La rubrica “Il Codice Cariddi”, esce dal 2007 sulla testata Ufficio Spettacoli, per indagare e raccontare segreti e misteri della Sicilia e in particolare del suo settore nord-occidentale: Messina, lo Stretto, le Isole Eolie, il Valdemone. I testi sono completamente rivisti rispetto all’originale, a seguito di studi successivi e dell’esigenza di una coerenza di temi e stile propria di una pubblicazione più matura.
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La Sicilia è stata terra di alchimisti, negromanti, cabalisti e occultisti di tutte le risme. Forse il più famigerato fu Giuseppe Balsamo, meglio noto come Conte di Cagliostro.
Nato a Palermo da una famiglia vagamente legata all’Ordine dei Cavalieri di Malta, istruito in un monastero in chimica, erboristeria e medicina, giunse ben presto a Messina, dove “prese” il cognome Cagliostro da un lontano parente. Fu in questa città che Cagliostro avrebbe incontrato il misterioso Altotas, mezzo greco e mezzo spagnolo, che parlava in un misto di arabo, italiano e francese e vestiva all’orientale.
Strano viaggiatore cosmopolita, residente a Messina da tempo indeterminato, Altotas sarebbe stato nientemeno che “Altus”, maestro occultista autore del Mutus Liber, il Libro Senza Parole, uno dei testi di alchimia più importanti mai redatti.
A Messina Altotas, “il più saggio e dotto degli uomini” avrebbe insegnato a Cagliostro tutto quello che conosceva delle scienze occulte e in particolare il segreto del Mysterium Magnum, la Materia Prima necessaria a realizzare la Pietra Filosofale.
Imbarcatisi dal porto della città, il maestro e l’apprendista (“sempre due ce ne sono, né più né meno”) avrebbero viaggiato in Egitto, Oriente, Arabia e Persia, fino a Malta, dove avrebbero incontrato il Gran Maestro dell’Ordine. Qui Altotas avrebbe posto fine alla sua esistenza terrena, investendo il discepolo della sua missione iniziatica e consacrandolo Maestro.
Da allora il “Conte” vagò per le corti d’Europa come alchimista, guaritore, medium e indovino. Dopo truffe, avventure picaresche, intrighi, processi e il continuo accrescersi della fama di mago immortale, realizzatore della Grande Opera, Cagliostro fu prima rinchiuso alla Bastiglia, poi accusato di eresia e infine condannato alla segregazione a vita in una prigione chiamata “il Pozzo”, morendo scomunicato e venendo sepolto in terra sconsacrata.
Giovane e scavezzacollo, impegnato in raggiri e avventure amorose, iniziato da Altotas al Mysterium Magnum, Cagliostro visse in Sicilia il periodo forse più felice della sua vita, che ricorderà nel Memoriale da cui abbiamo tratto questo breve resoconto di quegli anni.
Che è, verosimilmente, del tutto falso.
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Interessante visitare la sua ultima prigione… era sorvegliato a vista notte e giorno…
…per paura che facesse dei malefici o si trasformasse per liberarsi…