Millennials – Il Mondo Nuovo è un romanzo di fantascienza scritto da La Buoncostume, che dimostra come possa esistere anche narrativa YA di buona qualità!
“La giornata era stata faticosa, si era discusso fino a ora di cena dell’installazione del nuovo generatore alimentato a olio di palma, ma ne era valsa la pena: già dal giorno successivo gli ingegneri si sarebbero messi al lavoro. Anche Moh naturalmente avrebbe fatto la sua parte, spendendo quasi duecento syyn per l’assistenza di due comunità olandesi.
Mangiò la pita e bevve la birra seduto sul bordo del terrazzo, osservando un gruppo di gabbiani che volteggiavano sulla riva vicino alla nave da crociera arenata. Avvoltoi su una carcassa bianca lunga duecento metri, coricata con la poppa ancora in mare e la prua che attraversava la spiaggia e si impennava sopra il vecchio Zephyr Mall.”
Tra le decine di libri, giochi e fumetti che avevo riportato a casa dallo scorso Lucca Comics & Games c’era anche questo bel romanzone Mondadori, copertina rigida, illustrazione neutrale/psichedelica, di quelle fatte per accalappiare i lettori generalisti, e probabilmente i più giovani.
Conoscevo già la Buoncostume, il collettivo di autori che lo ha realizzato, sapevo che si trattava di una sorta di fantascienza distopica in stile The 100s e Hunger Games, dedicata espressamente e paraculamente al pubblico Young Adult, immaginavo un prodotto pianificato a tavolino con una buona dose di girl empowerment e millenialismo (fin dalla copertina).
Quello che non avevo calcolato è che il libro fosse fighissimo.
Innanzitutto, la (mia) definizione pregiudiziale di fantascienza distopica è doppiamente imprecisa: la storia si svolge in un futuro talmente prossimo da essere in pratica il nostro presente, mentre la distopia che paventavo è invece una nuova società che a conti fatti funziona meglio della nostra e procede spedita verso un futuro migliore di quello che ci aspetta davvero in questa timeline primaria a cui apparteniamo.
Nel maggio 2019 (cioè ORA), tutti gli adulti del pianeta si bloccano di colpo e diventano dei corpi catatonici, lasciando i ragazzi da diciassette anni in giù abbandonati a se stessi e, spesso, con l’incombenza di badare anche agli adulti comatosi.
Ma anche liberi, liberi di ricostruire un mondo dove, superati i primi anni di catastrofi, tragedie e lotte per la sopravvivenza (che non ci vengono raccontate), le cose vanno anche meglio di prima. I più skillati tra i “sopravvissuti” sono sì dovuti crescere e diventare autonomi all’improvviso, farsi badanti di adulti e bambini, organizzarsi per sopravvivere al crollo delle dinamiche della produzione e distribuzione globale, ma sono anche riusciti a creare comunità progressiste, sostenibili, intelligenti, socialiste, in contatto tra loro grazie a internet, in costante scambio di saperi e competenze tramite nuove valute digitali, dove tutto si decide in assemblee e le vecchie discriminazioni per etnia, provenienza, religione e preferenze sessuali non hanno più luogo: quasi una utopia glocal, digitale ed ecopunk, se non fosse per le tante (ancora) minacce che assediano questo “Mondo Nuovo”.
Sì perché Millennials evita per fortuna la deriva soft sci-fi e concettuale, tanto quanto rinuncia al pessimismo e al #maiunagioia del postapocalittico e del distopico (Il Mondo Nuovo nel titolo non è forse una risposta ad Huxley?), per concentrarsi su una storia a più personaggi improntata decisamente sull’azione e sul “grande dilemma etico” che ben presto emerge nella vicenda, un motore di intrecci e crescita dei personaggi che accompagna poi i vari viaggi dell’eroe, percorsi di formazione e spunti romance di cui è composta la trama, che portano ad immedesimarci e appassionarci alle vicende di questi Millennials che hanno ereditato il mondo.
Il romanzo è quindi un vero “voltapagine” con ritmi serrati e moderni, personaggi gradevoli e mai stereotipati, e un’ottima qualità di scrittura. In particolare, per i lettori forti e sgamati, ci tengo a evidenziare:
– le descrizioni limpide e precise, mai ridondanti
– la mancanza di spiegoni e banalità
– il perfetto controllo dei punti di vista
– una premessa forse un po’ troppo paradossale, ma che dà vita a un world-building coerente, nel quale le azioni e le motivazioni dei personaggi sono credibili e interessanti, e nel quale piazzare un dilemma etico non da poco.
– un certo gusto per il sense of wonder, anche se limitato a un contesto non troppo diverso dal nostro presente.
In conclusione
Tirando le somme, Millennials è un bel romanzo di azione, avventura e speculative fiction, che sceglie una via originale e positivista al genere postapocalittico (quasi eco-punk), con una ottima scrittura e un soggetto molto interessante. Non è una storia concettuale, ma si mena dove c’è da menare, senza però scadere nel gusto per la violenza, nella barbarie sociale e nel distopico a cui la fiction americana ci ha ormai purtroppo abituato.
La dimostrazione pratica che può esistere narrativa YA fatta bene, e che si può scrivere speculative fiction anche per gli YA.
Veramente consigliato.
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