Terza parte del mio articolo su Gord il Miserabile (Gord the Rogue) apparso sull’ultimo numero di DM Magazine. Gord è il furfante/avventuriero/eroe creato da Gary Gygax per i suoi romanzi nel mondo di Dungeons & Dragons. Le sue avventure sono arrivate anche in Italia grazie alla EL…
3. Gord rinasce
Mentre la TSR “trasformava il mondo di Greyhawk in qualcosa di completamente diverso da quello che lui aveva immaginato” e contemporaneamente si dava il via alla linea dei Forgotten Realms, Gygax contribuisce a fondare la New Infinites Productions e le avventure di Gord il Miserabile proseguono su una nuova collana di questa compagnia. Per l’occasione, Gygax continua la serie originale con City of Hawks, Night Arrant e Sea of Death, tutti del 1987, per poi concluderla l’anno successivo con Come Endless Darkness e Dance of Demons’.
Mentre Night Arrant è una raccolta di nove storie brevi ambientate durante la giovinezza di Gord e in cui appare anche il barbaro Chert, City of Hawks è una sorta di riscrittura di quanto avveniva nei due libri editi dalla TSR.
.
Gli eventi che portano Gord a essere prima un mendicante e successivamente un ladro indipendente (il Gatto Nero) vengono raccontati nuovamente con nuovi dettagli più “epici” che mostrano come Gord sia in realtà una creatura in parte esterna al Piano Materiale, figlio del Signore dei Gatti, una semi-divinità minore che governa i felini.
Le differenze tra le due versioni della storia giovanile di Gord sono abbastanza notevoli e assolutamente complementari. City of Hawks racconta la nascita e la prima infanzia di Gord e in alcuni capitoli costituisce anche un prequel di Saga of Old City.
Affronta poi molte implicazioni “planari” che emergeranno nei libri successivi (e che probabilmente Gygax non aveva in mente all’inizio): Signori dei Demoni, Arcidiavoli e Celestiali si contendono il mondo e giocano ai “grandi scacchi” con intere nazioni, fazioni ed eserciti. La storia continua poi in un periodo della vita di Gord che si colloca a cavallo dei due libri originari e vi si sovrappone in parte.
Per alcuni appassionati della saga, City of Hawks è il libro meno riuscito della serie, perché rimescola le carte del personaggio e ne fa un protagonista di giochi di potere astrali e preterumani, assolutamente lontano dal Gord delle origini e da quello di Night Arrant. Se per certi versi io sono d’accordo (insostenibile la parte ambientata nel Piano delle Ombre) ed è vero che qui comincia la trasformazione di Gord nell’eroe epico finale dell’intera ambientazione, ho trovato le beghe e le trame dei Signori Planari assolutamente entusiasmanti: una fittissima rete di magagne, intrighi, tradimenti e personaggi indimenticabili che intessono le loro trame attorno al mondo, tutti in lotta per conquistare le tre reliquie che controllano la carcerazione del Dio del Male.
Anche Sea of Death non è male e da questo punto in poi la continuity si fa stringente e senza ulteriori problemi di edizione, con gli ultimi titoli che cominciano di volta in volta dal punto in cui si conclude il volume precedente.
In Sea of Death, Gord partecipa a una sorta di “gara” orchestrata dalle Potenze per raggiungere l’ultima parte del Theorpart, nascosto in una città sepolta al centro del Mare della Morte. Anche qui ci saranno ovviamente complotti, trucchi e imprese epocali e la storia si conclude con un Gord vincitore ma anche con un discreto colpo di scena. È in questo volume poi che Gord incontra e si innamora di Leda, un elfo oscuro clone della terribile Eclavdra, sacerdotessa di Lolth e arcinemica del ladro di Falcovia (oltre che personaggio ricorrente di avventure e moduli ambientati in Greyhawk).
.
4. Il Gord dei livelli epici
Se ancora in Sea of Death la storia procede in un contesto “umano”, in Come Endless Darkness e Dance of Demons l’azione si sposta dapprima in una bizzarra torre piena di livelli magici e a volte imbarazzanti (apri una botola e ti trovi in un mare colmo di squali?) e infine negli stessi Piani Infernali del Multiverso, in un crescendo di poteri, battaglie e imprese sempre più “divine”.
In particolare, in Come Endless Darkness Gord si ricongiunge a Chert, che troverà infine la morte nella torre, mentre nell’ultimo libro Gord sarà accompagnato da Leda e Gellor in una “maratona” di battaglie e duelli contro tutti i poteri infernali nominati nei volumi precedenti, per arrivare poi al rendez vous con il Dio del Male.
Strada facendo verranno abbattuti via via i grandi villain dell’ambientazione di Greyhawk e dell’intero Multiverso: il perfido Graz’zt, l’immondo Infestix, l’infame Iuz, gli orripilanti Demogorgon e Mandrillagon, l’astuto Vuron e ogni sorta di divinità maligna mai ideata da Gygax per il suo cosmo di gioco. Alla fine della storia, incapace di batterlo del tutto, Gord e i due compagni abbandonano il Male supremo in un universo ormai distrutto e desolato (il loro) e salvano il salvabile traslandolo su un piano materiale parallelo, Yarth.
.
Effettivamente, secondo Gygax e la “cosmografia ufficiale di D&D”, il piano di Oerth è connesso strettamente con altri 4, chiamati appunto Yarth, Earth (il nostro, ovviamente), Ærth e Uerth. Giocando con questa “canonica” vicinanza planare, Gygax scrive così l’ultimo capitolo della sua tanto amata ambientazione, da lui stesso creata e sviluppata fin dal 1972 per ambientare le sue avventure più riuscite, simbolo stesso del suo Dungeons&Dragons.
Con l’ultima avventura di Gord, Greyhawk si conclude e Oerth è perduta per sempre, un doloroso addio che la “rinascita” su Yarth non basta a sanare.
Nonostante questo tono tragico ed epocale, sono però proprio gli ultimi due libri quello che ritengo i meno riusciti della serie: nella migliore tradizione delle regole di D&D, a Gord e soci basta un po’ di equipaggiamento speciale e qualche oggetto +5 per attraversare Gehenna, Ade, Inferni e Pandemonio, facendo a pezzi qualsiasi creatura, demone o Dio che si pone loro davanti. È chiaro che Gygax utilizza ogni struttura, concetto e atmosfera da gioco di ruolo per intessere la “trama” dei suoi ultimi due romanzi, e che questo è il suo stile più peculiare, ma allo stesso tempo leggere il resoconto di una sorta di campagna dei livelli epici di D&D, con un party che avanza tra i piani esterni, affronta mostri a bizzeffe e infine si scontra con il “mostro finale” è abbastanza spoetizzante e fuori luogo per un qualcosa che vorremmo chiamare, appunto, “romanzo”.
Ciao, ti nomino per il Liebster Award
http://suonidalsole.blogspot.it/2013/04/raccogliere-la-sfida-liebster-blog-award.html
Ciao
EVVAI! Grazie tante… vedrò di rispondere a brevissimo! 😉
Al di la che non condivido la visione di Gygax per il quale il male in D&D è un elemento che ha scopo funzionale di far emergere gli eroi che possano debellarlo, onestamente a mio parere il problema dei romanzi di D&D, non solo quelli di Gygax, è che i protagonisti non s limitano a caratterizzare l’ambientazione, ma fanno in genere tutte le cose interessanti che avrebbero potuto fare gli eroi.