Macchine processionali dedicate a personaggi di culto sono comuni in tutto il mondo e molto diffuse in Italia.
La Vara di Messina nacque nella forma che conosciamo nel 1535, come carro trionfale per la celebrazione dell’Imperatore Carlo V, approntato tra gli altri anche dall’astrologo e matematico Maurolico.
Successivamente, la macchina processionale fu dedicata alla “Dormizione” di Maria di Nazareth, un concetto teologico mariano che pochissimi oggi ricordano. Ai nostri giorni infatti con la “Vara” si celebra l’Assunzione in Cielo di Maria, un dogma proclamato dal controverso Papa Pio XII nel 1950 e che, paradossalmente, si oppone del tutto a quello della Dormizione. Mentre l’Assunzione sancisce che Maria di Nazareth sia ascesa al cielo da viva, in corpo e anima, la Dormizione ricorda la sua morte e l’immediata ascesa al cielo del suo spirito, mentre il cadavere se ne rimaneva normalmente nel proprio sepolcro.
Se alla “Dormizione” hanno creduto per quasi due millenni fedeli e teologi di tutte le chiese cristiane, l’Assunzione è stata sancita dall’infallibilità del pontefice cattolico solo una sessantina di anni fa, cancellando i secoli della tradizione precedente.
Ma questo è solo uno degli aspetti della questione.
Alcuni commentatori aggiungono sulla Vara particolari e dettagli inquietanti, che farebbero gola a tutti i messinesi appassionati di Dan Brown (Il Codice Da Vinci, Angeli e Demoni). Secondo alcune pubblicazioni, segretamente la Vara raffigurerebbe non la Madonna ma la Maddalena, patrona di templari e Priorato di Sion, mentre la piramide della struttura e le sue proporzioni alludono al numero aureo e alla stella di David, al femminino sacro e alla Tradizione.
Non per niente, si dice, i termini dei manovratori della Vara (Vogatori e Timonieri) ricorderebbero quelli dei gradi del fantomatico Priorato di Sion e un tempo la Maria in cima alla Vara aveva i capelli rossi, propri dell’iconografia della Maddalena e non di quella della Madonna.
In ogni caso, ogni anno migliaia di siciliani poco interessati a dispute teologiche o contraffazioni dottrinali partecipano a questa grande festa popolare e devozionale.
Ignari forse di cosa rappresenti.
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