Dieci racconti e romanzi dello scrittore Claudio Vergnani, recensiti e ordinati da Matteo Palli in una classifica aggiornata e completa!
Le verità sono come le farfalle. Difficilissime da prendere e quasi sempre molto meno belle una volta catturate…
Claudio Vergnani, A volte si muore
Riceviamo e pubblichiamo una classifica-recensione delle dieci principali opere dello scrittore modenese Claudio Vergnani, scritta da Matteo Palli. Le opinioni espresse sono di Matteo, ma qui su Caponata Meccanica siamo d’accordo quasi su tutto!
Claudio Vergnani, un caro amico – di Matteo Palli
Io e Claudio Vergnani siamo amici. Non ci siamo mai visti di persona ma lo siamo.
Non è un colpo di calore che mi fa vaneggiare in questa estiva giornata fiorentina. E non siamo amici perché legati in quel mondo virtuale che è Facebook, ma per un motivo molto più semplice che andrò a spiegare. Un motivo che mi ha svelato proprio lui.
Qualche hanno fa mi sono imbattuto, per caso, nel romanzo Il 18° vampiro. Comprato, letto e rimasto senza parole (ne parleremo dopo).
Scopro che l’autore è su Facebook e faccio una cosa per me inusuale: gli mando un messaggio dove banalmente gli faccio i complimenti e lo ringrazio per le splendide ore che ho trascorso leggendo le sue pagine. La cosa non ha alcun seguito. Io mi metto a ricercare altri suoi libri per approfondire un autore nuovo. Non faccio però ciò che qualunque persona sensata avrebbe fatto. Non proseguo con la trilogia dei vampiri andando a cercare gli altri due volumi, Il 36° giusto e L’ora più buia. Assolutamente no. Cerco altro…
Perché? Non sono scemo, diciamo che sono un sentimentale. Mi era piaciuto troppo il libro che avevo letto per arrivare subito alla fine della storia. Come il saggio bevitore che sorseggia lentamente il rum invecchiato per farlo durare il maggior tempo possibile, io giro intorno alla trilogia e passo su altro.
Un anno dopo circa, sul computer, con grande sorpresa, trovo un messaggio di Claudio Vergnani. Si era imbattuto per caso in ciò che gli avevo scritto tempo addietro (finito in quelle cartelle diaboliche dove viene depositata la corrispondenza intercorsa con i “non amici”) e mi ringraziava mortificato del ritardo con cui mi rispondeva. Non potevo credere ai miei occhi. Lui che ormai era diventato una figura stabile nella mia libreria e nel mio kindle, l’autore che ormai avevo messo accanto ai miei preferiti: lui scriveva a me. In quella occasione, dopo un paio di messaggi di circostanza, gli domando, con un po’ di imbarazzo, se posso chiedergli l’amicizia su Facebook, per poter seguire le sue pubblicazioni. Mi sentivo un po’ come il lettore che va a rompere le palle all’autore. Temevo calasse in silenzio, e invece accadono due belle cose in rapida sequenza. La prima: “Certo Matteo, ogni mio lettore è già mio caro amico”. La seconda…mi chiede l’amicizia, prima che possa farlo io.
Da lì è nata la nostra saltuaria corrispondenza virtuale, fatta di commenti sui suoi libri, di chiacchierate su altri autori del medesimo genere. Scopro che abbiamo una passione in comune; il tennis. Ci troviamo a commentare eventi sportivi e si rivela un fine conoscitore, con una grande memoria storica, di vecchie partite. Sospetto che abbia una grande passione anche per gli scacchi, ne parla troppo nei suoi libri e c’è un accenno nella sua biografia. Mi prefiguro, come nel caso mio, un ripiano della libreria con manuali sulle aperture, sui finali, e sulle vittorie dei più grandi campioni della storia. Non ho mai approfondito la cosa, ma non credo di sbagliarmi.
Avere per amico su Facebook uno scrittore può portare anche a un evento simpatico che mi è capitato. Svegliarsi la mattina, per il proprio compleanno, con il romanzo Il 36° giusto sul comodino, accendere il telefono e ricevere gli auguri da parte del suo autore, sempre lui il buon Claudio Vergnani. Piccole soddisfazioni.
Torniamo ai suoi romanzi. Ovviamente ho completato la lettura della trilogia vampirica (non so se il termine è corretto ma mi piace). Sono stato costretto per due motivi. Il primo, banale: avevo letto tutti gli altri romanzi. Il secondo derivava dalla necessità di non perdere l’ordine cronologico delle storie, avendo l’autore iniziato a raccontare il prosieguo delle vite dei protagonisti successive alla fine de L’Ora più buia. Mi aveva messo quindi con le spalle al muro…
Basta con i preamboli che ho annoiato abbastanza, incominciamo a parlare della produzione letteraria di Claudio Vergnani.
Le opere di Claudio Vergnani e la mia personale Top10
Autore modenese, dall’eloquio forbito e la battuta sempre pronta, le sue opere si possono raggruppare in quattro categorie.
La trilogia: Il 18° vampiro; Il 36° giusto; L’ora più buia.
I romanzi prima della trilogia (con medesimi personaggi): Per Ironia della morte.
I romanzi post trilogia (con medesimi personaggi): La Torre delle Ombre; Lovecraft‘s Insmouth (anche in versione racconto); A volte si muore.
I romanzi indipendenti: La sentinella; I vivi i morti e gli altri.
Non mi dilungo qui su chi sono Claudio e Vergy (i nomi parlano chiaro no?), i protagonisti di sette dei nove romanzi (e del racconto). Cercherò di raccontarli all’interno delle storie che li vedono protagonisti.
Un’ultima premessa e poi inizio. Giuro. Nonostante quello che dica il titolo dell’articolo, questa non è una vera classifica, tantomeno una hit parade. Mi è piaciuto presentarli in ordine, forse, di gradimento, partendo da una premessa ineludibile. Li amo tutti, li ho letti, li rileggerei e li consiglio. Alcuni sono di medesimo livello, ma quando si tratta con i numeri grosse elasticità ci vengono bandite. Dal numero 10 al numero 1.
I romanzi sono 9, ma gli scritti da valutare sono 10, perchè Lovecraft’s Insmouth è uscito in doppia versione: romanzo e racconto.
10) Per Ironia delle morte (prima della trilogia)
Racconta un’avventura del giovane Vergy in una Venezia cupa e ben poco accogliente. Libro dal ritmo serrato, senza un attimo di tregua e con ripetuti colpi di scena. Il periodo del cacciatore di vampiri è ancora lontano, ma la capacità di ritrovarsi nelle situazioni più improbabili è già la medesima.
La vera grande circostanza, che merita di essere menzionata, è l’assenza di Claudio. L’amico inseparabile di tutte le altre avventure, il freno inibitore, l’elemento riflessivo della coppia, la mente pensante. Esprimo subito la mia idea al riguardo, che mi aiuta a motivare il perché il libro, che rimane gradevole e divertente, è all’ultimo posto della mia “classifica”: Claudio e Vergy sono fatti per essere una coppia, si completano e compensano a vicenda. Senza dimenticare che i dialoghi tra i due sono sempre tra le cose più belle di ogni romanzo, momenti esilaranti, ma anche i frangenti in cui, per bocca dei suoi personaggi, l’autore mette a nudo le proprie emozioni.
Si potrebbe affermare che il primo è la mente e il secondo è il braccio, ma sarebbe una considerazione superficiale, infatti il buon Claudio non è certo un personaggio quieto e mite ed è ben lontano da essere un monaco tibetano. È riflessivo però, malinconico e sognatore. La quinta essenza dell’ossimoro: è un sognatore disilluso e si trova spesso a fare i conti (che non tornano mai…) con la propria coscienza. Vergy è tutto istinto, a volte quasi animalesco, non accetta compromessi con sé stesso, tantomeno con gli altri. Ha bisogno quindi di un timone, di una guida morale che cerchi di indirizzarlo. Il fatto che il più delle volte poi faccia di testa sua è un dettaglio.
Il protagonista di “Per ironia della morte” è quindi costantemente sopra le righe, un cavallo di razza imbizzarrito che corre e porta via ogni cosa gli si pari davanti. Come un motociclista che in gara dopo essere stato attento a non cadere, a non consumare troppo i pneumatici e a non finire la benzina, decide a un certo punto, di fare un giro con il gas aperto, fregandosene di ogni cosa. Questo è l’esperimento fatto in questo libro con Vergy e il risultato non è certo infausto. Solo per me sono inseparabili. Credo che giungerei alla medesima conclusione anche con il solo Claudio, nonostante sia forse un personaggio più profondo e più complesso e che, sulla carta, potrebbe brillare anche di luce propria. Chissà che Claudio Vergnani un giorno non ci pensi…
9) 8) Lovecraft’ s Insmouth racconto e romanzo (dopo la trilogia)
L’idea di base è strepitosa. I nostri eroi Claudio e Vergy assunti come accompagnatori (guardie del corpo) per un viaggio in uno sperduto luogo del Massachusetts dove è stata ricostruita la leggendaria città di Insmouth celebrata nell’opera di Lovecraft. Una sorta di parco giochi a tema, dove ovviamente si giocherà molto poco. L’autore dimostra di conoscere e amare Lovecraft e alla base della storia c’è indubbiamente il tributo al solitario di Providence (per non essere tacciato di spoiler non riporto come Vergy reinterpreta a nome suo tale epiteto; dico solo che l’espressione vale da sola il costo del volume).
Secondo me il libro può essere diviso in due parti. Quella iniziale (che poi è quella raccolta nel racconto lungo che ha anticipato l’uscita del romanzo) è da pelle d’oca (voto 10). Si respira Lovecraft a pieni polmoni. Un gioco di ombre, di parole non dette, di immagini sfumate tra realtà e onirico.
Claudio Vergnani, con rispetto, ma senza timore riverenziale ricostruisce un’ambientazione perfetta. Se non fosse per la presenza degli spaesati Claudio e Vergy e per una prosa più moderna, sembrerebbe di essere stati catapultati in un racconto di Lovecraft. E chi ha avuto la fortuna (e la saggezza) di leggerlo può capire come l’operazione sia veramente ardua.
La seconda parte, della quale non svelo nulla, è un Vergnani al 100%. Si perde un po’ l’atmosfera iniziale, ma si viene ripagati con colpi di scena, battute su battute, azione e ritmo. Il tutto sapientemente distribuito dall’autore. Il risultato finale? Libro godibile e riuscito. Idea coraggiosa, premiata dal risultato. Bello il romanzo, bellissimo il racconto lungo che lo precede.
7) La torre delle ombre (dopo la trilogia)
Penultimo libro (ad oggi) scritto dall’autore. Il primo libro post trilogia e indubbiamente legato a questa.
Personaggi, citazioni, luoghi. Molti rimandi e, per chi ha amato Il 18° vampiro, Il 36° giusto e L’ora più buia, l’emozione sarà sicuramente garantita. Cambia l’ambientazione, questo sì; il luogo è lo stesso, ma il mondo è cambiato. E ovviamente non in meglio.
Il lento declino che già traspariva è progredito a passi da gigante. Ha travolto anche i vampiri, che da protagonisti cattivi sono diventate mere comparse. Pochi e frastornati. Gli ultimi di un nuovo assetto sociale, che nella sua natura di nuovo ha poco. Vale la legge del più forte infatti, o meglio del più cattivo. Nessuna regola, nessuna morale spinge i nuovi forti. C’è chi si è adeguato al nuovo mondo, o perlomeno lo ha accettato, pur di sopravvivere, e chi è rimasto fermo alle proprie certezze (poche), ai propri dubbi (molti), alla propria coscienza (non sempre pulitissima).
Ovviamente mi riferisco a Claudio e Vergy che, più pensierosi e fatalisti di altre volte, si trovano coinvolti in un’avventura molto pericolosa che li porterà a rischiare la loro vita (e questa non è una novità), e molto altro. In una ambientazione, per fortuna non attuale (ricorda la new York di 1997: Fuga da New York), brillano di luce potente e pura le riflessioni che i protagonisti si trovano a fare. La ricerca del bene, o meglio il cercare di fare la cosa più giusta, rimangono elementi prioritari nelle condotte dei due protagonisti. Ciò che li spinge, insieme all’amicizia che li lega, ad andare avanti. L’obiettivo supremo che l’uomo deve prefiggersi per potersi guardare allo specchio senza sdegno. Libro da leggere e da capire.
6) La Sentinella (libro indipendente)
Un po’ Mad Max, un po’ L’uomo del giorno dopo di David Brin, e molto Claudio Vergnani.
Uno splendido personaggio silenzioso, disilluso, con poca fede in Dio e nessuna fiducia negli esseri umani, che vive spinto dalle uniche cose che gli sono rimaste: lo spirito di sopravvivenza e la forte convinzione che ciò che può nobilitare l’uomo, e rendere il suo passaggio sulla terra degno, è solo la ricerca del giusto, anche se seguire la propria morale può portare a scelte sbagliate e mettere a rischio la propria vita.
Come con i protagonisti degli altri romanzi dell’autore, è la disperazione e non la vocazione a portare a comportamenti eroici. Addestramento, gara di eliminazione: il percorso del protagonista per diventare una sentinella, un uomo giusto in un mondo sbagliato. Nel conflitto tra i dettami di una vuota e cattiva religione e il libero arbitrio c’è il viaggio della sentinella, in una moderna divina commedia, dall’inferno più profondo verso la luce… ammesso che questa esista ancora.
Libro che stanca fisicamente nella prima parte (si dura la fatica del protagonista e, se come me si soffre di aracnofobia e claustrofobia, si patisce davvero) e che fa riflettere nella seconda, dove i grandi temi cari all’autore sono dispensati a piene mani. Un’unica pecca per me: finisce troppo presto. Credo che per la complessità del mondo creato e per la profondità che l’autore cerca (e trova) qualche pagina in più ci sarebbe stata bene (e il libro non è certo breve). Scritto veramente bene, l’autore aveva il colpo in canna per il capolavoro secondo me con cento pagine in più ci sarebbe riuscito. Gli tocca accontentarsi di aver scritto “solo” un grande, intenso e coinvolgente romanzo.
Chi ritiene che l’assenza dei personaggi amatissimi, Claudio e Vergy, renda il libro un’opera minore si ricrederà in maniera decisa. Anzi, il potersi muovere fuori dagli schemi che i due personaggi un po’ creano, dona grande energia alla storia.
5) A volte si muore (dopo la trilogia)
In ordine cronologico è l’ultimo romanzo scritto. Un piccolo gioiello. Dopo essersi cimentato nell’horror e nel romanzo dispotico, Claudio Vergnani si muove con facilità anche nel noir. Una oscura figura, un assassino, un vendicatore, affianca personaggi ben noti. Ma cosa è vero, cosa è frutto della immaginazione. Soprattutto cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Opera matura e riflessiva dove non rinuncia ai suoi Claudio e Vergy che, pur mantenendo le note peculiarità caratteriali (riflessivo e depresso il primo, irruente e volgare il secondo), appaiono leggermente diversi. Più maturi? Più rassegnati alla loro triste esistenza? Forse più calmi e più simili tra loro. Il finale, da brividi, segna un punto di svolta della loro vita.
Affermo questo perché ho avuto la percezione, chiudendo il libro, o meglio spengendo il kindle, di un’opera conclusiva come “l’Ora più buia”, il romanzo che chiude la trilogia vampirica. Ma mentre questo aveva un finale struggente e molto poco pacificatore, “A volte si muore”, celebra la forza dell’amicizia, l’importanza di vivere la vita sempre, in ogni caso, cercando sempre di lottare per il meglio. Puoi essere l’ultimo della scala sociale, non avere nulla e vivere giorno per giorno, ma se hai la forza di mantenere salda e diritta la barra, la vita può sempre donare sorprese.
Si mette un punto fermo dopo sei libri. Sono certo che leggeremo ancora di Claudio e Vergy, perché sennò ci sarebbe una sommossa popolare, ma questo grande libro sistema un po’ di cose al loro posto. L’intreccio è convincente e una volta svelata la soluzione, non si può che dire (come per i gialli di qualità): come ho fatto a non capirlo??? non poteva che essere così!!! L’autore prende posizione in maniera chiara e netta (e condivisibile) su un tema che sarà sempre più attuale (niente spoiler tranquilli!) e ci regala un grandissimo libro, tra i suoi migliori.
4) L’ora più buia (terzo della trilogia)
L’ora più buia… Da non cadere in errore. La nostra ora non è certo quella in cui i vampiri lasciano i propri improvvisati rifugi, per ghermire qualche sventurato. Bensì è il momento in cui toccato il fondo devi decidere se hai le energie e la voglia per trovare una via di uscita o devi farti travolgere dall’ineluttabilità della vita e accettare le conseguenze, anche estreme, delle tue debolezze. Questo e molto altro si trovano a dover fronteggiare i personaggi della trilogia, nell’ultimo e conclusivo romanzo.
Come sempre eroi per disperazione e necessità. Non certo per virtù. Trasportati dagli eventi e da una parabola discendente senza fine, verso la distruzione, verso appunto, l’ora più buia. Il cerchio si chiude. Si ride meno degli altri due libri, si soffre in silenzio mentre si attende l’unico finale possibile. Forse il libro più bello dei tre, sicuramente il più intenso e il più struggente. Da leggere e da far leggere.
3) Il 36 ° giusto (secondo della trilogia)
Secondo splendido volume della trilogia. Stessa atmosfera decadente, i soliti strepitosi personaggi. Poesia orrore e malinconia distribuite da mani sapienti. Vergy come sempre strappa risate nelle situazioni più improbabili, Claudio si conferma il vero grande personaggio dell’autore. Se il primo volume (apparentemente) chiudeva la storia, questo secondo fa da ponte con il terzo tomo (l’ora più buia). I vari episodi descritti, sembrano essere dei singoli racconti, ma il tutto viene poi legato insieme con cura.
Libro da massimi voti, scritto benissimo, colto, pieno di idee e di situazioni coinvolgenti. Secondo me i due punti di forza dell’autore: la qualità della scrittura e la poetica malinconia dei personaggi, risplendono in questo romanzo di una luce abbagliante.
2) Il 18° vampiro (primo libro della trilogia)
Ecco l’inizio di tutto. Libro monumentale. Merita alcune parole. Sicuramente originale e non era certo facile su un tema come quello del vampiro super inflazionato (e rovinato) con tanti libri e film di modesta qualità.
I vampiri di Vergnani hanno poco di misterioso, sono poco romantici o tenebrosi, sono essenzialmente cattivi, e questo mi è piaciuto molto.
Un libro crudo, profondamente malinconico (il suo miglior pregio secondo me) che pur trattando un tema di fantasia risulta molto vero.
Anche il modo di esprimersi dei personaggi, che più di una volta mi ha fatto sorridere è molto reale, chi non direbbe parolacce o imprecazioni davanti ad un vampiro??? L’autore ci presenta Claudio e Vergy, con pregi (pochi) e difetti (molti). Il primo esordisce nel ruolo di narratore che non lascerà più nei romanzi che lo vedono protagonista (con una brevissima eccezione nel 36° giusto). Malinconico, disilluso, romantico. Un grande personaggio che con profonda umanità si muove in un mondo difficile e violento. Vergy è l’opposto. Sono talmente diversi che è impossibile che non diventino amici. Violento, volgare, cinico, ma con valori ben saldi come il rispetto per l’amicizia e la solidarietà verso i più deboli e gli indifesi.
La parte iniziale del libro ti prende per la gola, poi il libro rallenta ha una parte centrale più calma in attesa del finale in crescendo. Non annoia mai però. L’autore è bravo a sfruttare i momenti di calma della storia per descrivere i propri personaggi, per farli parlare, imprecare appunto, per renderli credibili. E alla fine questo gruppo di disperati, cacciatori di vampiri per necessità, antieroi e pieni di debolezze e vizi, è la vera essenza di questo libro, divertente e malinconico.
1) I vivi i morti e gli altri (libro indipendente)
Bello, molto bello c’è poco da dire. Romanzo non banale, contrariamente a quello che potrebbe far pensare l’argomento (si parla di zombie).
Ambizioso, intelligente, avvincente, malinconico e a tratti filosofico. Il confronto tra i vivi che con coscienza e volontà agiscono, scelgono e compiono atti spesso poco edificanti, e gli zombie che si muovono solo con istinto, ma che paradossalmente spesso sono più umani, con meno colpe soprattutto, è la chiave del libro.
I morti non possono scegliere, i vivi sì, e le azioni portano conseguenze non sempre felici. Meravigliosa visione, con un’atmosfera da fine del mondo che ricorda un po’ Io sono leggenda e L’ombra dello scorpione e personaggi credibili. Il protagonista soprattutto, malinconico, disilluso ma con una profonda umanità. Aggettivi che ho già usato per qualcun altro?? Per chi ha avuto la fortuna di “conoscere” Claudio e Vergy nelle altre opere di Vergnani, l’antieroe di questo romanzo dal nome improbabile, Oprandi, è un mix riuscito (secondo me) dei due; ha la determinazione fisica e mentale di Vergy (un po’ più fine…) e la disillusione e saggezza di Claudio… Doveroso il seguito!!!!!
Claudio Vergnani… tirando le cuoia somme!
Eccomi giunto alla fine… poche parole e chiudo.
La lettura delle 10 opere di Claudio Vergnani è stato un grande divertimento, lo ammetto. Una cavalcata tra vampiri, zombie, mostri, cattivi molto cattivi, azione, pugni, e tante risate.
L’errore da non compiere però è catalogare l’autore tra le letture di puro intrattenimento. Innanzitutto la scrittura è di altissima qualità, colta, piena di citazioni.
E poi il buon Claudio Vergnani tra le tante pagine scritte ci dissemina concetti e pensieri che emozionano e elevano il valore delle avventure in modo esponenziale. Le opere sono pervase di una profonda morale che muove i cuori e le azioni dei protagonisti.
Ultimi in un mondo che vorrebbe eliminare gli ultimi, con la forza di volontà, il coraggio e la disperazione di chi non ha nulla da perdere, compiono azioni edificanti. Come capita nella vita di tutti i giorni i grazie latitano, ma il poter spengere la luce, chiudere gli occhi (inebetiti da ansiolitici e alcol) con la coscienza pulita non ha prezzo. Quella che io chiamo la grande tematica vergnana…
Ognuno, nonostante le tante difficoltà che il mondo gli presenta, deve cercare di fare il massimo per nobilitare il suo passaggio in questa vita e non deve mai scendere a compromessi su alcuni capisaldi come il rispetto dell’amicizia e la difesa dei più deboli. Come insegnano gli eroi di Claudio Vergnani, anche se non hai veramente nulla, nemmeno un letto caldo o una persona cara che attende il tuo ritorno la sera, c’è sempre chi sta peggio di te e che merita le tue attenzioni.
Matteo Palli
Bell’articolo non c’e’ che dire….corro a riprendere in mano il 36′ giusto che avevo colpevolmente stoppato. Bello avervi scoperto!
Benvenuto Fabio!
[…] Station di Lavie Tidhar, tradotto dal buon vecchio Davide Mana, Grimjank, il primo dei remake della saga dei vampiri di Claudio Vergnani, e il romanzo di Livio Gambarini Vita Nova, seconda parte del ciclo Eternal […]
Ciao Mauro.
Ti faccio presente che è uscita una nuova versione de I VIVI, I MORTI E GLI ALTRI, aggiornata e corretta, pubblicata da Nero Press.
http://neropress.it/prodotto/i-vivi-i-morti-e-gli-altri-2/