Nuovo appuntamento con i Corti di Librogame’s Land! E’ tempo di leggere, giocare e votare il terzo racconto-game in concorso: Re Morto!
Continua la sfida della settima edizione del contest “I Corti di Librogame’s Land”, i racconti-gioco tutti pronti da leggere, giocare e commentare.
Alla data di consegna sono arrivati i seguenti elaborati qualificabili e da oggi è possibile leggerli, giocarli, commentarli e votarli al sostenibile ritmo di 1 per settimana, secondo il seguente calendario:
E’ un gioco da ragazzi (Fuori Concorso) – Votazioni aperte da Lun 20 Aprile a Ven 24 Aprile
In fuga tra le montagne (Fuori Concorso) – Votazioni aperte da Mer 22 Aprile a Dom 26 Aprile
La locanda nella nebbia – Votazioni aperte da Lun 27 Aprile a Dom 3 Maggio
Spettromante – Votazioni aperte da Lun 4 Maggio a Dom 10 Maggio
Re Morto – Votazioni aperte da Lun 11 Maggio a Dom 17 Maggio
La nebbia – Votazioni aperte da Lun 18 Maggio a Dom 24 Maggio
In cerca d’avventura – Votazioni aperte da Lun 25 Maggio a Dom 31 Maggio
E venne il giorno… – Votazioni aperte da Lun 1 Giugno a Dom 7 Giugno
Fantasmi – Votazioni aperte da Lun 8 Giugno a Dom 14 Giugno
La triade dei Ludi Infernali – Votazioni aperte da Lun 15 Giugno a Dom 21 Giugno
La locanda nella foresta – Votazioni aperte da Lun 22 Giugno a Dom 28 Giugno
Trappola nella nebbia – Votazioni aperte da Lun 29 Giugno a Dom 5 Luglio
Legami di sangue – Votazioni aperte da Lun 6 Luglio a Dom 12 Luglio
Re Morto- Prologo
Dopo 23 felici anni di regno del glorioso re Giorgio IV, lo scettro è passato nel 1799 al contestato Guglielmo IV. Già a partire dai primi anni di regno di re Guglielmo – detto dai suoi detrattori “lo Schiavo” – si diffuse fra i contestatori un gioco di carte chiamato “Re Morto”; questo gioco, nato con tutta probabilità in Tennessee e praticato sottobanco sia come puro e semplice gioco che come gioco d’azzardo, fu proibito col Cards Act del 1812. La proibizione non ottenne però l’effetto sperato, anzi, più il regno si espandeva e più il Re Morto veniva praticato: addirittura, un gruppo di cospiratori repubblicani si diedero il nome di “Carders”, in spregio alla legge emanata da re Guglielmo.
Bloomfield, Kentucky, Regno Libero d’America, 1835
“No, non avrete mai la mia approvazione!”
Lawrence Johnson, Re di Cuori del locale Mazzo di Carders esce dalla sede sociale sbattendo la porta. Il tragitto fino a casa non è brevissimo, ma nemmeno tanto lungo da doverlo percorrere a cavallo. Male, perché questo significa che ha più tempo per pensare a ciò che è successo alla riunione: i Capi Mazzo sembrano decisi a compiere un attentato ai danni del Re.
Naturalmente a nessun carder piace il Re, ma l’idea di Lawrence è che con la diffusione della società e la crescita del Partito Democratico-Repubblicano si possa arrivare alla fine della detestata monarchia in modo pacifico. Lawrence, ancora immerso nei suoi pensieri, raggiunge casa. Come entra, sua moglie Louise non può fare a meno di notare la sua espressione preoccupata.
“Sì Lou, abbiamo avuto una piccola discussione alla riunione. Ma non pensiamoci adesso, è pronta la cena?”
“Sì Larry, ma volevo aspettare Wayne.”
“Non è ancora tornato?”
“No, avrà avuto un contrattempo.”
“Non importa, ho fame, mangiamo senza di lui. Mangerà da solo quando torna.”
Lawrence e Louise si mettono a tavola coi loro altri quattro figli. L’atmosfera non è certo delle migliori, nonostante i tentativi di Richard di risollevare l’umore di suo padre con delle battute di spirito. Nel bel mezzo della cena si sente bussare alla porta.
“Chi sarà?”, domanda Anne.
“Non so, qualcuno di voi aspetta visite?”, chiede Lawrence, ma nessuno ne aspetta, in realtà.
“Ho capito, vado a vedere chi è.”
Lawrence si avvicina alla porta e apre. Rimane interdetto nel vedere chi ha davanti.
“Sei sorpreso, Re di Cuori?”, gli chiede Alexander Smyth, Gran Mazziere del Mazzo di Carders di Bloomfield. Insieme a Smyth ci sono Joseph Merrifield e Mark Nelson, rispettivamente Re e Asso di Picche. Il Consiglio dei Tre al completo. Lawrence non fa in tempo a rispondere, che Smyth ha già impugnato la pistola e sparato un colpo fatale. Subito dopo i tre entrano in casa, e senza sprecare neppure una pallottola uccidono Louise e i quattro figli. Per terminare la loro opera buttano una lampada a olio su della paglia e lasciano che il fuoco cancelli del tutto l’esistenza di Lawrence Johnson e della sua famiglia. Poi si allontanano a piedi.
Tutta la città finge di non vedere.