L’Avventura del Gatto Lupesco è il mio contributo per il primo supplemento per Kata Kumbas – Edizione Selvaggia: Avventure per Laitia!
Non appena mettete piede su Laitia, vi ritrovate a camminare lungo un polveroso stradone di campagna. Quand’ecco che incrociate il cammino con un misterioso viandante…
La creatura è un essere dai tratti felini e il pelo biondo e ben curato, vestito di allegri abiti da viaggio rossi e verdi e con una cetra a tracolla. Il menestrello itinerante appare affabile e cortese.
Non appena si trova a fianco degli eroi, l’incredibile figuro li osserva con grande attenzione, come per esaminarli, poi prende a suonare uno stornello rivolto verso di loro:
“E benvenuti a ‘sti campioni
belli, forti e capoccioni
e tu che sembri un Vendramin,
sentiamo un po’ che c’hai da dir…”
Il mio nome è Leonardo, ma tutti mi chiamano il ‘Gatto Lupesco’ per il mio aspetto inusuale, per lo meno in queste terre. Sono un Lhome, un esule della terra di Ilcisia, dove il mio popolo si macchia ogni giorno di sorprusi ed orrori che non voglio nominare.
Come altri uomini vanno girando per il mondo, chi per guadagnare e chi per rimetterci, così l’altro giorno io me n’andavo per una strada, immerso in lieti pensieri. Fu allora che incontrai due cavalieri della corte di Re Traù, il celebre sovrano dei Treboni. Non vi dico e non vi conto, dopo qualche ora di conversazione i due mi dissero cosa vi facevano così lontano dalla loro terra.
‘Siamo cavalieri di Trebagna,’ spiegarono, ‘ma or ora veniamo dal monte che chiamate Aithos, in Ilcisia. Abbiamo a lungo viaggiato per scoprire la verità sul nostro sire, Re Traù, che abbiamo perduto da alcuni anni e di cui non conosciamo la sorte. Dopo aver seguito ogni sorta di fole, indizio e diceria, siam giunti alle pendici dell’Aithos, ma lì la ferocia dei selvaggi che lo popolano ha ucciso tutti i nostri compagni e ci ha messo in fuga. Ora torniamo alla nostra città. Addio, signor gatto, a voi e ai vostri affari’.
Prima di andar via, i cavalieri mi donarono una gran chiave di Oro Alchemico, dicendo che questa avrebbe potuto disserrare le porte dell’Aithos e permettere di entrare nelle sue viscere, alla ricerca del Re. Loro non potendo più tornare in quel regno terrificante, speravano che io potessi farlo e disvelare il mistero, in quanto Lhome. Ma io a mia volta son bandito da quell’isola e non posso farmici rivedere a cuor leggero o senza scorta.
Se vorrete venire con me alla cerca di Re Traù, la ricompensa sarà ben grande.
L’Avventura del Gatto Lupesco
A PLAY: Il Festival del Gioco di Modena, Edizione 2016, verrà presentato il primo supplemento per Kata Kumbas – Edizione Selvaggia, la nuova versione del gioco di ruolo tutto italiano. Per chi ancora non lo sapesse, infatti, Kata Kumbas è tornato! Il primo gioco di ruolo italiano è stato riadattato per il regolamento bestseller Savage Worlds da Umberto Pignatelli e ha visto la luce in una Edizione Selvaggia a Lucca Comics & Games 2015.
E adesso, vai con il primo blocco di avventure: otto autori rendono omaggio al mondo sognato da Agostino Carrocci e Massimo Senzacqua e io ho l’onore di essere tra essi, con lo scenario intitolato “L’Avventura del Gatto Lupesco”.
Per idearlo, ho voluto mettere insieme leggende e miti della materia arturiana in Italia. Quella di Re Artù è infatti una leggenda che nel medioevo ha raggiunto anche il nostro paese e si è qui ben radicata e diffusa. Il Detto del Gatto Lupesco, da cui sono partito, è ad esempio un celebre testo italiano duecentesco, di autore misterioso. Il poemetto riporta la leggenda della morte del mitico sovrano di Britannia, e pone la sua tomba in Sicilia, nel cuore dell’Etna. Molte sono poi le tradizioni sulla presenza di Fata Morgana e Mago Merlino nell’Italia meridionale e attorno allo stretto di Messina.
Adesso prendete tutto questo, mescolatelo insieme e versatelo in una bella coppa di avventura fantastica alla maniera di Kata Kumbas, ambientata a Laitia.
Ecco a voi L’Avventura del Gatto Lupesco: servite col botto!
Molto, ma molto, ma molto bene!!!
Grazie caro!
Che belle risonanze… https://www.youtube.com/watch?v=ikBPgcRxvzE
Esatto.
Mi e’ sorto un dubbio.
SE c’e’ la scuola materna per bambini e vendramini, allora i vendramini dovrebbero / potrebbero essere un diminutivo, per cui i vendramini “adulti” dovrebbero essere chiamati “vendrami” e non “vendramini”: i vendramini son i loro figli molto giovani.
Che dici? Il discorso fila? Sono un buon filologo??? 🙂
Solo se accetti che i bambini adulti si chiamino “BAMBI”. 😉
Ah, perche’? Non e’ cosi’?