Definizione di Sword & Sorcery tutta mia: cosa è e cosa non è per me la S&S, al di là dei brillanti tentativi passati di racchiudere questo sottogenere del fantasy.
Un paio di mesi fa, mi hanno chiesto in un’intervista di dare una definizione di Sword & Sorcery, un sottogenere del fantasy (o forse piuttosto un modo di fare fantasy, uno stile di scrittura, un’estetica) che – non c’è più bisogno di dirlo – amo molto.
Dato che ormai con cinque progetti in corso si può dire che io sia parte integrante del movimento “Italian Sword & Sorcery”, la riflessione che in queste settimane ho fatto su questo genere, a partire dalle cose dette nell’intervista, è stata continua. Credo a questo punto di aver sviluppato, se non una definizione di Sword & Sorcery universale, perlomeno una mia visione personale, che uso e utilizzerò in tutti i miei lavori fino a prova contraria.
Attenzione! So bene che nel fantasy come in altri generi di narrativa c’è un po’ la rincorsa alle definizioni e ai sottogruppi, e che questi possono essere più o meno utili a seconda dell’uso che se ne fa: possono aiutare a capire, a posteriori, influenze, elementi di stile e cliché, ma servono poco a chi voglia scrivere o leggere una bella storia fantastica.
Quindi questo mio ragionamento parte da tre assunti, che sono di certo già chiari già a tutti voi:
– generi e sottogeneri sono un costrutto a posteriori, che a volte serve solo per sapere su quale scaffale mettere un libro.
– generi e sottogeneri cambiano continuamente, e le loro stesse definizioni mutano nel tempo. Ed è giusto che sia così.
– già altri grandi autori e critici hanno dato la propria definizione di sword & sorcery e probabilmente il mondo non ha bisogno della mia 😀
Pagato questo debito di chiarezza a chi legge, ecco che vengo al punto.
Definizione di Sword & Sorcery (secondo i big)
Sono state date tante definizioni al genere, da autori ed esperti di grande caratura.
Wikipedia ci ricorda che la stessa espressione “sword and sorcery” fu proposta da Fritz Leiber nel 1961 in risposta a Michael Moorcock, che aveva richiesto un nome per definire il tipo di storie scritte da Robert E. Howard. Leiber scrisse: “Sono più certo che mai che questo campo dovrebbe essere chiamato storie di sword and sorcery. Questo termine descrive accuratamente gli aspetti del livello culturale e degli elementi sovrannaturali, e inoltre lo distingue immediatamente dai romanzi di cappa e spada (avventure storiche) e anche dai romanzi di cappa e pugnale (spionaggio storico).”
L’altra grande definizione è quella di Lyon Sprague de Camp, il quale afferma che “una storia di questo tipo unisce il colore del romanzo storico con le emozioni ataviche e sovrannaturali dei racconti di magia, dell’orrore e dell’occulto. Se è fatto bene, ci dà il maggior divertimento che qualsiasi tipo di narrativa ci possa dare. È narrativa d’evasione, dove si evade per qualche momento dal mondo reale e si entra in un mondo dove tutti gli uomini sono forti, tutte le donne sono bellissime, la vita è sempre avventurosa, ogni problema ha una soluzione semplice, e nessuno parla mai delle imposte sul reddito, del disadattamento o delle assicurazioni sociali.”
Definizione di Sword & Sorcery (secondo me)
All’ombra di questi due titani, provo ora a dare la mia sintesi, che in parte è in contrasto con le precedenti e va vista quindi come mia personale interpretazione.
Lo Sword & Sorcery è un sottogenere del fantasy molto affine – per atmosfere – all’Heroic Fantasy, al Grimdark, al Picaresco e al Cappa e Spada, ma anche – per stile del racconto – al Planetary Romance, allo Sword & Planet, allo Sword & Sandal e al Dying Earth.
Le storie Sword & Sorcery si riconoscono per prima cosa dagli elementi presenti nella definizione: duelli tra spadaccini e scontri all’arma bianca in un mondo insidiato da stregoneria e tenebrosi segreti.
Vi sono tuttavia altri elementi distintivi, che sono secondo me i seguenti:
1 – Avventure mozzafiato in mondi fantastici
Lo Sword & Sorcery è incentrato su avventure mozzafiato ed eccitanti, ambientate in mondi immaginari o ucronici che ricordano in genere una versione fantastica e romanzata del medioevo europeo e mediorientale.
2 – Magia rara, orrenda e perturbante
Magia, mostri e creature fantastiche sono presenti, ma sempre come elementi rari e terrificanti, mai integrati nella visione comune del mondo e delle società, come avviene nell’Epic Fantasy e nell’High Fantasy.
3 – Barbari, furfanti e stregoni
La maggior parte dei nemici, delle minacce e delle insidie, nello Sword & Sorcery, è rappresentata da uomini comuni: banditi, furfanti, signori del crimine, orde di barbari, infidi cittadini, guardie corrotte, nobili spietati, stregoni, assassini e lunatici di ogni genere, ritratti con ogni sorta di vizio, difetto e deformità.
4 – Tra i vicoli della Città Vecchia
A differenza dell’Heroic Fantasy, sottogenere vicinissimo per tematiche, stile, ambientazioni ed autori, gli scenari prediletti dello Sword & Sorcery sono quelli urbani.
Ci muoviamo prevalentemente in città antiche e decadenti infestate di ladri e tagliagole, con labirintici sotterranei e torri svettanti, dedali di vicoli e gilde di assassini, mendicanti e banditi che si fanno guerra tra loro, pugnalandosi, avvelenandosi, corrompendo nobili e soldati, ricattandosi e minacciandosi ogni notte, tutta la notte.
5 – Notti illuminate dalla luna
Laddove i possenti barbari e gli audaci guerrieri della narrativa Heroic Fantasy si muovono soprattutto di giorno, calcando assolati deserti e scalando innevate montagne, attraversando giungle intricate e attraversando mari infestati di pirati, i manigoldi protagonisti delle vicende dello Sword & Sorcery preferiscono sgattaiolare di notte tra le stradine di città decadenti, derubare un grasso mercante e poi tornare a rintanarsi in qualche taverna o bordello a giocarsi a dadi l’oro tanto sudato.
6 – Non eroi, ma avventurieri, canaglie e furfanti
Anche nella natura dei protagonisti più tipici vi sono delle piccole ma significative divergenze con l’Heroic Fantasy. Nelle storie di questo ultimo sottogenere, abbiamo di solito, appunto, un eroe, anche se barbarico, che percorre lunghi viaggi inseguendo un qualche bottino, un’ideale o una pista tracciata per lui dal destino, contro eserciti, orde, avversari spesso sovramondani e apocalittici: il suo agire cambia ogni volta gli equilibri del suo mondo e il percorso è quello da avventuriero a conquistatore, fino al trono di un regno.
I personaggi più tipici dello Sword & Sorcery non sono invece eroi ma canaglie, ancorché simpatiche: furfanti di strada, picari perdigiorno e affascinanti scavezzacollo pieni di astuzia, sboccati e arguti nel parlare, che creano piani involuti e macchinazioni contorte per portare a casa la giornata.
Non hanno niente a che fare con il destino e la salvezza del regno. E, soprattutto, raramente vanno da qualche parte… le loro mille imprese finiscono per farli girare continuamente in tondo e ritornare nella loro città corrotta e decadente. O, al massimo, farli infine approdare in una bella isola tranquilla e lontana da tutti i guai del mondo, dove trascorrere una vecchiaia di ricchezza e agio.
7 – Ironia e distacco
Infine l’ironia: l’Heroic Fantasy adotta spesso uno stile serioso e cupo, mentre lo Sword & Sorcery è invece generalmente scanzonato, ironico e leggero.
Quali sono gli autori che lo caratterizzano?
In questa mia personale visione del genere, direi che il più classico degli autori di S&S sia Fritz Leiber con il ciclo di avventure di Fafhrd e del Gray Mouser, che invero sappiamo avere alti e bassi.
Un altro ciclo esemplare è per me quello del Mondo dei Ladri, uno scenario condiviso creato negli anni ’80 dello scorso secolo da Robert Asprin, e portato avanti da autori come Poul Anderson, Marion Zimmer Bradley, Lynn Abbey, P. J. Farmer e A. E. Van Vogt.
Meno conosciuto il ciclo di Gord il Miserabile di Gary Gygax, creatore di Dungeons & Dragons, che ha ambientato le storie di Gord proprio nell’originaria ambientazione del gioco di ruolo più celebre di tutti i tempi: Greyhawk.
Concluderei citando la serie dei Bastardi Galantuomini di Scott Lynch, che mi pare avere tutti i requisiti del genere.
Condivido appieno la tua visione! Bell’articolo!
Grazie! 😀
Aggiungerei che lo S&S ha un taglio meno medievale e più sulla civiltà antica (almeno Howard). E poi la presenza del SESSO!! Walkirie tettute e scosciate ed un atmosfera libidinosa che avrebbe fatto inorridire Tolkien!!! Mia opinione Howard è “l’inventore morale” di D&D (e di molti videogiochi), nei suoi racconti spicca il sistema stanza – mostro, stanza – mostro e stanza finale – boss finale, e il fatto che lo scopo dei personaggi sia di arricchirsi trovando/rubando tesori (che fa molto “archeologico”, almeno per come è stata l’archeologia dei tempi d’oro).
Bellissimo articolo in cui mi ritrovo in pieno. È proprio questo il mio Sword and Sorcery preferito! Ironia, avanzi di galera, avventure cittadine, tutto insomma.