Il simbolo tradizionale della Sicilia è una testa di gorgone con capelli serpentiformi, due ali laterali e tre gambe piegate a formare una sorta di “svastica a tre lati”. Viene chiamato Trinacria, con le varianti Triquetra, Trichelia, Trichetria, Trinakìa, Triskelion, Triskeles e Triscele, tutti termini che indicano l’isola e la figura stessa, in un miscuglio di simbolismo, araldica e geometria.
Prima di passare a raffigurare la Sicilia, la Triskeles era un vero e proprio glifo mistico e religioso, di origine greca, minoica o fenicia, e come tale si trova ad Atene, Corinto, Magna Grecia, Asia minore, Creta e Africa. Il suo significato originario era sacrale e collegato al dio fenicio Baal, al dio del Sole o alla triforme dea lunare Ecate. Quando si diffonde in Sicilia, alle originali tre gambe si aggiunge la testa di medusa ed esso diventa un talismano contro le forze del male o un generico amuleto portafortuna.
Infine, con i Romani, esso si trasformerà ulteriormente in un semplice simbolo geografico della Sicilia, grazie alla forma triangolare dell’isola e ai suoi tre promontori (Peloro, Lilibeo e Passero).
Riferimenti ancora più antichi a questo simbolo risalgono all’età della pietra e affondano indietro nel tempo nelle immagini delle tre spirali o del triplice nodo, diffuse soprattutto nel mondo celtico e preceltico e visibili ancora oggi nei siti megalitici e nell’artigianato irlandese.
La Trinacria tanto vicina a noi arriverebbe dunque direttamente dal mondo neolitico e si ritrova, in parte cambiando esteriormente, ai due estremi dell’Europa: dall’Isola di Smeraldo all’Isola del Sole. Ancora oggi non si conoscono collegamenti diretti tra l’Irlanda neolitica e la Sicilia mediterranea. È pur facile tuttavia immaginare naviganti preistorici delle civiltà megalitiche del nord Europa giungere nel mondo mediterraneo per diffondere i propri oggetti d’artigianato e lasciare i propri simboli incisi su rocce e tronchi.
Il Triskele mediterraneo sarebbe quindi la traccia concreta di questi contatti culturali antichissimi, lasciata da antichi visitatori dimenticati dalla storia, l’eco ancestrale di simbolici e metaforici “saluti dall’Irlanda”.
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