Il mestiere dello scrittore raccontato attraverso alcune citazioni, grazie a un guest post firmato dallo staff di Frasi Celebri.
Oggi facciamo una cosa mai realizzata prima: un guestpost firmato dal sito Frasi Celebri, il più grande sito italiano di frasi, citazioni e aforismi, e dedicato a citazioni sul mondo della scrittura.
L’argomento che mi è stato proposto con gentilezza e professionalità è molto interessante, quindi ho accettato ben volentieri.
Il mestiere dello scrittore – una storia da raccontare
Scrivere, lo sa bene chi lo fa per mestiere o per diletto, è solo apparentemente una cosa semplice. Non si tratta solo di allineare parole che stiano bene una dopo l’altra, ma di un’attività – e di una vocazione – ben più complessa.
Se scrivere è ciò che davvero vuoi fare nella vita, noi siamo pronti a sostenerti nell’impresa affidandoci alle parole di chi, prima di te, ha mosso i primi passi nel mondo della narrativa e dell’editoria diventando poi scrittore di grande fama.
“Il mio consiglio ai giovani scrittori è quello di smettere di cercare consigli dai vecchi scrittori.”
(Charles Bukowski)
Stando alle parole dell’intramontabile Bukowski potremmo chiudere qui questo post.
Ovviamente il suo intento è, come gran parte della sua produzione, altamente provocatorio. “Fate di testa vostra, trovate il vostro personale modo di raccontare la vita” sembra dire.
“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”
(Italo Calvino, dal libro “Il cavaliere inesistente”)
Eh già, gli scrittori hanno il difficile compito di osservare e raccontare il mondo e la vita riproducendo o reinventando lo sguardo di personaggi più o meno immaginari.
“Gente, non personaggi costruiti abilmente, devono uscire in un romanzo dall’esperienza assimilata dello scrittore, dalla sua cultura, dalla sua testa, dal suo cuore e da tutto lui stesso.”
(Ernest Hemingway, dal libro “Morte nel pomeriggio”)
Scrivere è un atto intimo, personale. Qualsiasi cosa si scriva, dalla lista della spesa all’Enciclopedia, dalla Divina Commedia a Il Signore degli Anelli, il modo in cui lo facciamo racconta qualcosa di noi. Lo scrittore non può non mettere se stesso in ciò che scrive. Se non lo facesse il suo lavoro risulterebbe in un’operazione arida, sterile, priva di quello slancio che affascina, cattura, colpisce.
E non temete, il lettore lo noterà, e saprà apprezzarlo.
“E’ uno dei privilegi dello scrittore quello di potere aiutare gli uomini a resistere dando sollievo ai loro cuori.”
(William Faulkner, nel discorso alla consegna del Premio Nobel per la letteratura – 10 dicembre 1950)
Per essere scrittori, tuttavia, avere qualcosa da dire non basta. Anche la forma fa la sua parte. Ci sono cadute di stile che sarebbe meglio evitare, ridondanze che sarebbe auspicabile non commettere, errori (o orrori) ortografici che non si possono perdonare. Quindi attenzione alle immagini che si ripetono, alle parole e agli avverbi usati in maniera poco oculata, ai copia e incolla da una parte all’altra della storia:
“Il vero problema dello scrivere non è tanto di sapere ciò che dobbiamo mettere nella pagina, ma ciò che da questa dobbiamo togliere.”
(Gustave Flaubert)
E come se non bastasse, Oscar Wilde ci parla di editing, perché anche a quello lo scrittore deve fare attenzione:
“Un poeta può sopravvivere a tutto tranne che ad un errore di stampa.”
(Oscar Wilde)
Una volta che la vostra opera è terminata, non crediate però di essere diventati scrittori. Scrivere è impegno continuo, passione senza data di scadenza. Essere scrittori significa anche dar voce a quell’ideale di libertà di espressione che oggi gli ha dato la possibilità di mettere su carta i suoi pensieri, i suoi timori, le sue avventure.
“Uno scrittore ha in sorte una piccola voce pubblica. Può usarla per fare qualcosa di più della promozione delle sue opere. Suo ambito è la parola, allora gli spetta il compito di proteggere il diritto di tutti a esprimere la propria.”
(Erri de Luca, dal libro “La parola contraria”)
E se ancora vi state chiedendo le ragioni del vostro scrivere, se ancora non sapete dare una risposta a quanti vi chiedono “Ma chi te lo fa fare?”, fate appello al vostro entusiasmo e non abbiate timore a dire che sì, il vostro sogno è diventare dei grandi scrittori.
“Scrivo perché non so fare altro. Scrivo perché dopo posso dedicare i libri ai miei nipoti. Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato. Scrivo perché mi piace raccontarmi storie. Scrivo perché mi piace raccontare storie.”
(Andrea Camilleri, dal libro “Come la penso. Alcune cose che ho dentro la testa”)
Se le citazioni sono il vostro pane quotidiano, continuate a cercarle su Frasi Celebri!