L’ultimo numero di Librogame’s Land Magazine presenta un’intervista a Jonathan Green, autore di librogame Fighting Fantasy e romanzi steampunk. In particolare lo scrittore inglese risponde sui suoi gamebook della serie Path to Victory, basati su Warhammer e Warhammer 40.000!
Un estratto da LGL Magazine:
Ci eravamo lasciati lo scorso mese con una introduzione al mondo di Path to Victory, scoprendo qualche particolare dei quattro volumi finora pubblicati. Quale strada migliore per scoprire i retroscena di questa interessante serie che parlarne con uno degli scrittori di librigame più prolifici degli ultimi anni? Librogame’s Land ha intervistato per voi Jonathan Green, nostra vecchia conoscenza (per chi se la fosse persa, ritrovate qui l’intervista del febbraio 2010.
(…)
Sei uno degli scrittori di Fighting Fantasy più famosi – e l’ultimo, al momento. Perché hai deciso di scrivere un librogame di Path to Victory?
a) Perché Black Library me l’ha chiesto.
b) Perché amo scrivere librogame
c) E perché amo i mondi di Warhammer e Warhammer 40,000.
.
Che differenza c’è tra scrivere un librogame di Fighting Fantasy e uno di Path to Victory?
Non molta in realtà. Ovviamente c’è un sistema di combattimento diverso e le due serie sono collocate in mondi differenti, ma a parte questo quando si tratta di pianificarli e scriverli mi comporto allo stesso modo. Detto ciò, i libri di Path to Victory hanno paragrafi di morte come quelli di Gamebook Adventures [serie digitale prodotta da Tin Man Games per cui Green ha pubblicato nel 2011 Temple of the Spider God, n.d.t.], mentre quelli di Fighting Fantasy no.
.
Raccontaci qualcosa sulla creazione dei tuoi librigame di Path to Victory, Herald of Oblivion e Shadows over Sylvania! Ne preferisci uno in particolare?
Sono fiero di entrambi (sono fiero di tutto quello che ho scritto) ma devo dire che preferisco Shadows over Sylvania. Quando mi fu commissionato di scrivere Herald of Oblivion, mi fu indicato di ambientarlo in uno space hulk, che avesse come protagonista gli Space Marines del Pugno Imperiale e che includesse Eldar Oscuri, Necron, Orchi e Tirannidi. Anche se ho creato la componente narrativa del volume, chiaramente una buona parte di esso era già stata dettata da Black Library.
Con Shadows over Sylvania è successo l’opposto. Mi era stato chiesto di sviluppare una proposta su un librogame di Path to Victory con ambientazione a Khemri, ma poi fu pubblicato il volume delle Armate di Warhammer Vampire Counts. Me lo lessi da cima a fondo, e prese forma l’idea di un’avventura completamente diversa, il cui unico punto forte era che il lettore avrebbe interpretato in prima persona un vampiro. Il resto, come si dice, è storia…
.
Il tuo ultimo volume di Fighting Fantasy, Night of the Necromancer, è uscito nel 2010, e da allora l’unico nuovo volume della serie è stato Blood of the Zombies di Ian Livingstone (2012). Pensi che la serie sia giunta infine al termine, o avrà un futuro? Se sì, avrai ancora una parte in essa, regalandoci nuove eccitanti avventure?
Non sarei sorpreso se il futuro di Fighting Fantasy fosse legato ai formati digitali. Inkle sta producendo una nuova applicazione di Sortilegio, mentre Tin Man Games curerà la riedizione di altri quattro classici di Fighting Fantasy solo parlando di quest’anno.
Se mi fosse chiesto di scrivere un altro Fighting Fantasy prenderei la palla al balzo. La serie è ben lungi dall’essere finita. Tutto sommato, c’è anche la mia Storia di Fighting Fantasy in uscita più avanti quest’anno.