I luoghi di Lovecraft – una recensione di Ilario Gobbi

I luoghi di Lovecraft è un saggio di Nicola Pesce Editore: una “guida dell’incubo” ai luoghi creati da H. P. Lovecraft. Una recensione di Ilario Gobbi.

Accetto con piacere un guest post da parte di Ilario Gobbi, titolare tra le tante altre cose del canale I miti del Tubo, dedicato a degli straordinari approfondimenti sul mondo di Lovecraft.

I luoghi di Lovecraft – di Ilario Gobbi

Ti va di riscoprire le pittoresche – per non dire: inquietanti, raccapriccianti, blasfeme – ambientazioni dei racconti di Lovecraft in un modo più leggero e originale del solito?

I luoghi di Lovecraft”, edita Nicola Pesce Editore, è una originale rivisitazione delle opere di Howard Phillips Lovecraft sotto forma di una simpatica ma dettagliatissima guida alle località dell’incubo partorite dalla fantasia sfrenata del Solitario di Providence, che mi sono permesso di recensire per il mio canale Youtube de I Miti del Tubo e che a seguire di vado a spiegare.

Questa guida stile inizio Novecento, opera di Michele Mingrone, Sara Vettori e Caterina Scardillo, è stata commissionata da Nyarlathotep per introdurre gli umani a luoghi che li condurranno inevitabilmente alla follia. Non è soltanto una riproposizione fedelissima delle descrizioni originali dei luoghi orrorifici di Lovecraft, ma una vera e propria guida turistica, pertanto una raccolta – per esempio – dei migliori alberghi (chiamiamoli così) di Innsmouth, delle mete più suggestive delle Montagne delle Follia, dei migliori locali del Lovecraft Country dove mangiare e dove essere mangiati dalle pittoresche pietanze della regione.

Il narratore, con tono snob da inglese trapiantato nel nuovo continente, descrive con ammirabile nonchalance le assurdità che si trovano in ogni meta dei racconti che ci sono cari, offre consigli di sopravvivenza spiccioli e note sulle principali attrazioni (leggi: pericoli mortali) che attendono gli incauti visitatori.

Gran parte del divertimento consiste appunto nello scoprire le caratteristiche, sempre raccapriccianti e fedeli ai racconti di Lovecraft, dei locali dove mangiare e dormire, in genere onorati da qualche Shoggoth in agguato o dai ghoul a spasso nei cimiteri. Non manca nemmeno un pratico dizionario di lingue pre-umane che certamente aiuterà i viaggiatori a essere mangiati vivi prima del previsto.

Le descrizioni sono fedelissime a quelle riportate dal Maestro nelle opere originali, a seguire ti riporto l’elenco dei racconti che ho individuato come fonti delle città descritte.

– Innsmouth e Newburyport sono descritti ne: “La maschera di Innsmouth”.

Tutte le città che potrebbero venirti in mente riguardo a Lovecraft, qui vengono riportate.

– Arkham è descritta in: “La casa delle streghe”; “Il colore venuto dallo spazio”; “Herbert West: Rianimatore”; “La cosa sulla soglia”; “Il modello di Pickman”; “La casa del cannibale”; “L’orrore di Martin’s Beach”, “L’orrore di Dunwich”. Kingsport è descritta ne “Il vecchio terribile”.

– Dunwich è descritta in “L’orrore di Dunwich”.

– Providence è descritta in “Lo strano caso di Charles Dexter Ward”, “La casa stregata”, “L’abitatore del buio”, “Il modello di Pickman”, “Il richiamo di Cthulhu”.

Sempre a proposito di Providence, vengono menzionati anche l’ospedale William Harris (dove venne curato il papà di Howard) e la casa dello stesso Howard e di sua madre. Doverosa è anche la visita alla tomba del nostro scrittore preferito.

SI accenna anche a Parigi, mai e poi mai bisognerebbe perdersi la vista sull’abisso della casa di Erich Zann. Si continua con le memorabili atmosfere dell’Antartide narrate da una svampita sposina che visita le memorabili attrazioni de Le montagne della follia, con un maritino un po’ troppo interessato al giusto allineamento degli astri.

Non mancano nemmeno le escursioni nelle più pittoresche località fuori mano, dalla Città Senza Nome tra le sabbie dello Yemen dei pittoreschi uomini serpente preumani, alla amabile R’yleh sede dei Grandi Antichi che accolgono i visitatori a tentacoli aperti, sempre narrati con l’incredibile (e ingiustificata) fiducia del narratore nella propria buona sorte.

E se cerchi una meta da sogno per le vacanze, niente di meglio delle Dreamland, lo dice anche il nome!

Le narrazioni, sempre molto ironiche, sono intervallate da foto delle località, articoli di giornali, mappe del posto, ricette alquanto peculiari e del tutto surreali, non prive di un certo gusto artistico (il cadavere di Whateley, disegnato, ad esempio, ricorda quello di Alberto Breccia nella sua versione dei Miti di Cthulhu).

L’edizione, lunga 240 pagine, con copertina foderata in tela, è in definitiva alquanto gradevole, molto simpatica nella narrazione e decisamente utile per chi vuole un riepilogo delle discutibili attrazioni delle mete lovecraftiane sempre a portata di tentacolo.

Molto simpatici anche gli easter egg sparsi qua e là nel libro. Nella sezione di testo relativa ai volumi contenuti nella biblioteca della Miskatonic University di Arkham, abbiamo ad esempio il riferimento al “De Vermiis Mysteriis” e al racconto Jerusalems’s Lot di Stephen King, nonché a “In the mouth of madness” di Sutter Crane e al film “Il seme della follia” del 1994. Un’altra citazione che mi ha strappato un sorriso è stata quella relativa al Joker, nel paragrafo relativo al Manicomio di Arkham.

Se sei un appassionato di Lovecraft, quest’opera incontrerà sicuramente la tua approvazione, e te ne consiglio l’acquisto. Noi ci vediamo alla prossima!

Concludiamo con una carrellata di link caponatariani:

I luoghi di Lovecraft si può acquistare in ogni buona libreria, ma anche su Amazon.it!

Un’altra guida molto interessante è quella di Massimo Spiga, Pellegrinaggio Nero, già recensita su Caponata Meccanica!

Se cercate dei librogame a tema lovecraftesco, trovate il buon “Dagon” di Officina Meningi.

Una mia rassegna (del 2016) sui migliori libri di Lovecraft in italiano, ecco quello che fa per voi!

Ecco infine quattro chiacchiere su Teoria dell’Orrore, il saggio DI Lovecraft sulla letteratura horror.

 

Mauro Longo
Mauro Longo
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