L’uomo dal pugnale d’oro è un mio nuovo racconto di genere Sword&Sorcery. Vedrà la luce a breve in un’antologia di Ailus Editrice. Ed eccone un’anteprima!
Sheban diede ordine di salpare e la Fenice si ritrovò nuovamente a scivolare sulle acque tranquille del Mar di Ponente.
Aggirarono l’Isola della Fortezza e osservarono dal ponte le sue spiagge desolate. Decine di statue colossali giacevano affondate nella sabbia, spezzate e riverse, preistorici giganti di pietra nera abbandonati su quelle rive da ere dimenticate.
Fecero rotta verso il delta del Forco. Il fiume che risaliva fino a Tarsis diventava, al momento di gettarsi in mare, un acquitrino composto da cento isole e banchi di sabbia. Ben presto, grandi mangrovie e zolle galleggianti li circondarono, e il vento calò fino a divenire una fioca brezza.
Zanklios fece ammainare la grande vela quadra e mise tutti ai remi: quindici compagni per lato, seduti sulle panche del ponte a vogare insieme alle grida incessanti di Buwawa, mentre l’abile pilota di Hybla manovrava i due timoni di poppa. Risalirono così la palude e il fiume, superando coste ricoperte di foreste pluviali sulle cui rive dormivano immensi coccodrilli verdi.
Le genti del Forco erano un popolo antico e riservato, malarico e degenerato. Uomini magri e sporchi entravano e uscivano da tuguri di fango, mentre marmocchi simili a rane giocavano nel fiume in mezzo ai serpenti e alle sanguisughe. Li osservarono passare, muti e con i grandi occhi spalancati, mentre la Fenice risaliva quella giungla mefitica e soffocante.
Infine, dopo l’ultima ansa del fiume, la foresta si diradò e la loro destinazione apparve sotto il cielo azzurro e luminoso di quell’estate.
Sheban Due Piastre e Kiyon Bellachioma erano appoggiati al parapetto ai due lati dell’acrostolio, il prolungamento del dritto di prua alto fin oltre le loro teste e scolpito in foggia di fenice.
Furono loro dunque a posarvi sopra per primi lo sguardo: Tarsis la Maledetta, la Città dei Misteri, il Porto delle Trappole, la Città lontana dagli Dei, il rifugio dei Nove Re del Mare, dove il dio del fuoco e delle tenebre, Moloch, regnava e assicurava la pace tra i più spietati e abili predoni del Mare di Mezzo.
L’uomo dal pugnale d’oro e Ailus Editrice
Come già annunciato in precedenza, la stagione del grande rilancio della Sword & Sorcery italiana è appena cominciata e io ho il piacere di ritrovarmi in mezzo a questa marmaglia di sciacalli armati di scimitarra e libri maledetti che hanno deciso di portarlo avanti.
Ailus Editrice sta per pubblicare il primo libro frutto della collaborazione con Italian Sword & Sorcery, il cui titolo non conosco ancora ma che è incentrato su Sword & Sorcery di impronta puramente mediterranea.
Il mio contributo è proprio questo L’uomo dal pugnale d’oro, di cui qui potete leggere un breve estratto. Si tratta di un racconto in cui ho voluto riprendere e riproporre i canoni e gli stilemi del genere – combattimenti, mostri orrendi, città barbariche, stregoni inquietanti e sacerdoti ancora più lugubri – e calarli in un contesto mediterraneo dell’età del bronzo.
Le avventure di Sheban “Due Piastre” (confido che vi saranno altri episodi in futuro) si collocano infatti storicamente durante il periodo dei Popoli del Mare, quando nove orde di predoni provenienti da vari angoli del Mediterraneo si unirono assieme per compiere saccheggi e scorrerie, provocando storicamente la rovina e la caduta di numerosi regni dell’epoca, e ponendo fine all’Età del Bronzo.
L’uomo dal pugnale d’oro non è però fiction storica o fantasy-storica, bensì questa è solo una contestualizzazione geografica, temporale e culturale che lascia poi spazio a innumerevoli elementi avventurosi, impossibili e fantastici, con l’uso ostentato di magia egizia e necromanzia, e la presenza di Dei come entità concrete e minacciose, nonché di loro “figli e servi”, esseri spesso sovrumani e preternaturali.
Appena possibile vi aggiornerò sul progetto, magari postando copertina del libro, indice dei contenuti e come fare a recuperarla. Per adesso vi anticipo che il libro sarà disponibile già a Lucca Comics & Games 2016 allo stand di Ailus Editrice, dove sarà possibile incontrare anche me e altri autori presenti nell’antologia.
A presto!
Un vero tour de force, in vista di Lucca!!!
Quest’anno ho scritto una cosa come 5 libri e 5 racconti, nonché curato mi pare 3 cose di altri… La cosa mi è ormai sfuggita di mano 😀
“Le genti del Forco erano un popolo antico e riservato, malarico e degenerato. Uomini magri e sporchi entravano e uscivano da tuguri di fango, mentre marmocchi simili a rane giocavano nel fiume in mezzo ai serpenti e alle sanguisughe. Li osservarono passare, muti e con i grandi occhi spalancati, mentre la Fenice risaliva quella giungla mefitica e soffocante.”
E’ gente che mi piace 🙂
Lo sapevo… 😀
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