in modo netto e irreversibile il nostro essere.
Credo, seriamente, che il web di massa abbia violato la Prima Direttiva di Star Trek con tutte le conseguenze del caso.
Parliamo di narrativa: cosa ti piace leggere? E, soprattutto, cosa ti piace scrivere?
Leggo più saggi che romanzi. Anzi, leggo così poca narrativa che mi sento costantemente in colpa. Ma, da sempre, preferisco leggere saggi.
Tra gli autori di narrativa amo molto Lee Child. Aggiungici anche Stephen King per questioni generazionali.
Faccio molta, molta fatica a scrivere narrativa, mi suonano centinaia di campanelli di allarme e quello che scrivo non mi piace mai. Scrivere in prosa per me è sinonimo di riscrittura costante, continuo a riscrivere, correggere, sistemare fino alla sfinimento.
Chiudiamo con Zappa e Spada: anticipaci qualcosa sul tuo racconto!
Lombardia, tardo medioevo, il rogo di una locanda mette tre personaggi nelle condizioni di intraprendere un viaggio avventuroso in cerca di un non ben precisato premio finale.
Ho scelto di scrivere tutti i dialoghi in una sorta di “italiano arcaico volgare”, basandomi su testi storici, dizionari etimologici e forme dialettali varie. I dialoghi sono molto, molto vicini a quelli che scrissero Age, Scarpelli e Monicelli per L’Armata Brancaleone. Volevo tirare fuori un fantasy straccione, tipicamente italiano e dal taglio comedy.
Spero di riuscirci!
Perdindirindella! Da un po’ di settimane a questa parte sei diventato una macchina da blog!!!
Per ora non sono ancora in super-ritardo con le mie scadenze. Ti rivoglio ad agosto e settembre… 😀
Non vedo l’ora di poter leggere questa raccolta!