Gorgonops! L’invasione degli esseri impossibili

Si è concluso il concorso Deinos di Minuetto Express, dedicato a racconti con tema (più o meno) “Dinosauri che invadono il nostro mondo e la gente fugge via terrorizzata…

Primo premio a Effetto Lazzaro di Valentina Coscia seguita da:

Profumi di Raffaele Serafini

Deinosrestaurant di Alessandro Forlani

La Razziatrice di Gianluca Santini

Hic Sunt Dracones di Tommaso Filighera

Gorgonops! L’invasione degli esseri impossibili del qui presente Mauro Longo

Solo Fame di Massimiliano Campo

Dino 2 di Martin Spismisk

In attesa che esca la raccolta digitale di tutti i racconti, ecco per chi lo volesse, Gorgonops! di cui vado molto fiero.

Ringrazio in particolare Davide B. per essermisi prestato come ispirazione del protagonista e avermi dato alcune indicazioni sul “bolide” di cui il suo omonimo del racconto va molto orgoglioso. La parte dedicata alla Sprint del ’66 sarebbe dovuta essere più corposa, con inseguimenti dinosauri/vespa di qualche paragrafo, ma alla fine è stata tagliata per esigenze di lunghezza.

Ecco la vera protagonista del racconto, finita poi in secondo piano per esigenze di produzione!


Gorgonops! L’invasione degli esseri impossibili

Occhiali da sole, maglietta da surfista e braccia abbronzate, Davide superò con la Vespa le auto in coda, fece una gincana tra gli addetti all’ingresso del porto, entrò sul piazzale del molo con una parabola elegante e si fermò accanto al passaggio pedonale. Vespa Sprint 150 del ’66, color antracite: scusate se è poco! pensò, rivolto verso due ragazze che lo guardavano da dentro una Smart.

Lasciò scendere Lorella, mise il cavalletto e si tolse il casco, con mosse studiate a beneficio delle due turiste che ancora lo stavano osservando.

Lorella si rassettò il vestito e controllò trucco e pettinatura allo specchietto retrovisore. “Meno male che non abbiamo preso la macchina di redazione,” disse, “hai visto che traffico?”

La fila delle auto era lunga un paio di chilometri. Cominciava all’imbarco dei traghetti, proseguiva attraverso il cancello del porto e da lì continuava a ritroso lungo la litoranea, tra imbottigliamenti, ingorghi, vigili urbani depressi e automobilisti inferociti. Sullo spiazzo delle banchine, invece, tutto sembrava pacifico e ordinato: i rumori della città erano attenuati, dalle ampie vetrate della capitaneria di porto si vedevano gli impiegati sonnecchiare nei propri uffici e la recinzione di metallo che circondava gli attracchi impediva la vista della coda che si snodava fino in città. Una chiatta aveva appena finito di ormeggiare e le prime automobili stavano scendendo dal portellone anteriore. Altri tre traghetti bianchi si muovevano lenti nello Stretto, mentre una nave da crociera incrociava loro il passaggio, diretta verso il mare aperto.

Cosa facciamo prima?” chiese Davide, tirando fuori la videocamera dalla borsa a tracolla. “’File ai traghetti’ o ‘Fine del mondo’?”

Tremate! Apophis sta tornando!

Lorella guardò in su, cercando la macchia bianca che cominciava ad apparire in cielo. “La cometa si vede già” notò. “Togliamoci il pensiero della ‘Fine del mondo’ e poi passiamo alle cose più importanti.” La giornalista prese il foglio con il testo della notizia e cominciò a ripassarlo a voce alta, camminando avanti e indietro.

Davide alzò la videocamera, inquadrò il punto in cui appariva la macchia e cercò di regolare al meglio il bianco e la luminosità. L’immagine era nitida, anche alla forte luce di quella mattina di fine luglio. Mise meglio a fuoco e finalmente il fenomeno apparve in tutto il suo splendore: un denso alone bianco sfocato ai margini ma definito nella parte centrale. “Eccola, si vede benissimo” disse. “Ha veramente quei puntini verdi sulla faccia anteriore, luci, gas o quello che sono…”

Continuò a riprendere per circa un minuto, poi zoomò indietro e staccò. Lorella era pronta a registrare. Davide le passò il microfono, fecero qualche prova e la giornalista cominciò.

Per alcuni si tratta del segnale della fine del mondo. Per altri è un semplice fenomeno bizzarro. Si tratta di Apophis, il corpo celeste che ha iniziato il suo transito attorno alla Terra ed è appena divenuto visibile sopra le nostre teste. In queste ore, Apophis sta attraversando i cieli del Nord Africa ed è osservabile anche da molti italiani, che hanno la fortuna di essere i primi in Europa a vedere a occhio nudo questo enigma della scienza…”

Davide continuò a osservare la collega attraverso il minischermo della videocamera. Dietro di lui si levò un improvviso vociare. Speriamo che questo casino non rientri nel microfono pensò.

…C’è preoccupazione anche per gli effetti che Apophis potrebbe avere sulle maree, sui vulcani e sul campo magnetico terrestre. Per l’occasione, anche nel nostro paese sono stati allertati i vigili del fuoco, la guardia costiera e i sismologi, che monitorano la situazione ora per ora. Il Ministero della Sanità ha anche fatto sapere che alcune risonanze elettromagnetiche dovute al passaggio ravvicinato di questo corpo celeste potrebbero causare ronzii, vibrazioni e disturbi agli apparecchi elettrici. Qualora dovessero insorgere dei fastidi come mal di testa e nausea, non esitate a consultare la guardia medica…”

La confusione alle sue spalle crebbe ancora. Dannazione, ma chi è che grida? inveì mentalmente Davide, senza potersi girare. Anche Lorella sembrava distratta da qualcosa dietro di lui, ma continuò a dare la notizia come se niente fosse.

…Ma nel frattempo, non dimenticate di alzare gli occhi al cielo e godervi questo fenomeno straordinario, che non sembra avere uguali nella storia delle osservazioni astronomiche…”

Un boato sordo riecheggiò dal centro città.

Ecco i gorgonost… gorgonoid… gorgonopsi! Se vi chiedete dove sono finiti i mostri annunciati dal titolo, dovrete solo leggere il prosieguo del racconto!

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Mauro Longo
Mauro Longo
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