Uno Sguardo nel Buio, di cui qui si parla spesso e volentieri, ha ancora qualche divertente segreto da rivelare… Dennis Biagini ce ne segnala un paio!
Incontrato all’ultimo Lucca Comics & Games, in un momento di cazzeggio durante una sessione libera di analisi approfondita sui vecchi giochi del passato, l’amico Dennis Biagini mi rivela alcuni inconfessabili segreti su Uno Sguardo nel Buio, il più celebre gioco di ruolo tedesco, giunto anche in Italia come RoleNostro grazie alla mai abbastanza lodata E Elle.
Uno Sguardo nel Buio (The Dark Eye in inglese e Das Schwarze Auge in tedesco) è stato il mio primo gioco di ruolo, e ne parlo ogni volta che posso… quindi cominciamo con gli scoop!
Le immagini censurate
Nel doppio manuale introduttivo del gioco (i Libri A e B di Introduzione all’Avventura Fantastica), la storia prende forma attorno alle vicende del ragazzone di campagna (bavarese) Alrik, che si ritrova ad Havena di notte e immediatamente finisce capo e piedi in una doppia avventura di stampo “salva la bella, affronta i pirati, ritrova il tesoro…” quanto di più inoffensivo e adolescenziale possiate immaginare:
LA LIBERAZIONE DI SILVANA
LA PERGAMENA NASCOSTA
Queste sono le immagini che abbiamo visto in Italia di tutta questa faccenda…
…ma in realtà le versioni originali erano ben diverse!
Quella che da noi era una storia abbastanza inoffensiva, nascondeva in origine sottotesti più disturbanti e sessualmente espliciti… e la vicenda era piuttosto una sorta di Home Invasion condita da aspetti alla Rape and Revenge.
Ecco le immagini non censurate:
Colpa della versione italiana? Niente affatto: la PRIMA tiratura del Das Schwarze Auge originale era quella senza censura, disegnata direttamente da Bryan Talbot, mentre successivamente, anche in Germania, si procedette a rimuovere i contenuti più “violenti” dalle immagini e a ridisegnarle, forse affidando il compito a qualche altro disegnatore che passava di lì per caso.
Se si guardano le immagini con attenzione, si nota infatti come quelle della seconda edizione (quella censurata) siano più grezze, meno definite e anche poco “in scala”. Le immagini censurate sono sicuramente di Talbot, in quanto nella scena in cui il goblin lega la donna al palo, si vede chiaramente la firma dell’artista alle spalle del mostro, datata 1983.
Le immagini della versione non censurata, invece, danno come l’impressione che siano state “scimmiottate” (e direi anche male). La scena del mostro e del pirata di fronte alla porta, intenti a scassinarla, è stata inoltre inserita solo nella versione censurata, al posto di quella del turpe strappo della spallina.
Anche per questi piccolissimi cambiamenti, la primissima tiratura della primissima edizione di Das Schwarze Auge è particolarmente ricercata dai collezionisti!
La Maschera del Padrone
Sempre un po’ in tema è la questione della cosiddetta Maske des Meisters, la “Maschera del Master”, ma traducibile facilmente anche in chiave sadomaso.
Nelle prime versioni del gioco era infatti presente una sorta di maschera per il Master, che è divenuta una sorta di elemento “Cult” ridicolo del gioco.
La Meister Maske uscì con il secondo box, “Die Werkzeuge des Meisters” (Gli Strumenti dei Master), una sorta di espansione piuttosto necessaria alle regole base, dal momento che in queste erano presenti solo SEI mostri.
Dare una maschera nera ai ragazzi mentre giocavano a un gioco sempre a rischio di essere bollato come “satanico” o deviantesembra proprio un caso di “Il marketing ha avuto un’ideona!”
Secondo le malelingue, la Schmidt Spiele aveva un paio di migliaia di maschere in magazzino, appartenenti ad un altro prodotto non venduto. Decide di utilizzarli per Uno Sguardo nel Buio, li inserisce nel set e costringe Kiesow a scrivere ai Master che indossarla durante il gioco era praticamente obbligatorio “per calarsi nell’atmosfera”.
Il libro “Vent’anni di Uno Sguardo nel Buio” riporta una lettera di un fan che in sostanza dice “Ciao, ho 30 anni, amo il vostro gioco, ma devo sempre indossare quella cavolo di maschera che mi fa venire il mal di testa, e così le nostre sedute sono sempre piuttosto brevi…”
Questo perché le maschere erano, ovviamente, a grandezza di testa di bambino.
Una curiosità ulteriore relativa alla Maschera è il suo utilizzo come oggetto speciale (e citazione) nel videogame Drakensang, dove la Maske des Meisters può essere trovata e indossata, generando un ottimo bonus al personaggio che la mette. 🙂
La scelta del nome
Un’altra interessante indiscrezione sul gioco è quella relativa alla scelta del nome.
Sempre secondo il libro prima citato, mentre gli artisti coinvolti disegnavano le concept art per il gioco, uno di essi fece l'”occhio oscuro” che è ormai il simbolo del brand.
Piacque così tanto alla produzione che a Ulrich Kiesow (che voleva chiamare il suo gioco qualcosa del tipo “Aventuria”) venne detto più o meno: “Guarda, lo vedi questo Occhio Oscuro? Da ora in poi, il tuo gioco si chiamerà Occhio Oscuro! Cosa vuol dire cos’è un Occhio Oscuro? Chi è lo scrittore qui: tu o io? Scommetto che ti verrà in mente qualcosa!”
Ed è così, signori cari, che si scelgono i nomi e i marchi dei giochi… 🙂
BONUS FEDELTA’!
Siete arrivati alla fine dell’articolo? Bravi! Sapete che Uno Sguardo nel Buio è appena arrivato alla sua 5ta Edizione e sta per essere tradotto in inglese? Ecco un piccolo file introduttivo, con un’avventura e dei personaggi pronti da giocare!
il mio “introduzione all’avventura fantastica” è andato disperso in un Libraccio tipo 13-14 anni fa… ma il “Perfezionamento..” è tuttora a casa di mamma… la regola degli assalti è la cosa più bella che un gamedesigner abbia mai scritto… ( esageriamo..)
Metteva fine al colossale bug dei combattimenti, che a livelli elevati duravano una vita. 😉
Sei in ritardo di sette mesi e mezzo…
…
…
Non era un pesce d’aprile? O__o
Queste rivelazioni vincono largamente in lollaggine su qualsiasi cosa XD e ogni nuovo gioco dovrebbe chiamarsi Occhio oscuro per almeno un minuto, in onore del lungimirante dio del marketing alla come viene 😛
Comunque, hai scritto che la mascherina bdsm sarebbe stata riciclata da un altro progetto, eppure ha l’occhio oscuro tra i due normali. Non è che le malelingue fossero davvero solo delle persone pettegole?
può darsi benissimo… io e Dennis abbiamo solo riportato le voci che si trovano su quei forum di appassionati. 🙂
Ma che bell’articolo succoso!!!
Grazie a Dennis!
Bellissimo articolo!!
Abbastanza ridicola la censura (con gli occhi di oggi), mentre la “maschera del master” è veramente il massimo del trash!!
Bello che si possano scoprire cose nuove su un gioco così datato e così di culto!
Guarda, il thread con le curiosità del gioco era di diverse pagine, su un forum tedesco. queste erano le principali, ma chissà quante altre!
Il gioco in cui si combatteva con attacco e parata ma lo scudo contava come protezione!!!
Assurdo 🙂
Bell’articolo. Non avevo mai sentito parlare di “Vent’anni di Uno Sguardo nel Buio” e in rete non ho trovato niente. Puoi dirci qualcosa di più?
Perché il titolo è sbagliato ed erano 25 anni 😉
Dovrebbe essere questo: http://www.wiki-aventurica.de/wiki/25_Jahre_Das_Schwarze_Auge_-_Band_I_-_Die_Regeln
Grazie!
Fu anche il mio primo gioco di ruolo e fu amore a prima vista .Come capita quando non si ha molta esperienza, rovinai tutto tradendolo con D&D; all’epoca mi faceva sentire più grande. Quindi non posso che guardare a quell’amore prematuro con nostalgia e ringraziarti per questo bellissimo articolo.
ehehehehehe… si fa sempre in tempo a tornare indietro eh… il primo amore non si scorda mai e Usnb è vivo tanto quanto D&D, entrambi alla 5ta edizione… 😉
interessantissimo, non avevo idea di questi turpi segreti! del resto anche usnb è un gioco creato (e originariamente giocato) da adulti che ha avuto un pubblico sostanzilamente di ragazzini. inoltre mi ero sempre chiesto l’origine del titolo. eh eh ora so!
secondo me la storia della maschera dimostra che non si deve bere birra durante l’orario di lavoro. povero Ulrich Kiesow
sapevo della nuova edizione e sono contento che il gioco che insieme a d&d basic rappresenta per me la quintessenza della mia esperianza di vecchia scuola ruolistica sia ancora vivo