Holly e Benji – I due fuoriclasse è un librogame-tributo dedicato al celebre manga/anime Capitan Tsubasa. Ne parliamo con l’autore Alberto Orsini!
Gomma, matita, dado a sei facce e un po’ di intuizione calcistica, oltre all’indispensabile buona stella dei grandi campioni: non ti serve altro per giocare alla serie “Holly e Benji”, che ti permetterà di ripercorrere le gesta della generazione d’oro di calciatori giapponesi nata dalle matite del mangaka Yoichi Takahashi, interpretandone i principali protagonisti.
In questo primo volume indossi gli scarpini di Oliver Hutton e non potrebbe essere altrimenti. Il tuo scopo è capitanare la tua squadra, la New Team, nell’avventura del Campionato nazionale con lo scopo unico di vincerlo, per poter coronare il sogno di trasferirti in Brasile ad apprendere tutti i segreti del tuo mentore, Roberto Sedinho.
Solo vincendo tutte le partite potrai laurearti campione del Giappone e andare in Brasile con Roberto!
Alberto “Dragan” Orsini è uno dei maggiori esperti italiani di librogame e narrativa a bivi. Collezionista, giornalista e recensore, possessore di una collezione di tutto rispetto, è anche moderatore del sito Librogame’s Land – vero pilastro italiano di questo settore. I suoi contributi sono stati fondamentali per la diffusione e il recupero dei librogame in Italia nell’ultimo quindicennio, così come per le belle riedizioni dei librogame di Joe Dever della Vincent Books.
Adesso Alberto ha finalmente terminato la sua opera prima personale a solo, dopo essersi esercitato per anni sui volumi della serie Squilibrio, tutta interna alle dinamiche di Librogame’s Land.
Holly e Benji – I due fuoriclasse riprende dunque la vecchia passione di Dragan per Capitan Tsubasa, soprattutto nella versione italiana della prima serie del cartone animato, e la trasforma in una fan fiction giocabile che io ritengo di qualità eccellente, se amate il genere sportivo e il capolavoro del mangaka Yoichi Takahashi.
Invece di parlarvene direttamente, visto che io e Alberto siamo amici, lascio che questo articolo sia una sorta di chiacchierata con l’autore.
Parliamo di Holly e Benji con l’autore del librogame fan, Alberto Orsini
Ciao Alberto, e complimenti per il tuo librogame su Holly e Benji. So che ci hai messo anni a completare questo lavoro: come mai così tanto tempo?
Ci ho messo dieci anni tondi tondi, i file che ho archiviati non mentono. Questo librogame è stata una delle storiche incompiute della mia seconda vita, quella fuori dal giornalismo, e ha attraversato varie fasi: cambi di città, eventi seri e meno seri, come una costante, una tela di Penelope che comunque era lì. Il lavoro si è velocizzato un po’ quando ho “scoperto” (sembrerà banale ma lì per lì non ci avevo pensato) che le varie azioni di gioco le dovevo pianificare e schematizzare su carta prima, invece di improvvisarle direttamente in fase di scrittura: mi stancavo meno e rendevano meglio. Ma è sempre stato un lavoro a stop & go, anche molto distanziati nel tempo. Finché l’estate scorsa ho cominciato a dire “ma guarda un po’, tre azioni e sarà finito, poi due, poi una…”
Ovviamente quando ho detto che era davvero finito, nessuno mi ha creduto.
Il campo da calcio supera la linea dell’orizzonte anche nel tuo libro?
Un’azione di gioco dura poco meno di una ventina di paragrafi, una partita poco più di cento: certo che sì, poffarbacco, altrimenti che Holly e Benji è?
Come mai questa passione per Capitan Tsubasa, o meglio “Holly e Benji”? Immagino sia nata al tempo dei cartoni animati trasmessi in Italia, ma l’hai successivamente approfondita?
Immagini bene, per me era “il” cartone per eccellenza, quello dei compiti delle elementari da fare alla svelta prima che cominciasse, in tempo per la merendina delle 16. Sono tornato ad appassionarmene in adolescenza grazie a un sito, “Omaggio a Holly e Benji” di Simone Odino, poi sparito ma che, ne approfitto per cominciare a segnalare, ho riproposto in questi giorni all’indirizzo www.hollyebenji.info praticamente identico a com’era all’epoca dell’html colorato e manuale, come un’ulteriore forma di riverenza a questa saga. E pochi mesi prima di cominciare a scrivere il librogame, ho acquistato in blocco (e letto) i 50 e passa volumetti del manga, scoprendo tutto un altro mondo. Diverso e interessante in egual misura, tanto che ancora oggi tra le due versioni, disegnata e animata, non ho una vera preferenza.
Pochi sanno che, al momento di cominciare a scrivere, volevo usare i nomi giapponesi nel librogioco. Ma senza l’ausilio delle figure era davvero difficile far capire al lettore chi era Taro Misaki, molto meglio parlargli di Tom Becker!
Il libro ripercorre tutta la parte del campionato studentesco (delle elementari!), con la New Team che deve scalare le classifiche e ottenere il primo posto. Hai usato un sistema molto interessante, che simula proprio le diverse giornate di campionato e il risultato delle azioni. È stato complesso da elaborare? Ti sei ispirato ai grande classici del genere, Sfida di Coppa e Campionato?
Più che un campionato è un tabellone di coppa a eliminazione diretta, salvo la prima partita.
Sì la base di partenza è stata Sfida di Coppa, ma volevo qualcosa in più in termini di interattività ed emozioni. Ricordo lunghe discussioni, sul mitico Msn Messenger, quando tutti avevamo un mucchio di tempo libero, con gli altri “Grandi Antichi” di Librogame’s Land a limare questa o quella peculiarità del modo di giocare.
Alla fine credo che il risultato sia centrato, anche se ricordo che lessi Campionato della Giunti solo dopo aver cominciato a scrivere, intuendo che avere contezza prima di alcune delle soluzioni usate in quel volume avrebbe potuto semplificarmi la vita, tipo non dover scrivere più di 150 paragrafi solo per descrivere gol, pali, traverse, parate e tiri alti!
Il libro è pieno di chicche strepitose e si ribadisce in ogni paragrafo il tuo amore profondo per la serie e per il calcio. Ci sono addirittura le schede dettagliate delle squadre che si vanno ad affrontare e i nomi di tutti i personaggi mai apparsi nella serie tv. Quali parti hai trovato più divertenti da scrivere e dettagliare?
La premessa era rimanere fedeli alla serie, alla storia e ai personaggi, e mi sembra grossomodo di esserci riuscito. Le parti più divertenti sono state quelle in cui, entro questi confini, sono riuscito a dare un tocco mio alla storia: le “instant death” – quando perdi le partite – che traboccano sarcasmo, i tragicomici coretti di Patty, qualche parte narrata con Lenders o Ross. Nella serie originale non ci sono, ma non stonano, almeno spero!
Quanto alle schede, non sono solo un diletto grafico che pure mi ha fatto piacere mettere a punto, ma un ulteriore tocco di realismo perché comunque danno delle indicazioni di gioco utili a portare a termine il volume, a saper leggere.
Terminata quest’opera eccezionale, cosa c’è nel tuo futuro di autore e appassionato di librogame?
Grazie per l’eccezionale, spero possa essere giocata e letta da molti, vista la fatica e visto che, essendo una fan fiction, è gratis in tutto e per tutto. Detto ciò, nei miei piani futuri, incrociando le dita, potrebbe esserci un volume “serio”, insomma un progetto commerciale, con una storia ucronica piena di azione ed emozioni, ma non dico di più. In magazzino, restano abbozzati il sistema di gioco, il background e anche un embrione di storia su una serie di racconti-game nel mondo del giornalismo che strizzano l’occhio a Sherlock Holmes della EL, ma con qualche variazione sul tema. Avevo detto nel 2007 che li avrei scritti una volta finito Holly e Benji, a quanto pare il momento sarebbe giunto…
Ah, un’ultima cosa. Chi l’ha detto che “quella brutta storia” di Squilibrio sia finita?