L’immagine del cinghiale, anche nelle varianti del Cinghiale Mostruoso o del Verro Diabolico, è una delle più diffuse e comuni nel repertorio fantastico e mitologico.
Il cinghiale è una delle creature più tipiche nelle foreste fredde e temperate, mentre le sue versioni più “esotiche” (come il facocero e il babirussa) possono apparire anche in paludi, foreste tropicali, isole, montagne e praterie. Al di là delle reali caratteristiche etologiche, questo animale incarna forza fisica, tozza possanza e animalesca ostinatezza. Assieme al lupo e all’orso, esso è nell’immaginario l’incontro più comune dei boschi, ma al contrario di altre fiere, il cinghiale ha carni commestibili, anzi prelibate, ed è oggetto di cacce come il cervo e animali simili. Si sa che esso venne braccato fin dalla preistoria con l’utilizzo di trappole, lance e frecce, che rappresentava un grande obiettivo delle cacce medievali e che la sua testa è ancora oggi un ambito trofeo da esporre. Questo suo aspetto duplice di “fiera pericolosa” e “preda di caccia” ne fa un esemplare abbastanza unico nella simbologia e nel mito.
Nell’epica greca appaiono essenzialmente due di queste creature. La prima è il Cinghiale di Erimanto, che rappresentò una delle dodici imprese di Ercole. Era possente e immenso e il fatto che costituisca da solo una delle prove dell’eroe, simbolo stesso della forza, ci fa capire come questa creatura venisse immaginata. Il secondo cinghiale è quello Calidonio, un mostro che sarebbe stato inviato dagli dei per punire gli uomini, abbattendo il bestiame e distruggendo interi campi. Contro di esso si organizza una battuta di caccia straordinaria, cui parteciparono molti eroi greci e che infine porterà all’uccisione della belva.
Nonostante esso incarni sempre il simbolo della forza selvaggia e della tozza brutalità, in altre culture e religioni antiche il cinghiale ha tratti più positivi, fino a rappresentare le virtù del guerriero, della famiglia e della saggezza.
Cinghiali giganteschi, grandi fino alle dimensioni di odierni rinoceronti e dotati di zanne capaci di abbattere grandi bovini, vissero nelle ere preistoriche e fino all’ultima glaciazione, quando tutta la categoria dei grandi mammiferi cominciò ad estinguersi.
Ancora oggi, individui affetti da gigantismo possono essere avvistati e a volte vengono catturati in giro per il mondo. Tante sono le bufale, ma alcuni maschi del peso di quattro quintali e dalla lunghezza di quasi tre metri sono apparsi in attestazioni più attendibili. A volte, è l’incrocio tra specie differenti a inibire il gene del corretto sviluppo biologico e causare la crescita di individui colossali.
Recenti studi tedeschi hanno rivelato come molti cinghiali est-europei abbiano una forte radioattività nel proprio organismo, anche se questo non ha portato certo a mutazioni o altre evidenze “fantastiche”. Questa componente inquietante, le cui ricadute sulla catena alimentare non sono note, è dovuta alla loro dieta ricca di funghi e tartufi, che a loro volta sono forme di vita capaci di accumulare grandi quantità di radioattività da terreni contaminati, come quelli prossimi a Chernobyl (e quindi da mezza Europa dell’est).
Nel fantastico ludico e narrativo il cinghiale è una bestia che è possibile sentire facilmente a distanza per via del tramestio che produce, che carica a testa bassa ma che è possibile schivare, dotata di possenti zanne che possono sventrare uomini e cani e protetta da una spessa protezione naturale. Possiede grande tempra, forza e costituzione, ma scarsa intelligenza e agilità. Le sue tracce sono sempre evidenti da seguire e non è un incontro che si risolve sempre in maniera letale, visto che basta girare al largo da essa e dai cuccioli per evitare guai. Nelle loro tane non si trova nulla di interessante, nemmeno ossa di prede precedenti. Può apparire come incontro solitario, accompagnato da una cucciolata da difendere oppure in un branco numeroso.
Dalla loro cattura si possono ottenere cibo gustoso e sostanzioso da cucinare sul momento, razioni di provviste da viaggio da preparare per il futuro, pelliccia, pelle, cuoio e tendini per la realizzazione di corde di archi, protezioni e vestiario, nonchè una ingombrante testa di cinghiale da rivendere al mercato come trofeo o da consegnare come prova di aver effettivamente ucciso la belva.
Gli individui giganteschi e diabolici sono spesso mostri solitari, anche se fin nella Bibbia si cita la possibilità di legioni di demoni che possano possedere un branco di queste creature, creando una minaccia difficilmente superabile. In questo caso mostri spirano fumo nero dalle froge e hanno inquietanti occhi rossi. In alcuni casi si tratterebbe di veri e propri demoni resisi terreni, che fanno il paio con i più famosi Mastini infernali.
Ah il verro diabolico!
Lode e onore al vecchio D&D, con i sui 9 DV era il più grosso dei licantropi!. Se riprendo a giocare con Farnese gliene faccio incontrare uno, mi sa.
Presto altre novità nel mondo del cinghiale!!