Repubblica Fiorentina, 1348. Arrigo, detto Corvaccio, è accerchiato dai Morti in una casupola tra le campagne di Certaldo. Riuscirà a fuggire e a mettersi in salvo dal Flagello che si è abbattuto sui regni degli uomini? Un racconto interattivo ambientato nel mondo del Decameron dei Morti.
Come detto qualche post fa, The Incipit è il bellissimo sito italiano dove poter postare delle storie a bivi che tutti possono leggere e votare, scegliendo di volta in volta il paragrafo con cui la storia continua… Una sorta di “Scegli la tua avventura” che però poi alla fine genera un racconto univoco e non uno ramificato. Ed ecco allora che ho deciso di aprire le vicende e l’ambientazione del mio Decameron dei Morti a nuovi sviluppi, ideando un racconto interattivo che tutti quelli interessati possono scrivere con me.
Il racconto si chiama Ricordati che devi risorgere ed è appena uscito il terzo episodio: Io son la Morte e porto corona. Siete tutti invitati a partecipare a questo esperimento di scrittura collettiva, in questo modo:
- Ricordati che devi risorgere sarà diviso in 10 episodi. Ogni episodio verrà scritto in base alle preferenze espresse alla fine dell’episodio precedente.
- Una domanda concluderà infatti ogni episodio: come proseguirà la storia? Potrete votare una delle 3 possibilità previste di volta in volta e partecipare insieme agli altri lettori nel cambiare il corso degli eventi, definire il personaggio, intrecciare la trama.
- La maggioranza dei voti determinerà lo sviluppo del capitolo successivo.
- Potrete inoltre lasciare i vostri commenti ad ogni episodio, scambiare le vostre opinioni, idee e suggerimenti con gli altri lettori, con me e condividere la storia sui social network.
Continuate la storia con me!
Ricordati che devi risorgere – Episodio 3
Io son la Morte e porto corona
(…)
D’un getto ella mi si lanciò addosso, saltando come fiera, e solo per sommo scampolo di fortuna manovrai che quell’incubo ferace mi stesse discosto, strattonandone i lunghi capelli e così facendo salvandomi il viso dai suoi morsi. Liberi dalla lercia copertura della chioma, gli orribili lineamenti infine mi apparvero. A una spanna dalla mia gola la sua bocca rorida di acque morte ruggiva e vomitava tetri liquami, mentre quegli occhi spenti e torbidi mi fissavano con malevola nequizia. Tutto livido era il viso, enfiato dal freddo delle acque in cui essa aveva giaciuto per giorni e deformato in ogni sua parte come in una maschera spaventosa.
L’orrido scempio mi conferì maggior vigore. Mentre ella si contorceva come ossesso, mi artigliava le vesti e si protendeva con i denti innanzi, afferrai meglio i capelli con le due mani e tirai indietro più forte che potessi.
Io credo che in simile circostanza una donna vivente non avrebbe potuto sopportare quel dolore e avrebbe deviato l’attacco o smorzato la foga. Ma i Morti queste cautele non le hanno né dolori provano e sempre perseguono il proprio mostruoso agire anche quando questo gravemente nuoce loro, quale cosa inanimata piuttosto che pensante. Sicché mentre io forzavo verso dietro la testa di Donata ella spingeva il corpo verso me, finché infine il suo collo si spezzò come un bordone piegato per le opposte estremità.
Cadde dunque ella ai miei piedi, contorcendosi ancora di spasmi terribili, ma non più in grado di nuocere.
Col cuore duro e freddo terminai la mia opera e la trascinai fino al pozzo, gettandocela infine dentro affinché essa non potesse più esser di cruccio ad altri viaggiatori.
Era ormai tempo di lasciar quel luogo e cercar rifugio altrove.
Ma dove sarei potuto andare?
Cosa farà adesso Corvaccio?
- Tornerà indietro verso il borgo di Certaldo, sperando che il paese sia ormai libero dai Morti.
- Cercherà di raggiungere la grande Via Francigena, per potersi spostare celermente verso una città.
- Si terrà lontano dalle strade e percorrerà le selve per tenersi nascosto.