Il sito Scrittevolmente annuncia i vincitori del concorso letterario Steampunk vs. Dieselpunk, conclusosi qualche mese fa.
I vincitori e di conseguenza i selezionati per l’antologia sono:
- Andrea Viscusi – Piombo contro acciaio a Eldeberry Fields
- Benedetto Mortola – Un altro mondo è possibile
- Jacopo Perrone – Il telaio
- Roberto Guarnieri – Strano caso della chiesa prussiana (lo)
- Simone Faré – Sherlock
- Mauro Longo – Virginia Strano e La Chiave di Re Salomone
- Andrea Santucci – Il comandante in capo
- Livin Derevel – Mission
- Paola Rossini – Un’inedita, vaporosa Miss Annie
- Polissena Cerolini – Veloce come la Folgore
- Alexia Bianchini – Vita depredata
- Ivan Berdini – Endurance
Tutti i racconti selezionati verranno presto pubblicati in un e-book distribuito tramite SBF Narcissus.
Ecco un’anteprima del racconto della casa.
Virginia Strano e la Chiave di Re Salomone
La luna era alta nel cielo notturno e il miraggio boreale la faceva sembrare molto più grande e vicina del reale, come se fosse sfuggita alla propria orbita e galleggiasse adesso appena più in alto delle cime dei monti. I venti ascensionali erano stabili e la coltre nebulare sotto di loro sembrava un prato di cotone bianco dai riflessi argentati, su cui scivolava silenziosa l’ombra dell’aeronave.
Il Mammafalsa solcava le correnti celesti con un ronzio basso e regolare e Virginia si godeva l’ultima parte del viaggio affacciata alla balaustra del ponte superiore, avvolta nel pesante tabarro e con il tricorno ben calcato in testa. L’aria era serena e pungente e non vi erano stelle in cielo, oscurate dal nitido chiaro di luna.
Ricaricò di miscela alla mandragora la nera pipa arcuata e tirò un paio di lunghe boccate, che finirono in anelli concentrici di fumo verdastro. Il Mammafalsa reggeva bene. Suo zio e il dottor Zenobi avevano modificato alla perfezione quel vecchio peschereccio, omologato per la caccia ai buoi-pallone. La camera di lavorazione del pescato era stata trasformata in un locale di potenziamento dei bollitori di bordo ed erano state aggiunte due coppie di caldaie a oricalco di nuova generazione, nonché un dispositivo di mimetismo a foschia, per nascondersi all’occorrenza in un manto di nuvole artificiali.
“Madamigella Strano!” Kadmos era arrivato alle sue spalle senza produrre il minimo rumore. “Il capitano dice che stiamo per sorvolare il nostro obiettivo.”
La giovane si voltò. Kadmos la superava in altezza di un piede e mezzo e aveva una mole colossale, prova inconfutabile, assieme al viso scimmiesco, del suo concepimento artificiale. Indossava calzoni a sbuffo neri che celavano la conformazione inumana delle gambe, stivali di cuoio a mezza coscia degni del miglior cicisbeo della Corte del Sole e una giubba di pelle, rinforzata da uno spallaccio di acciaio brunito. Lacci, fibbie e cinturoni completavano il suo vestiario, conferendogli l’aspetto di uno dei corsari dei sette cieli. L’aria fredda di mezza quota non sembrava minimamente infastidirlo, grazie al folto pelo che lo ricopriva.
Virginia annuì e si avviò verso la plancia. Un’ombra chiara planò su di lei e le artigliò la spalla. “Buonasera, Pannocchia” disse la giovane, rivolta al suo pterominide. “Ci sei anche tu? Dove eri finito?” Lo scoiattolo volante la guardò con curiosità e mosse i baffi, scivolando poi dentro il bavero di lana e rintanandosi tra i risvolti del tabarro. Virginia lo ignorò ed entrò nella cabina di comando, dove lei e Kadmos si unirono a Cinnabar e ai gemelli Grifone.
Uh, mi piace! Sì sì, mi piace!
Molto bene. allora ti piacerà quando posterò il racconto integrale, nei prossimi giorni!