Come segnalato nell’articolo sui concorsi di letteratura fantastica, si è concluso il 31 Gennaio il concorso Welcome to Weird World di Writer’s Dream con tema “gli specchi e i mondi fantastici che vi si trovano oltre”.
Ecco l’elenco dei 18 racconti vincitori, compresi i primi 5 classificati, in cui rientra “La Grande Opera di mastro Paolo dell’Abaco”:
Il traghettatore dei mondi di Andrea Zanotti
Il Guardiano di Eleonora Corelli
Il mio nome cinque volte di Fei Morgan
La grande opera di Mastro Paolo dell’Abaco di Mauro Longo
Il magico mondo dei Voltiscoperti di Sandro Turlione
Elebab – Gianluca Santini
Frottole – Gass
Occhi d’ombra – Federica Priola
Oltre il livello della durezza – Marco Migliori
Perdonami – Chiara Zanini
Sangue e ingranaggi – Gianluca Santini
Attraverso il labirinto – Alain Voudì
La leggenda di Elderon – Maria Letizia Busetto
Cuore di latta – Anna Notti
Deus ex machina – Raul Londra
Gimney Bee – Fei Morgan
Lalce – Fabrizio Mancini
Fiaba di Natale – Francesco Mastinu
I racconti saranno inseriti in un’antologia, che sarà editata e pubblicata in formato ebook e cartaceo nella collana del Writer’s Dream e distribuita e pubblicizzata tramite i portali www.bookaholic.net e http://books.murasakiweb.net
Si possono leggere i racconti nella pagina dedicata del forum di Writer’s Dream (ma bisogna registrarsi al forum) ed ecco anche un assaggio de La Grande Opera di mastro Paolo dell’Abaco, in particolare un mambojambo geometrico-alchemico:
“Una selva di specchi e paraventi ingombrava l’intero ambiente, alti fino al soffitto e inchiavardati tra loro a formare, quando fossero compiutamente assemblati, le facce di un prisma stellato. Lo schema stesso di quella figura solida era un capolavoro di pensiero geometrico. Mastro Paolo aveva dovuto adottare il calcolo dei volumi dei solidi del Practica Geometriae del Fibonacci, combinandolo con la teoria delle figure egredienti della Geometria Speculativa del Doctor Profundus. Il povero Tommaso aveva perso dieci giorni e notti consecutive a ricalcolare il quesito del riempimento dello spazio attorno al punto: non dodici tetraedri regolari, bensì venti ne erano serviti loro! Perfino Ruggero Bacone, che pure aveva ottenuto le traduzioni di Euclide di Frate Abelardo, non aveva compreso la differenza tra facce e diedri degli angoli solidi. Eppure quando gli schemi erano stati completati e verificati, la loro purissima perfezione era apparsa indubitabile e tutte le altre possibilità ridotte a follia.
Una seconda difficoltà era poi sopravvenuta quando era occorso di combinare le geometrie archimedee con le regole dell’ottica e della speculomanzia. I solidi platonici si rivelarono inservibili ai fini della sua personale Grande Opera, così come i poliedri tronchi e duali. Per un paio di mesi Mastro Paolo aveva temuto che sarebbe occorso realizzare un triacontaedro rombico o un antiprisma, ma per fortuna, in ultima analisi, aveva intuito la perfetta aderenza catottrica delle cinque cuspidi isometriche.
Mastro Paolo dell’Abaco rianimò le fiamme vive delle lampade e corse a fissare gli ultimi pannelli alla sua apparecchiatura. La Ianua Mundi era finalmente pronta: uno schema solido costituito da dieci specchi e cinque vetri trasparenti fissati nella perfezione di un poliedro uniforme stellato, in grado di rendere efficiente le facoltà straordinarie di un’Ipersfera e concedere la traslazione di oggetti solidi in spazi euclidei a quattro dimensioni.
Erano serviti specchi a grandezza naturale, con il fondo di argento politissimo per richiamare la sostanza lunare e i più nitidi vetri veneziani come superfici riflettenti. Aveva dovuto insistere a lungo con gli artigiani affinché utilizzassero nell’impasto i rottami di vetro e il natron che egli stesso aveva fornito loro, come prescritto da Alchindi. E ancora di più aveva faticato per ottenere dai mercanti di Cipro quei preziosissimi elementi, provenienti direttamente dalle sabbie che avevano seppellito Iobara delle Mille Colonne, nei deserti dell’Arabia misteriosa.
Anche la lente incastonata sul soffitto era un prodigio ineguagliato di tecnica e un cristallo di valore inestimabile. Dove un tempo vi era la botola che serviva a contemplare ed insegnare gli astri, Paolo dell’Abaco aveva installato un cristallo biconvesso secondo le misure prescritte dall’Electorium Remundi per i raggi celesti, con punto focale calcolato con precisione di un decimo di oncia al centro esatto del prisma sottostante.”
Bravooo! E un applauso anche al comune amico Gianluca Santini che si è fatto onore!
P.S. le illustrazioni sono di gusto squisito, le citazioni nel racconto altrettanto raffinate. Inchino (nel mio secolo si usa così)
” La Ianua Mundi era finalmente pronta: uno schema solido costituito da dieci specchi e cinque vetri trasparenti fissati nella perfezione di un poliedro uniforme stellato, in grado di rendere efficiente le facoltà straordinarie di un’Ipersfera e concedere la traslazione di oggetti solidi in spazi euclidei a quattro dimensioni.”
te ne posso commissionare una per il mio salotto? 😀
grazie ahahahaha… te ne faccio montare una da Tommaso (che è un automa, in realtà)…
quelli dell’IKEUS dicono che la forma sia così: http://it.wikipedia.org/wiki/Prisma_stellato
i complimenti a Gianluca Santini, poi, non sono mai troppi…