Un manuale sui Murder Party (cosa sono e come si organizzano) firmato da Antonello Lotronto e Lorenzo Trenti: cene con delitto, teatro giallo e week end del mistero per un buon libro italiano consigliato agli appassionati.
Di cosa si tratta
Murder Party – A cena con il morto di Antonello Lotronto e Lorenzo Trenti per le Edizioni Ultra (Castelvecchi) è un manuale di 224 pagine dal buon prezzo che rappresenta oggi come oggi in Italia il volume più completo e aggiornato sul fenomeno dei “murder party” nelle sue varie declinazioni (serate in giallo, cene con delitto, weekend con delitto, gialli interattivi teatrali, ecc.).
Non conosco Trenti, ma A. Lotronto è una sorta di “patrono” italiano del giallo declinato in termini ludici (leggi l’intervista). Suo il primo gioco di ruolo giallo italiano (e uno dei primi nel mondo), il bel Holmes & Company edito venti anni fa da EL Edizioni, suo il “cuore”del portale italiano dedicato ai Murder Party, sue tante iniziative segnalate in questi anni. Uno che ne sa qualcosa, insomma.
Cosa succede
Il libro scorre bene: si parte dalla storia del genere con molte note di colore, alla organizzazione e gestione tecnica degli eventi, con l’ovvio consiglio di non impelagarsi in qualcosa di grosso senza prima avere esperienza di molti eventi minori (come organizzatore) e di eventi maggiori (come partecipante). C’è anche una panoramica di quello che si organizza oggi in Italia e delle dritte per parteciparvi e divertirsi. Si prosegue con molti consigli pratici e dritte su come scrivere e mettere in campo serate anche di dimensioni minori. Presenti anche tre scenari, per giocare e utili per comprendere come funziona il genere:
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- Il salto della morte
- La vendetta di Marduk (anche questo tratto da Holmes & Co.)
- La porta chiusa
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Grezzezza
Il libro è effettivamente realizzato in stile molto colloquiale, a volte anche troppo. Più che un saggio strutturato in maniera ordinata ci si trova di fronte a una raccolta di commenti e osservazioni molto personali dell’autore, non sempre oggettive. L’argomento però è tutt’altro che grezzo, soprattutto se consideriamo l’ambiente inglese di inizio Novecento in cui questo genere di giochi teatralizzati si è sviluppato.
Nerdismo
Il tema stesso è molto nerd, anche se il libro non si rivolge certamente a giocatori dell’ultima ora o troppo giovani. Piuttosto per apprezzarlo bisogna essere attempati nerdoni di vecchia data e grognard appassionati di giochi “tranquilli”, cacce al tesoro e all’indizio, teatro e cene.
Figaggine
Molti degli eventi proposti sono serate di teatro, cene in agriturismi e weekend del mistero in strutture fuori porta, adatte quindi a una utenza tranquilla e (a volte) anche benestante, che si può godere un soggiorno di due giorni in una villa di campagna per giocare a fare gli indagatori. Partecipare a queste attività e seguirne la storia è sicuramente un passatempo raffinato e ce ne si può vantare bellamente quando serve.
La Chicca
Molte le chicche interessanti nei capitoli dedicati alla storia dei giochi gialli: dall’origine di Cluedo, inventato a Londra durante la Seconda Guerra Mondiale per passare il tempo nei rifugi durante i bombardamenti tedeschi, ad Agatha Christie giocatrice e organizzatrice di Murder Party, con addirittura uno dei suoi romanzi ambientato in una villa isolata durante uno di questi eventi. Questo estremo cameo del genere giallo si chiama La sagra del delitto e a questo punto lo voglio recuperare quanto prima.
La Fesseria
L’autore ha grandissima esperienza nel settore, ma ogni volta che parla di altri gruppi organizzati sembra più scettico e meno entusiasta e pare che debba di tanto in tanto togliersi sassolini dalla scarpa o dire la sua su antichi litigi e vecchie questioni tra amatori italiani. Insomma, ogni tanto il libro sembra un suo personale “pamphlet” piuttosto che un vero manuale sul genere. Peccato!
Giudizio complessivo
Qualche rimprovero a questo libro mi sento di farlo. Avrei preferito più obiettività e oggettività nel testo e non uno sguardo così personale e di parte sul mondo italiano dei gruppi organizzati che lavorano nello stesso settore dell’autore. Al di là di questa impressione generale di “troppa passionalità italiana” e passando sopra uno stile di scrittura troppo colloquiale, nei contenuti questo manuale è certamente un must se si vuole conoscere il mondo del gioco giallo dal vivo. Assolutamente consigliato agli amanti del genere.
Ciao, grazie della recensione! Lo stile colloquiale è una voluta scelta stilistica. Il pentametro giambico ci sembrava un po’ fuori luogo per quello che resta un manuale “how to”. 🙂
eheheheh… però tra il pentametro e il colloquialissimo ci sono molti altri livelli…
Peccato: il pentametro giambico e’ il mio preferito, dopo una bottiglia di vino…
[…] Recensione di Caponata Meccanica […]
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