Fahrenheit 1451 è un nuovo gioco creato e pubblicato da Helios Games, che coniuga narrazione e gioco in solitario con le carte. Abbiamo fatto una partita!
Coniugare gioco di narrazione e librogioco è un’impresa complessa, che forse non è stata ancora realizzata pienamente. Fahrenheit 1451 è un esperimento pensato per creare una storia “forte” e coinvolgente, giocando in solitario con un libro, scritto da Helios Pu, realizzato da Helios Games e pubblicato da SpaceOrange42.
Il titolo è stato presentato a Lucca Comics & Games 2019 qualche settimana fa, e mi pare abbia già riscosso un discreto successo, complice anche il carisma e il guerrilla marketing di Helios Pu, “il Vate” italiano dei giochi di ruolo. Naturalmente, dietro il faccione – meme dell’autore, la sostanza c’è e si vede. Oltre ad essere un titolo ben pensato, Fahrenheit 1452 è anche ben realizzato esteticamente e a livello di contenuti, con una cura che non si riscontra in quasi nessuna delle altre case editrici e game studio che oggi in Italia pubblicano giochi di narrazione. Devo sinceramente anche aggiungere che il rapporto qualità/quantità/prezzo di questo volume doppio (circa 20 euro per un prodotto denso e ben realizzato) vola alto sopra la maggior parte dei titoli similari che ho visto in questi ultimi mesi, e passando gli caca pure in testa 😀 .
Cominciamo col dire che Fahrenheit 1451 è infatti solo metà del volume in questione, nel senso che, acquistandolo, ci si trova in mano un volume brossurato (ben fatto, con alette, ottima carta, a colori) che dall’altro lato contiene uno Story Game di gruppo chiamato Kaiser 1451 e collegato a Fahrenheit 1451. Sono insomma due facce della stessa pubblicazione, ma poiché Kaiser non l’ho provato, questo articolo verte solamente sul gioco in solitario.
Leggiamo dalla descrizione del prodotto:
“Fahrenheit 1451 parla della biblioteca di un’abbazia di montagna, lambita dalle fiamme di un incendio e assediata da uno spietato esercito, e delle ultime ore di vita di un monaco che ha deciso di salvare la maggior quantità di manoscritti da tramandare ai posteri.
Fahrenheit 1451 è stato concepito come solitario ma ha regole per ospitare fino a 4 persone al tavolo.
Necessita di un mazzo di carte tradizionali italiane. No dadi. No GM. No preparazione.
Il manuale, di 60 pagine, è costituito da regole solo per metà. Il resto delle pagine è dedicato a spiegare come modificare ed espandere il gioco e da una corposa sezione di saggi dedicati alla vita in Europa nel 1451 a cura di Emilio Giovannetti.
Fahrenheit 1451 ha partecipato nella sua prima versione al contest internazionale “Game Chef” edizione 2018 ottenendo la Menzione speciale “Prometeo”.”
Facciamo una partita!
Per giocare a Fahrenheit 1451, prendo l’unico mazzo di carte che tengo in casa, quello di Topolino, quindi decido di restare in tema e – utilizzando i pratici consigli del manuale su come hackare e personalizzare il gioco – decido di alleggerire la pesantezza del tema e ambientare il tutto in una versione fantastorica di Paperopoli.
Il Monaco della situazione è Pico de Paperis, asserragliato nella sua casa (fatta di e) piena di libri, mentre le armate bassotte di Re Paperone lo circondano per catturarlo.
La distopia repressiva di Paperone infatti prevede che la cultura e i libri non siano ammessi (ma dai!) perchè raccontano di un mondo papero diverso che non è mai esistito, ma Pico decide di difendersi dall’invasione e mettere in salvo alcuni dei titoli più pericolosi per il regime, affidandoli al fido Ciccio di Villapapera, il suo assistente.
Cambiato in questo modo il setting del gioco, intavolo la partita, usando le stringenti istruzioni del manuale, la scheda scaricabile dal sito di Helios Games e le summenzionate carte da gioco di Topolino.
Come funziona il gioco?
Come un solitario semplificato, si pescano delle carte da un paio di mazzetti e le regolette elementari rappresentano che libri riusciamo a salvare prima dell’irruzione dei Bassotti, e man mano ci spingono a raccontare dei dettagli sulle vicende personali del Monaco, sui libri che salviamo e sulla vicenda dell’assedio.
Non ve le sto a riportare, ma si tratta di un meccanismo davvero semplice che serve unicamente a stimolare la narrazione, che avrà la sua naturale manifestazione nella trascrizione di alcune note sulla scheda. Insomma, il gioco ci stimola a immaginare e raccontare la nostra storia tramite degli spunti aleatori basati sulle carte estratte.
C’è anche una versione che prevede alcuni Uditori, ma questa non so come viene.
Fahrenheit 1451 è un librogioco?
Direi di no: non ci sono scelte in gioco da prendere, ma il meccanismo delle carte da pescare serve a stimolare la fantasia del giocatore e a portarlo a immaginare la storia che sta dietro la vicenda, guidandolo al contempo verso la sua drammatica conclusione. Nella mia partita, scopro grazie alle carte che è stato lo stesso Pico ad aver causato il regime di Re Paperone e la distopia: solo salvando una serie di libri chiave tramite Ciccio da Villapapera, nonostante alla fine del gioco sia stato catturato dai Bassotti, aprirà la via a una possibile redenzione e ritorno alla normalità, che avverrà dopo i titoli di coda tramite Ciccio… dopotutto sono in ambiente Disney e ci vuole un finale positivo!
Insomma, si tratta di un Gioco di Narrazione (uno “Story Game”) in solitario, niente più e niente meno di quello che descrive il titolo, dove saremo noi a mettere la sostanza, le idee e le nostre storie, mentre il gioco ci offre la struttura, il contesto, il tema e gli spunti narrativi per farlo.
Fahrenheit 1451 mi è piaciuto?
Molto.
E’ uno splendido esperimento sulle possibilità dei giochi di narrazione di funzionare anche in solitario: sedetevi al tavolo con il libro, la scheda e il mazzo delle carte quando sarete pronti a esplorare una bella storia, emotivamente coinvolgente, ma sappiate che nel monastero in fiamme nessuno può sentirvi urlare. Sarete soli con voi stessi e con le storie che riuscirete a tirare fuori dalla vostra testa, piuttosto che dal mazzo.
Consigliato immediatamente, anche perchè insieme a questo avrete anche l’altro gioco, Kaiser 1451, che sembra altrettanto interessante e curato.
BUON GIOCO!
Certo che si poteva menzionare di striscio anche il Fahrenheit di Ray Bradbury che viene omaggiato da questo… 🙂
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