Light Fantasy – una risposta leggera e ottimista al Dark Fantasy

Visto che per ora passo il tempo a inventare generi e concept letterari (vedi Zappa e Spada e Middle School Renaissance), oggi vi propongo il Light Fantasy!

Leggevo qualche giorno fa le dichiarazioni di John Wick in un’intervista svoltasi durante Lucca Comics & Games 2017, che mi hanno fatto scattare una delle mie solite mezze idee.

Dice John Wick, autore di successo di giochi di ruolo e altri media “nerd” – e in particolare del recente 7th Sea 2a Edizione: “I giochi di ruolo sono come il gelato; esistono diversi gusti, ed è del tutto normale che a uno possa piacere la crema e un altro impazzisca per il cioccolato. Il sapore più forte in 7th Sea è probabilmente il suo grande ottimismo di fondo. Ho sorpassato la fase adolescenziale del cinismo; ora sono interessato ad altro. Faccio semplicemente i giochi che mi piacciono, sempre comunque esplorando quello che può significare essere un eroe. Anche nelle altre mie opere, come la Leggenda dei Cinque Anelli, o Cat: A Little Game about Little Heroes, ho sempre mantenuto questo come tema principale. Non che non mi piacciano gli antieroi, che ora vanno tanto di moda anche nei telefilm, ma volevo parlare di altro perché trovo che manchi da tempo qualcosa di veramente positivo nel settore dei giochi di ruolo.

Ora, queste parole molto semplici mi hanno colpito e hanno toccato un tasto molto sensibile, che ancora non avevo scoperto di avere.

Chi mi conosce sa che sono una persona aperta e ottimista, tranne che per quanto riguarda il presente e il futuro ambientale del nostro pianeta, argomento quest’ultimo che invece mi riempie di orrore e disperazione. Proprio per questo motivo, quando scelgo narrativa, fumetti, video e giochi, non voglio discendere negli abissi degli orrori psicologici, non gradisco argomenti disturbanti, non mi interessa uscire troppo dalla mia zona di comfort e non voglio indulgere in tematiche negative, dark, gore, splatter, paranoiche o genericamente orripilanti.

Per esempio, non mi piacciono le storie di mostri e orrori, ma quelle di cacciatori di mostri e orrori; Ultima Forsan e tutto l’immane universo crossmediale collegato, ad esempio, non raccontano storie di disperazione, grettezza, squallore e massacro continuo, come altri brand basati sugli zombi, ma piuttosto storie di sopravvivenza, alleanza degli uomini contro orrori e destino, riconquista, rinascimento e rinascita. E il “macabro” stesso, cifra stilistica distintiva di Ultima Forsan, non significa solo orrore e dark, ma anche umorismo nero, una sorta di ironia cupa tipica dell’Italia medievale e rinascimentale.

Un interessante discorso simile, ma basato sulla fantascienza, lo fa spesso il mio stimato collega Davide Mana e l’ho letto di recente anche in una bella intervista di Michele Bellone all’autore di The Martian, Andy Wier:

Domanda: “Lo scrittore Neal Stephenson sostiene che la fantascienza si è fissata su scenari nichilisti e apocalittici. Così ha fondato il progetto Hyerogliph, per incoraggiare gli autori fantascientifici a smetterla di preoccuparsi e a imparare ad amare il futuro, in modo da diventare ispiratori del progresso e dell’innovazione scientifica. Cosa ne pensi di tutto questo?”

Risposta: “Sono assolutamente d’accordo con Stephenson. Non so perché la fantascienza moderna si concentri solo su visioni fosche e distopiche del futuro. Non credo che ci attendano scenari così tetri e di sicuro quelle non sono il tipo di storie che mi piace leggere”.

Detto questo, mi sono accorto che il fantasy per adulti attorno a me, specialmente nel settore dei giochi di ruolo e della narrativa, è imbevuto di Dark Fantasy: Lamentations of the flame princess, Warhammer, Shadow of the Demon Lord, ma anche moltissima narrativa fantasy prodotta in Italia, vede una grande preponderanza del “dark” sul fantasy, come se questa potesse essere l’unica versione adulta del fantasy stesso. Lo stile di Moorcock cupo e decadente, nato in risposta a quello che egli stesso definì “Epic Puh”, che diventa il nuovo canone.

Anche per Zappa e Spada, prima antologia Spaghetti Fantasy in circolazione e primo approccio di Acheron Books al fantasy all’italiana, ho visto una grande partecipazione di pubblico, ma con decine di racconti inoltrati di tipo espressamente “dark”, cosa che secondo me in parte cozza con l’approccio all’avventura scanzonato e cialtrone che mi piace vedere come elemento distintivo della narrativa italiana.

Per tutti questi motivi, vorrei quindi buttare qui un manifesto dei semi di riflessione su quello che secondo me ritorna necessario come stile e genere per compensare l’avanzata del Dark Fantasy.

Ritorniamo a/riscopriamo il Light Fantasy!

Ed ecco alcune caratteristiche che questo fantomatico “Light Fantasy” possiede o dovrebbe possedere:

– Non è il Fantasy dei vostri nonni. Questa frase la rubo dal solito Davide Mana, per sottolineare che il Fantasy deve essere oggi tarato al XXI secolo e non emulare acriticamente quello del Novecento. L’approccio a razze, generi, ideologie, religioni, ambiente, politica e dilemmi morali deve essere rimodernato, aggiornato, rinfrescato. Anche se la vostra ispirazione è l’immaginario vichingo del X secolo d.C., fate ai vostri lettori un favore ed esplorate tutta la gamma dei temi di genere, sociali e morali che sono propri del vostro secolo, mescolando, crossando, invertendo gli stereotipi e i cliché più abusati.

– Dai 13 anni in su. Il Light Fantasy non è un Fantasy “per ragazzi” (quello è già light, si spera), ma un fantasy che può essere letto dai ragazzi e dagli adulti, e a tutti restituisce qualcosa di bello e costruttivo. Dopotutto, quale target di lettore vi è, migliore di un adolescente bramoso di fantastico? Se è vietato ai minori di 18 anni, non è Light Fantasy.

– Ironico, non demenziale, parodistico o caricaturale: mi piacerebbe si distinguesse il Light Fantasy dal Comic Fantasy, ovvero quello estremamente umoristico. Il Mondo Disco di Terry Pratchett e tante altre opere volutamente ed estremamente umoristiche le vedrei quindi a parte. The Princess Bride invece mi sembra perfettamente attinente.

– Basta Apocalissi per favore… Se n’è abusato in ogni modo: il mondo non sta finendo, e l’ombra del re dei demoni non ha ancora distrutto nulla. Non siamo in un mondo fantasy post-apocalittico, dove il male ha vinto, dove tutto va male e l’orrore, la follia e la disperazione sono fatti quotidiani. In un mondo light fantasy non c’è posto per il MAIUNAGIOIA. Le gioie ci sono e i vostri eroi combattono per preservarle.

– Normalissimi eroi. Basta antieroi per favore… Gli antieroi nascono quando c’è sovrabbondanza di eroi e il normale eroe diventa noioso. Però adesso la situazione è uguale e contraria. Sono tutti antieroi, uomini sordidi, pieni di difetti, pieni di tragedie interiori, induriti, incattiviti. Proviamo un po’ a riequilibrare rimettendo in mezzo alla storia dei normalissimi eroi…

– Sostituiamo la violenza con… Il Dark Fantasy è pieno di scene di battaglia, stragi, violenze, orrori. Le guerre, i massacri, le brutture del mondo, le piaghe, sono al centro della narrazione. In un Light Fantasy la violenza non andrebbe bandita del tutto, ma le toglierei la centralità e la metterei sullo sfondo. Come in Pirati dei Caraibi o in serie simili, dove muoiono centinaia di persone, ma sullo sfondo… e senza spargimenti di sangue. Lo ripeto meglio, perchè sia più chiaro: gli orrori, la guerra, il male non vanno rimossi dal Fantasy, nè edulcorati, semplicemente non farei esposizione continua di frattaglie e la terrei come uno dei componenti della ricetta, non l’unico. “E se tolgo la guerra, le battaglie e le armi dal mio libro fantasy, cosa mi resta?” E’ la domanda giusta da farsi: sense of wonder, magia, i dettagli di un mondo magico, i grandi temi, il meraviglioso, il viaggio, la conoscenza di popoli e pensieri diversi, il confronto, l’intrigo, il colpo di scena, creature meravigliose, eccetera… Non credo che ci siano problemi a riempire un libro con queste cose, giusto?

– Futuro, speranza, ideali, morale. Accantoniamo per un attimo il cinismo e gli atteggiamenti da adolescenti. Il mondo, anche i mondi fantastici, sono fatti di lati oscuri così come di lati chiari. Inutile atteggiarsi da cinici e sbruffoni: i mondi fantastici sono un po’ come il nostro, altrimenti non potremmo raccontarli, giusto? E il nostro mondo è fatto di gente che semplicemente tira a campare e ci prova come può. Ognuno ha i propri ideali, la propria morale, la propria visione delle cose, i propri obiettivi. Anche nel vostro mondo fantasy può essere così, senza che per forza tutti tendano al potere, al denaro, alla sopraffazione. Le persone vogliono dopotutto solo una cena calda, un camino acceso la sera e un futuro per i propri figli…

Ed ecco che secondo me il Light Fantasy è il sottogenere adeguato per parlare di questi temi, di grandi confronti, di crescita, speranza, cambiamento, ideali e valori. Il come sta a ciascun autore, naturalmente, purché non si sfugga a questa necessità semplicemente aggiungendo draghi, demoni e battaglie interminabili.

Insomma, il Light Fantasy: potreste vederlo come un sottogenere a parte o anche solo come un “mood”, una pennellata di luce e leggerezza che sta bene su tutti i sottogeneri del Fantasy: Urban Fantasy, High Fantasy, Low Fantasy, Spaghetti Fantasy, Sword & Sorcery, Heroic Fantasy, Epic Fantasy, Sword & Planet e qualsiasi altro “Fantasy” che vi viene in mente…

Pensateci, e fatemi sapere!

Mauro Longo
Mauro Longo
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4 commenti

  1. Tanto per cominciare, grazie per la citazione.
    In secondo luogo, visto che oltretutto oggi è il suo compleanno, vorrei ricordare che Michael Moorcock ha sempre considerato Elric un personaggio COMICO. E in effetti, se guardiamo l’opera di Moorcock, la cupezza e la tetraggine sono sempre temperate dall’umorismo.
    Ma per il resto, sì, un po’ di fantasy leggero e ottimista è sempre il benvenuto – dai tempi di Unknown a oggi.

  2. Un altro tema che secondo me un light fantasy dovrebbe avere è il sense of wonder, la meraviglia, l’esplorazione di mondi assurdi, fantastici e pieni di meravigliose scoperte, proprio con un’accezione quasi bambinesca del termine.

    Anche molti Jrpg, per esempio i Final Fantasy, ricadono perfettamente nel tipo di light fantasy che piace a me. Solari ma non ingenui, pieni di sense of wonder, amicizia e crescita. Anche i capitoli più cupi della saga riescono ad essere pieni di speranza.

  3. Concordo , ed agiungo che su qualunque ambientazione adulta luce e tenebre dovrebbero andare a braccetto.
    Ad esempio l’ ambientazione della prima edizione di warhammer 40k ( il mai abbastanza compianto rogue trader) , pur assomigliando abbastanza a quella contemporanea ,era veramente umoristica, a modo suo era parecchio light fantasy, per quanto sembri incredibile visto com’è diventato il 40k oggi .
    Alcuni racconti e romanzi del 40k ( Chapas Cain ) riprendono quel tono creando anti- antieroi cialtroni ed improvvisati.
    A mio avviso la caratterstica di base della light fantasy è quella di non prendersi troppo sul serio. Pensiamo ai film di Brancaleone, domina la morte e la miseria, ma è impossibile restare tristi. Eppure alla fine lo stridere tra il tono cialtronesco e le tematiche funeree è proprio ciò che rende il film un capolavoro e che forse ci porta a riflettere di più sui drammi delll’ esistenza umana !

    L’ esempio opposto è Vampire the masquerade, ambientazione che personalmente ho sempre trovato di una noia mortale ( passami il gioco di parole) per chiunque abbia passato l’ adolescenza.

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