Narrativa di genere e letteratura mainstream: un falso binomio

narrativa di genere e letteratura mainstream

Narrativa di genere e letteratura mainstream: ovvero la leggenda di una differenza illusoria e priva di fondamento. E che insulta la nostra intelligenza.

PREMESSA NUMERO 1: “Ma perché scrivi queste minchiate?” Mio padre.

PREMESSA NUMERO 2: “Ma perché non scrivi mai un libro vero?” Mia madre.

PREMESSA NUMERO 3: “Dai, ma i tuoi non sono libri veri e propri”. Mia moglie.

PREMESSA NUMERO 4: “Messer Ludovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?” Cardinale Ippolito d’Este, protettore dell’Ariosto.

PREMESSA NUMERO 5: “Ma dai, dico libri veri, tipo Shakespeare, no zombi e vampiri” Il mio amico Nino (Shakespeare W., quello di fantasmi, streghe, fate e folletti…).

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Volevate Shakespeare? Eccovi Shakespeare!

Girano alcune fantastiche leggende, nel mondo dei lettori, degli scrittori e degli editori italiani. Girano da così tanto tempo, che ormai in tantissimi le scambiano per “verità”…

In parte queste leggende sono così lontane dal mio modo di sentire, che per notarle è stato necessario che persone a me vicine, che ritengo ad ogni modo preparate, colte e intelligenti, me le presentassero davanti dicendo che per loro erano “ovvie“.

Solo allora ho avuto una sorta di folgorazione: per me è ovvio proprio l’opposto e non avrei mai considerato reale e consistente quell’altro modo di vedere le cose. Nessuno di serio e intelligente, pensavo, la può pensare diversamente.

Invece no, ero io a vivere in una bolla di illusione.

In quel momento c’è stata per me un’epifania del tipo “il re è nudo“.

Dalle riflessioni che si sono succedute da quel momento, ho voluto condensare dei ragionamenti e buttare giù questo post.

Ma andiamo con ordine. Di che sto farfugliando da cinque minuti?

La grande illusione

La “leggenda aurea” della letteratura è la seguente, così tripartita:

237_42RrhysTBg– Esiste una netta suddivisione tra la “Narrativa di Genere” e la “Narrativa (o Letteratura) mainstream”.

– Per ovvi motivi, la Letteratura Mainstream è più “elevata” (o migliore, o nobile, o importante) della Narrativa di Genere.

– La Narrativa di genere è solo vuoto intrattenimento… la Letteratura è Arte.

Scopo di questo post e portare avanti il mio ragionamento su questi tre punti, contestandoli tutti. Ammetto di non essere un professore di letteratura o un teorico ufficiale della narrativa, a cui questo compito sarebbe demandato, ma Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

Vediamo per prima cosa come affronta l’argomento Wikipedia:

1307_SBR_STARWARS_ILLO.jpg.CROP.article568-large“In campo letterario, mainstream assume una connotazione positiva, andando a indicare la produzione di estrazione culturale più alta, a cui si attribuisce maggior qualità, che si potrebbe descrivere entro i margini (peraltro non ben definiti) di “letteratura alta”, “letteratura colta”, o, anche, “letteratura d’autore”.

La letteratura mainstream si definisce meglio in rapporto di contrapposizione con la produzione della cosiddetta letteratura di genere moderna, considerata di consumo, e a cui si attribuisce solitamente una bassa qualità artistica: si tratta, in quest’ultimo caso, di un fenomeno la cui genesi può essere fatta risalire almeno al romanzo gotico e le cui espressioni letterarie sono andate gradualmente cristallizzandosi entro codici di genere piuttosto ben definiti: si tratta, oltre al romanzo gotico, di generi come il romanzo storico, il poliziesco, il romanzo rosa, a cui si sono aggiunti gli apporti della produzione di consumo novecentesca, come la fantascienza, la New Age, il fantasy.

"Capitano! Parlano di Letteratura Colta" "Fuoco, signor Sblublhlhlh!"
“Capitano! Parlano di Letteratura Colta”
“Fuoco, signor Sblublhlhlh!”

Al contrario, le manifestazioni della letteratura “colta”, “d’autore” (“mainstream”) assumono forme variabili e dinamiche che si sottraggono a una codificazione canonica entro l’orizzonte convenzionale di un genere e sono considerate, sol per questo, manifestazioni “alte”, a prescindere dalla intrinseca qualità che, d’altronde, può ben raggiungere livelli elevati anche nella moderna scrittura di genere.”

Per fortuna, come si vede, Wikipedia è abbastanza neutrale e oggettiva sull’argomento. Ma io sento che questo non basta.

Andiamo dunque con le tre confutazioni…

Narrativa di genere e letteratura mainstream

La prima grande stupidaggine inesattezza di questa leggendaria contrapposizione si basa sul binomio tra narrativa di genere e letteratura mainstream (cosiddetta).

20151021_genre_fictionE’ la più semplice da smontare, una volta che si aprono gli occhi e si scopre che TUTTO HA UN GENERE. Qualsiasi romanzo, novella o racconto di “letteratura alta”, quelli che vincono il Premio Strega o simili, per intenderci, potrà non essere strettamente un romanzo rosa, giallo, noir, thriller, fantasy, horror, o fantascientifico (ecc…) ma non sfugge alla logica dei generi. Anche in questo, Wikipedia ci aiuta. Esistono infatti, DI FATTO (copincollo):

woman-screamRomanzi di avventura, picareschi, psicologici, a sfondo sociale, di ambiente, di costume, storici, comici, umoristici, gialli, fantastici, gotici, di spionaggio, rosa, sentimentali, western, neri, epistolari, diaristici, didattici, di formazione, generazionali, filosofici, d’appendice, a puntate, sensazionalistici, d’analisi, naturalisti, veristi, thriller, ipertestuali, Nouveau Roman, Iperromanzi, metaromanzi, graphic novel, eccetera eccetera… tutti quanti con un numero imprecisato di sottogeneri e contaminazioni reciproche.

Qualsiasi libro “mainstream” possiate leggere, scrivere o immaginare, appartiene a uno o più di questi generi/sottogeneri, o ad altri ancora non classificati. Non esiste nulla che non abbia un suo genere, neppure i capolavori inarrivabili che trascendono i generi più comuni. Ergo…

Non esiste Narrativa che NON SIA di genere.

Il primato della Letteratura alta sulla Narrativa di genere

Seguendo il ragionamento fin qui, il prossimo passaggio risulta lampante: se non esiste narrativa non di genere, non può esservi neanche una gerarchia tra quest’ultima e la narrativa di genere, nè tantomeno una gerarchia tra i generi della narrativa. Ebbene… colpo di scena: è proprio così!

shutterstock_59912746E’ più elevato il fantasy o il thriller?

E’ più di consumo il romanzo epistolare di introspezione o quello diaristico di costume?

Queste domande non hanno senso.

Vuol dire questo forse, che tutti i libri sono uguali? No, ovviamente… anzi! Ma la gerarchia qui si gioca tutta non sul genere di appartenenza, bensì sulle singole opere. Qualsiasi libro può essere un capolavoro, se:

– E’ scritto in maniera eccellente

– E’ colmo di significato, di idee, di concetti, specialmente se questi trascendono dal particolare e parlano all’universale

– Ha tante cose da dire e lo fa nel migliore dei modi

– Emoziona, colpisce, avvince il lettore, lo fa riflettere, crescere, cambiare.

– Aggiungere caratteristiche a piacere.

star_warsUna gerarchia tra i libri esiste, solo che non riguarda i loro generi, bensì la qualità intrinseca di ciascuno di essi. Definire cosa sia questa “qualità” è molto difficile e non è adesso argomento di questo articolo… e dopotutto, qualsiasi cosa sia, essa sarà anche in parte relativa e variabile con il tempo e il luogo… ma è solo lì che si gioca il match!

Si può fare lo stesso ragionamento per LA CUCINA. Esiste la cucina etnica (di mille tipi diversi), la pizza, la rosticceria, la pasticceria, la fusion, il kebab, il cibo da trattoria e quello da brasserie. Se io sono appassionato di pizza, so benissimo che esiste la pizza che fanno i migliori pizzaioli campani, che è una specie di opera d’arte, e la pizza congelata della LIDL. Allora la differenza più importante dove sta? Tra Pizza e Sacher Torte o tra cibo surgelato del LIDL e i capolavori di cucina del miglior cuoco specializzato?

E allora ci si può girare attorno quanto si vuole, ma il concetto è semplice:

I “libri di consumo”, i libri “bassi”, sono semplicemente LIBRI BRUTTI, qualsiasi il loro genere.

I libri che diventano letteratura, i libri “alti”, sono (o dovrebbero essere) i LIBRI BELLI, qualsiasi il loro genere.

Non riesco nemmeno a concepire le motivazioni di chi pensi il contrario.

La narrativa di genere e l’intrattenimento

Quello che sembra un altro tasto dolente è il concetto di intrattenimento legato alla lettura.

Parliamo di me (ve ne chiedo scusa). 

complex-literary-creation1Quando leggo per intrattenermi posso leggere libri, riviste, racconti, saggi, Topolino e storie completamente mindfucker. Adoro ad esempio i saggi di livello di approfondimento accademico su mitologia, folklore, fisica e storia. Nonostante per qualcuno siano delle pesantate immani, per me sono intrattenimento, ovvero:

– mi divertono

– mi fanno svagare

– mi appassionano

– mi intrigano

– mi interessano

– mi incuriosiscono

– mi insegnano cose nuove

– sono nutrimento per la mia mente

cantina-bandQuesti concetti rappresentano quello che io ritengo intrattenimento, una cosa che io trovo anche in tomi pesantissimi sui gerghi della malavita trecentesca.

Come si fa allora a decidere cosa sia intrattenimento o meno?

Un altro concetto altrettanto risibile è che un libro fantasy, horror, fantascientifico, western non possa parlare di temi alti, non abbia qualcosa da dire di importante e universale. Sia solo roba vuota, di consumo, passatempo.

Un’altra illusione. Sono i libri fantasy, horror, fantascientifici e western BRUTTI che non hanno nulla da dire, così come quelli veristi, di costume o sentimentali BRUTTI…

Literary_Rev1Ma cosa c’è di meglio della fantascienza o dell’ucronia per esplorare dove va l’uomo, dove vanno le nostre società, dove andremo a finire se…? Andatelo a dire a Orwell, a Dick, alla Le Guin, a Saramago, che la loro fantascienza è vuoto intrattenimento.

E cosa c’è di meglio del fantasy per esplorare l’uomo e i suoi ideali più archetipici, la luce eterna delle stelle contro il bagliore elettrico dei lampioni? Ditelo a Tolkien, a Tanith Lee, a Ludovico Ariosto, a Garcìa Marquez, che la loro è pura narrativa di consumo…

E cosa c’è di meglio dell’horror per indagare gli istinti e le paure più profonde dell’uomo, i mali della società, l’orrore del vivere e del morire? Spiegatelo a King, a Bradbury, a Lovecraft, a Poe, che il loro è puro riempimento di giornaletti pulp…

La differenza ancora una volta non la fa il genere, ma la qualità del libro.

E se qualcuno ancora pensa magari che il fantastico sia una roba per ragazzini o nerdoni malcresciuti, visto che mostri, alieni, vampiri e zombi sono roba scema, mentre la vera letteratura è quella “realistica”, vorrei ricordare (come dico sempre ogni volta che mi intervistano… è il mio asso nella manica! 🙂 ) che

La Letteratura nasce fantastica… il verismo arriva molto dopo!

9544748._SX540_Iliade, Odissea e altri poemi epici, Divina Commedia, Orlando Furioso, Epopea di Gilgamesh, Saghe di eroi, dei e mostri, Viaggi fantastici, imprese leggendarie, Canzoni di Gesta, Cicli cavallereschi… ciclopi, streghe, idre, draghi, angeli, demoni, giganti, ippogrifi che arrivano alla luna…

Nulla di tutto questo teme un confronto con “la letteratura alta”.

Che i miti, che le imprese eroiche, che le leggende di eroi e mostri NON siano MAINSTREAM: Questa è la vera leggenda…

Mauro Longo
Mauro Longo
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8 commenti

  1. E proprio per questo che non ho mai capito cosa si intendesse per mainstream.
    Fra parentesi, mi ricordo di una discussione con qualcuno che si ostinava a dire che il ritratto di Dorian Gray non fosse di genere fantastico ma filosofico quindi mainstream (roba seria mica le minchiate del fantasy/horror). Forse il gene della classificazione a ogni costo ce lo abbiamo nel DNA.
    Da oggi in poi calerò anche io l’asso del “La Letteratura nasce fantastica… il verismo arriva molto dopo!”.
    E comunque sospetto che abbiamo gli stessi parenti…

    • Anche io mi trovo sempre in imbarazzo a distinguere tra narrativa mainstream e narrativa di genere. Non sempre – a volte, più che dal libro, si indovina l’appartenenza solo dall’intenzione dell’autore (infatti se la sua intenzione è di passare tutto il romanzo a fissarsi l’ombelico, è un libro psicologico/filosofico/neorealista e quindi mainstream alto, anzi altissimo). E anche io una volta discussi con qualcuno sul fatto che la premessa del Dorian Gray fosse o non fosse fantastica. Non voleva ammettere che lo fosse! Quando ci ripenso ancora non riesco a spiegarmelo :/

  2. Rimango abbastanza basito da questo articolo.
    Intanto sempre meravigliosamente grafico.
    La letteratura nasce sacra, non vi è dubbio.
    Poi diventa universale, epica.
    Quanto al MSM (MainStreaM), è spazzatura globalista-plutocratica.
    Rimango basito, perché tutte queste sono cose ovvie.

  3. Sottoscrivo tutto! Anche io, sul mio blog, cerco di sfatare la leggenda che la letteratura di genere (in particolare la letteratura fantastica) sia in qualche modo inferiore alla letteratura mainstream. Per citare la Le Guin:
    “L’immaginazione, secondo me, […] partecipa della Creazione, che è un aspetto della gioia eterna. E tutto il resto non è che Politica, o Pedanteria, o Mainstream Fiction, che possa riposare in pace.”

  4. Tra gli autori accusati all’epoca di scrivere “porcherie commerciali” non si può dimenticare Alessandro Manzoni, che adesso viene obbligatoriamente studiato in tutte le scuole d’Italia. Lo stesso si può dire di molti autori di feullietton, tipo Victor Hugo, tanto per dirne uno, oppure Charles Dickens.

    Se invece vogliamo prendere in esame Italo Calvino, di lui non sono rimasti tanto i romanzi veristi (Il sentiero dei nidi di ragno…), quanto quelli “fantasy” (il ciclo degli antenati, le città invisibili…) e quelli “di fantascienza” (tipo Le Cosmicomiche, Ti con Zero…) e “di costume” (Marcovaldo, Palomar…)

  5. Ma infatti, ma infatti!
    Penso che ci sia un’impostazione repressiva di fondo verso la fantasia in età adulta, una sorta di auto-censura che si riflette sul figlio-collega-compagno di classe (sì, la prima volta mi è successo alle elementari, quindi altro che adulti…) e infastidisce chi vorrebbe solo leggersi una buona storia. E a ben vedere, come dici bene anche tu, di fantastico sugli scaffali dell’alta letteratura ce n’è a pacchi. Basta aver letto un po’, per accorgersi di cosa è semplice narrativa d’evasione e cosa invece può soddisfare aspettative di maggiore letterarietà. Però, appunto, qualcosa devi aver letto, o rimarrai convinto che i robottini sono cose da bambini, che i mostriciattoli non appartengono alla nostra cultura e altre amenità del genere.

  6. Purtroppo la maggioranza è soggiogata dal quotidiano e quindi trasferisce il proprio sentire limitato alla sfera del giudizio assoluto. “Sento così e quindi è vero così “.

  7. Le mie più grandi passioni sono la letteratura e la musica, con una predilezione rispettivamente per il fantasy ed il rock. Esiste un parallelo incredibile tra questi due mondi, quasi un ponte a mio parere. Le elite pseudoacculturate e le masse che li scimmiottano elevano ad opere massime quelle produzioni che soddisfamo meglio i loro gusti autoreferenziali.

    Steso in un letto di ospedale in convalescenza, ho subito per due settimane le stesse identiche arie di Verdi. Un mp3 di qualità infima, distorto da un altoparlante da 12 watt ed ostentato dal mio vicino di letto che insisteva nella sua personalissima crociata per diffondere la “vera musica” nell’ospedale. Non vi prendo in giro rivelandovi che non conosceva nemmeno il nome dell’orchestra che suonava e del maestro che la dirigeva.

    Ho provato a sostenere una conversazione con lui riguardo la musica ed ho scoperto una totale assenza di cultura verso qualsiasi altro genere musicale, condita da un completo e ottuso pregiudizio.

    La mia convinzione? Esiste la Musica (e Verdi ne fa parte) che attraversa ogni genere che noi definiamo per catalogarla ed esiste un’altra cosa che comincia con “m” ma che ha un cattivo odore. Anche questa seconda la si può trovare in ogni categoria musicale, sia bene inteso. Saper distinguere tra le “m” significa aver maturato una certa sensibilità ed una cultura musicale. Arroccarsi ad ascoltare il mainstream, così come viene definito dai “saggi”, è per me una forma di dogmatica ottusità.

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